Stipendi, le province dove si guadagna di più: Piacenza nella top ten

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Anche Piacenza fra le province dove gli stipendi crescono di più: con una retribuzione globale annua (RGA) di 33.305 euro si colloca al sesto posto in Italia (seconda in Emilia Romagna dietro Bologna), con un balzo di cinque posizioni rispetto allo scorso anno.

E’ quanto rileva il nuovo Geography Index dell’Osservatorio JobPricing, giunto alla sua decima edizione: si tratta di uno studio annuale che analizza le differenze salariali tra le varie aree del Paese, fornendo una fotografia aggiornata delle disparità retributive nel settore privato. Un report che evidenzia come il divario retributivo in Italia si confermi ampio e articolato. Nel 2023, la media della Retribuzione Globale Annua – ottenuta dalla somma tra la RAL (retribuzione fissa annua lorda) e la Retribuzione Variabile effettivamente percepita dai lavoratori – a livello nazionale si attesta a 31.442 €, ma solo una parte del Paese supera questo valore. Infatti, appena 7 delle 20 regioni e 35 delle 107 province italiane presentano stipendi medi superiori alla media nazionale, dimostrando come la distribuzione dei redditi vari significativamente a seconda della zona geografica.

La top ten delle province

La Lombardia, come negli anni precedenti, si conferma la regione con le retribuzioni più elevate, seguita da Lazio e Trentino-Alto Adige, quest’ultima che scalza la Liguria, spingendola al quarto posto davanti a Piemonte ed Emilia. In cima alla classifica provinciale, Milano continua a primeggiare con una RGA media di 37.661 €, seguita da Bolzano e Trieste, che si scambiano le posizioni rispetto allo scorso anno. In crescita anche Siena, che avanza di ben 10 posizioni, pur rimanendo appena sotto la media nazionale. Un aspetto interessante emerso dall’analisi è che alcune province, come Bolzano, Belluno, Terni e Benevento, mostrano livelli retributivi più alti rispetto ai capoluoghi di regione di appartenenza. Questo dato sottolinea come le opportunità lavorative ben remunerate non si concentrino solo nei centri economici più noti, ma siano distribuite anche in aree meno prevedibili del Paese.