Fiorenzuola ricorda i primi caduti per l’Unità d’Italia

“Liberi e uniti per due giorni”: sabato 26 febbraio la città di Fiorenzuola

Fiorenzuola – Piacenza “Liberi e uniti per due giorni”: sabato 26 febbraio la città di Fiorenzuola, nell’anno dei centocinquanta anni dell’Unità d’Italia, ricorda i primi caduti per la Patria che vide la luce nel 1861 e la prima volta che il tricolore sventolò sul municipio cittadino.
Alle ore 9, all’auditorium San Giovanni, l’introduzione storica alla giornata; alle 10 la deposizione di fiori sulle lapidi di Paolo Mazza e Bartolomeo Girolamo (Giovanni) Modesti; alle 10,30, in piazza Caduti, la cerimonia dell’alzabandiera.
Questi i fatti che verranno ricordati sabato 26 febbraio: il 15 febbraio 1831 un folto gruppo di cittadini, verso l’una del pomeriggio, sull’onda degli avvenimenti accaduti a Parma, dove era stato proclamato un governo provvisorio (Maria Luigia si era ritirata a Piacenza quale luogo sicuro facendo trovare il ducato diviso in due) chiede al podestà Filippo Confalonieri la costituzione della Guardia Nazionale, in sostituzione dei Dragoni Ducali. Confalonieri si fa consegnare le armi dal maresciallo Anselmi che obbedisce. La Guardia Nazionale viene organizzata in brevissimo tempo. Il 24 febbraio 1831, alle 9 del mattino, arrivano a Fiorenzuola le truppe della Guardia Nazionale di Parma accolte da una folla festante al grido di “Italia una e libera”. Gli studenti portano il vessillo tricolore che viene issato sulla casa comunale: il 24 febbraio 2011 ricorre dunque il 180° anniversario della bandiera tricolore issata per la prima volta sulla casa comunale.
Durante quella giornata il popolo fraternizza con i soldati, tutti portano la coccarda tricolore, il paese fa da teatro a manifestazioni di gioia e di sentimenti da tempo repressi. La sera le strade si illuminano, con le fiammelle viene realizzata la scritta “Italia Libera”. Alle finestre palloncini, candele, lampioni per dimostrare l’entusiasmo fiorenzuolano.
Il 25 febbraio gli austriaci, alla guida del feldmaresciallo Frimont, dieci volte superiori in numero (500 uomini) alla Guardia Nazionale, accerchiano il paese, vincono e disperdono i soldati parmigiani. Abbiamo in questa giornata forse il primo fiorenzuolano caduto per l’Unità d’Italia: Paolo Mazza, un garzone del fornaio che si trovava in via Caravaggio (l’attuale via Mazzini), incrocia gli austriaci in piazzale San Giovanni. Li accoglie al grido “viva l’Italia”, provocando la loro reazione. Un colpo di baionetta lo atterra, lui ripete ancora il grido fino a che viene finito a sciabolate proprio davanti al San Giovanni (allora una caserma). Paolo Mazza era nato a Provazzano (Neviano degli Arduini) da Sante e Lucia Zucchellini, originari di Fidenza. Era nato l’8 ottobre del 1809, aveva 12 anni. Muore negli scontri a fuoco anche Bartolomeo Girolamo (Giovanni) Modesti, nato a Olza di Monticelli d’Ongina il 30 aprile 1786.
I prigionieri vengono legati alla catena del ponte sull’Arda. Sono  studenti, impiegati, negozianti. Tra loro: Pierluigi Biazzi di Fidenza ed il piacentino Alessandro Corradi. Vengono portati a Piacenza, alcuni rimangono in carcere, gli altri per lo più vengono liberati il 21 marzo. Diversi di loro trovano scampo trovando l’ospitalità di famiglie fiorenzuolane o nella Chiesa Maggiore.