Deposito scorie atomiche, rispunta l’ipotesi Caorso

Saranno la Basilicata e l’Emilia Romagna ad accollarsi le scorie nucleari frutto della prima stagione dell’atomo all’italiana, quella conclusasi con il referendum a ridosso di Chernobyl? Secondo l’Unita’ anche Caorso è in pole position

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Saranno la Basilicata e l’Emilia Romagna ad accollarsi le scorie nucleari frutto della prima stagione dell’atomo all’italiana, quella conclusasi con il referendum a ridosso di Chernobyl? Ne parla "l’Unità" in un articolo a firma di Roberto Rossi che dice che nei pensieri del ministero delle Attività Produttive c’è in particolare la località di Craco, che secondo la Sogin dovrebbe essere in pole position. Ma nella lista non mancano anche luoghi situati in Emilia Romagna, tra i quali Caorso.

Craco in provincia di Matera è un comune di settecento abitanti in provincia di Matera. Il centro storico, negli anni Sessanta, ha conosciuto un’evacuazione che lo ha reso una vera e propria città fantasma. I siti ritenuti più idonei sono quindi già stati individuati, scrive l’Unità; la scorsa settimana la Sogin aveva fatto trapelare una lista di 52 siti definendola comunque non definitiva.

Ma nel brogliaccio di un’intercettazione telefonica ottenuta durante un’indagine sul traffico illegale di rifiuti nucleari, tra Silvio Cao e Giancarlo Ventura. In questa si parla di sei siti, due in Basilicata, uno nel Lazio e tre in Puglia. Si parla di depositi ‘di superficie’, di quelli già presenti in tutte le nazioni che usano energia nucleare e hanno il problema delle scorie. Si parla di Craco, Scanzano e Rotondella. Ma anche del Lazio, dove c’è Montalto di Castro che però è candidata piuttosto ad ospitare una centrale, non un deposito.

Nella lista ci sono Basilicata, Toscana, Lazio, Campania, Emilia, Puglia e Sardegna. In Emilia c’è Caorso, che nella prima stagione dell’atomo all’italiana ha ospitato una centrale ancora in fase di decommissioning. Ma anche altre zone, dell’Appennino soprattutto, dove potrebbe arrivare il deposito.

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