Da Piacenza per farsi curare a Brescia, ma nel campo sinti manca la corrente

Doveva essere il viaggio della speranza, quello compiuto da Fenni e Gabriel Marin, sinti di Piacenza, per salvare il piccolo Tommaso, affetto da una rarissima malattia genetica.

Doveva essere il viaggio della speranza, quello compiuto da Fenni e Gabriel Marin, sinti di Piacenza, per salvare il piccolo Tommaso, affetto da una rarissima malattia genetica. Invece il loro approdo nel campo nomadi di Brescia si sta trasformando in un inferno. Il trasferimento era stato deciso dalla famiglia per poter offrire cure migliori al piccolo presso l’ospedale di Brescia, più attrezzato di quello piacentino, come si legge sul sito del Corriere della Sera. Tommaso, un anno e tre mesi, soffre infatti di una malattia genetica rarissima (solo 14 casi al mondo) che si chiama H-ABC. Per poter sopravvivere ha bisogno di un sondino fissato a una narice e a una macchina per l’ossigeno pronta all’occorrenza. Proprio il trasferimento da Piacenza a Brescia li ha catapultati nel pieno del contenzioso tra il Comune di Brescia e i nomadi del campo di via Orzinuovi.

L’amministrazione ha investito 180mila euro per bonificare l’insediamento, con impianti elettrici e fognature a norma, ma ha disposto l’agibilità dell’area per 15 famiglie. Cinque nuclei restano esclusi e rifiutano le proposte di spostamento del Comune, ne nasce un conflitto con cassonetti bruciati e i vigili del fuoco a disattivare le utenze dei morosi. Un provvedimento che crea gravi disagi a due piccoli ammalati. Uno di loro è proprio Tommaso, che per l’ossigeno ora può contare solo un generatore portatile, recuperato dal papà che minaccia tuttavia di voler far causa al Comune di Brescia.