“Il quadro di Klimt e le sue vicende soggetto ideale per un romanzo”

“Lo scrittore non è chi ha delle idee, ma chi sa sceglierle estraendole a sorte, per costruire attorno ad esse una vicenda più o meno lunga”. Ad affermarlo è Stephen King e a citare lo scrittore statunitense è l’autrice francese Camille de Peretti, che ha fatto propria questa considerazione con la stesura del suo ultimo libro ‘La sconosciuta del ritratto’, ispirato alle intricate vicende del celebre quadro di Gustav Klimt ‘Ritratto di signora’.

Pubblicato in Francia con il titolo ‘L’inconnue du portrait’ (Calmann-Lévy, 2024) e vincitore di cinque premi letterari, il romanzo è stato tradotto per la prima volta in italiano da Alberto Bracci Testasecca, e nel nostro Paese ha visto la sua prima presentazione lo scorso 18 settembre, presso la Galleria Ricci Oddi di Piacenza. Il museo piacentino d’arte moderna custodisce il famoso ‘Ritratto di Signora’ del pittore viennese e le tante storie di cui è portatore, e proprio per questo costituisce il luogo più adatto a dare voce all’ultima fatica dell’autrice francese. A dialogare con de Peretti (accompagnata da una traduttrice) in una sala gremita di pubblico della Galleria di via San Siro è lo scrittore piacentino Gabriele Dadati, che nel suo libro ‘La modella di Klimt’ (Baldini + Castoldi, 2020) ha cercato a sua volta di fare luce sui molti misteri che avvolgono il dipinto dell’artista austriaco.

“Un amico che conosce la mia predilezione per Klimt mi aveva inviato un articolo del Guardian sulle peripezie del ‘Ritratto di Signora’ – ha raccontato Camille de Peretti – : dalla scoperta nel 1996 del doppio ritratto, dipinto una prima volta dall’artista nel 1910 e rimaneggiato sulla stessa tela nel 1917, passando per il misterioso furto del quadro nel 1997 e fino al suo incredibile ritrovamento nel 2019, avvolto in un sacco della spazzatura nel giardino della galleria Ricci Oddi. Dopo aver letto tutta la vicenda ho subito pensato che fosse la storia giusta per scrivere un romanzo. Così ho iniziato le mie ricerche – continua –: man mano che approfondivo la sua storia il dipinto mi affascinava sempre di più e il mio libro ha cominciato lentamente a prendere forma”.

Incontro libro Camille de Peretti

È quindi bastato un articolo di giornale ad accendere la fantasia dell’autrice. Il quadro di Klimt rappresenta per de Peretti il trampolino di lancio dell’immaginazione che le permette di costruire nuove storie e nuovi personaggi attorno alle sue vicende. Chi è la donna del ritratto? Come mai l’artista l’ha dipinta due volte? E poi: chi ha rubato l’opera? Perché la sua ricomparsa ventidue anni dopo? A partire da fatti reali rimasti ancora oggi senza risposta, l’autrice francese immagina e racconta identità e destino della donna ritratta e dei suoi discendenti. Lo fa costruendo un potente affresco corale che, incrociando piani temporali diversi, muove i personaggi e le loro esistenze dai primi anni del Novecento fino ai nostri giorni. Siamo negli anni ’20 del Novecento quando Isidore, giovane protagonista del romanzo, è lustrascarpe in un negozio di New York e spera di fare fortuna. Dietro l’angolo la grande crisi del ’29 si prepara ad infrangere il sogno di benessere americano, ma il ragazzo riuscirà ad intuire in anticipo il pericolo e a sfruttare il crollo delle borse a proprio vantaggio. E qui, senza mai scadere nella pedanteria, l’autrice riesce a rendere familiari al lettore i meccanismi finanziari alla base del tracollo economico e della sua possibile risoluzione, dimostrando conoscenze specifiche e notevole abilità narrativa. Con un salto all’indietro nel tempo si scoprirà poi che Isidore, già abbandonato dal padre a soli nove anni, ha perso la madre a causa della terribile epidemia di spagnola del 1918: cresciuto lascia quindi la Vienna post-bellica alla volta degli Stati Uniti. Decenni dopo la scoperta di una verità inattesa sconvolge la narrazione e catapulta il protagonista, ormai ricco magnate dell’industria americana e stimato padre di famiglia, in un passato che pensava dimenticato, pronto a risvegliare sentimenti sopiti. Un passato che svelerà il legame indissolubile dei personaggi con i misteri del doppio ritratto. Tra colpi di scena, amori tormentati e segreti, de Peretti compone, pagina dopo pagina, un’appassionante saga famigliare che attraversa lo spazio e le generazioni: dalle strade di Vienna del primo Novecento al Texas degli anni Ottanta, dalla Manhattan della Grande Depressione all’Italia contemporanea.

Prima della scrittrice francese a inoltrarsi tra i misteri del quadro ci ha pensato Gabriele Dadati con il suo ‘La modella di Klimt’. Partendo dagli stessi interrogativi irrisolti anche lo scrittore piacentino trascina il lettore in un emozionante viaggio nello spazio e nel tempo, dove l’arte è il filo conduttore. E i personaggi si muovono ancora una volta alla ricerca della propria identità, uniti in legami ritrovati e persi in solitudini con cui devono fare i conti. Diversamente da ‘La sconosciuta del ritratto’, il romanzo di Dadati si apre nei giorni del ritrovamento del dipinto, vissuti dall’autore in prima persona. A differenza di De Peretti, per cui le vicende del quadro si limitano a costituire un congegnale espediente narrativo esterno alla propria vita personale, lo scrittore piacentino è intimamente legato a quegli avvenimenti e diventa perciò parte viva della narrazione. Vicende personali e sentimenti d’amicizia lo uniscono a chi, fin dal furto del ’97, ha vissuto da vicino il dolore per la perdita dell’opera. L’inaspettata e misteriosa restituzione del ‘Ritratto di signora’ è un regalo per Piacenza e per i piacentini: quale occasione migliore per scrivere un libro che ripercorra la vita travagliata del dipinto?

Dalla contemporaneità Dadati fa subito precipitare il lettore nella Vienna klimtiana del 1910 grazie ad un escamotage narrativo, e poi snoda, scompiglia e ricuce il filo del tempo. Mentre nella ‘Sconosciuta del ritratto’ la Storia rimane sullo sfondo, funzionale alle azioni e ai sentimenti dei personaggi, con ‘La modella di Klimt’ diventa un elemento primario della narrazione: il libro dell’autore piacentino è anche una preziosa opportunità per chi legge di immergersi nel fermento culturale della Secessione viennese, di passeggiare tra mode e costumi dell’epoca, di entrare nella vita e nello studio di Gustav Klimt, tra i suoi gatti e le sue tele. Ma c’è anche molto spazio per la desolazione di una città massacrata dalle guerre mondiali, in cui i grandi della Storia convivono con i dimenticati. Due libri capaci di tenere il lettore con il fiato sospeso fino alla fine.

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