Più reali di noi, l’ascesa dei virtual influencer e la loro sfida all’umano

Sebbene spesso definiti “robot”, i virtual influencer si distinguono nettamente dai robot umanoidi: non hanno una forma fisica, ma sono entità puramente digitali, olografiche o, più in generale, virtuali. Non sono fatti di cavi e metalli, ma di bit, e non possono essere toccati. I loro corpi non proiettano ombra e la loro esistenza è limitata ai confini degli schermi. Privati di un patrimonio genetico, dipendono esclusivamente da energia elettrica e connessione a internet, senza i quali svanirebbero come neve al sole. Distinguerli dagli influencer umani è arduo, poiché si comportano esattamente allo stesso modo, mimetizzandosi alla perfezione. Un caso emblematico in cui l’allievo digitale sembra superare il maestro reale.

Virtual Influencer Gancitano Sisto

Davide Sisto e Maura Gancitano hanno condotto sul palco della Sala dei Teatini – nell’ambito del Festival del Pensare Contemporaneo – un dialogo intorno a questi temi, toccando la sfida dell’intelligenza artificiale di eliminare la morte organica, creando la possibilità di conversare con i propri cari defunti: e questa necessità di dialogare con loro comporta, unita alla facile disponibilità di questi servizi che lo rendono possibile, delle problematiche. Il collegamento quindi è nato nel bisogno dell’umano di comunicare, e siamo portati ad avere relazioni con qualcuno o qualcosa che ci assomiglia e che di fatto però non è come noi, proprio come un virtual influencer.

Dal manichino di cera Cinzia, dagli anni ’30, si approda oggi ad Hatsune Miku e Lil Miquela, studiata come una donna di 21 anni spuntata nel web nel 2016, ha giocato molto sul dubbio consenso ottenuto. Nel 2018, attraverso uno storytelling enorme confessa che ha scoperto di essere intelligenza artificiale, chiedendo ai followers che “Se non esistono davvero, non sono reale?”. E da lì questo fenomeno è cresciuto esponenzialmente, e questa figura è tra le 25 personalità più influenti su internet.

Virtual Influencer Gancitano Sisto

Ci sono dei fenomeni che cambiano la percezione del mondo col passare del tempo, non più scandito dall’alternanza di giorno e notte, sono e veglia, estate e inverno; e i virtual influencers distorcono di più una realtà dai confini sfumati, nascendo dal bisogno di perfezione, lontana dalle sfaccettature dell’essere umano nei loro errori che, appunto, li rendono tali. Questi esseri, sempre disponibili quindi nella dimensione online, sono sempre a portata di mano, uniti a delle emozioni fittizie che però suscitano l’empatia dei followers che non mancano e, anzi, superano talvolta quelli degli influencers in carne ed ossa. E questo quindi muta anche la percezione di sè: siamo nell’epoca del “per sempre”, viene eliminata la nostalgia, un sentimento che ci fa soffrire, e per farlo bisogna eliminare gli assenti, in una rimozione del tabù della morte, la caducità dell’esistenza, cose che di fatto ci rendono esseri umani e quindi finiti, in un’era che tende all’infinito. Passando dall’epoca della rappresentazione e a quella della disponibilità, siamo approdati in un momento dove l’uomo si sente un nuovo Pigmalione, da creature a creatori di una specie di umani inumani potenzialmente immortali, che si muovono con alcune difficoltà tra sessualizzazione, inclusione e sensibilizzazione della loro figura nel loro scopo: ma non siamo molto lontani dalle storie che ogni giorno postiamo sui social, che costruiscono una realtà in cui forse questi virtual influencers possono essere, in questo caso, più reali di noi.

Sofia Moglia

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