Sanremo 2011, il pagellone di PiacenzaSera.it

Anche la 61esima edizione della kermesse musicale sanremese è andata agli archivi con la vittoria di Roberto Vecchioni: tutti i voti ai partecipanti nella pagella di PiacenzaSera.it.

Più informazioni su

IL PAGELLONE DI SANREMO 2011
di PIACENZASERA 

 AL BANO –  Amanda è libera

Il vecchio leone di Cellino San Marco è puntuale come l’influenza, e anche quest’anno ci tocca. A vederlo anzitempo eliminato, uno pensa che Dio esiste. Inopinatamente ripescato grazie al televoto, uno pensa che allora aveva ragione Guccini: Dio è morto.
VOTO: 4
 
LUCA BARBAROSSA E RAQUEL DE ROSARIO – Fino in fondo
Lei è la moglie di Alonso: non ci viene in mente nient’altro da dire.
Chiediamo aiuto al web, dove leggiamo e facciamo nostro: Il ritornello di “Fino in fondo” con “giù giù giù nel mare, su su su nel sole, giù giù senza più dolore” è da rosso diretto.
VOTO: 3
 
GIUSI FERRERI – Il mare immenso
La sciagura dei Talent Show si abbatte anche quest’anno sul festival.
La Ferreri è un’interprete originale e il suo pezzo non è poi così male, ma ha la colpa di maltrattare coi suoi singhiozzi un monumento nazionale come Il cielo in una stanza, in versione swing.
VOTO: 6

NATHALIE – Vivo sospesa

La vincitrice dell’ultima edizione di X-Factor si presenta nell’apprezzabile versione cantautrice, ma convince a metà. In compenso, trionfa con una rilettura pacata e rispettosa di Battisti.
A pensarci, lo scorso anno con Scanuandò molto ma molto peggio.
VOTO: 6
 
LA CRUS – Io confesso
I La Crus sono tra le cose migliori della musica italiana dell’ultimo ventennio (chi ancora non li conosce, vada a cercare album come Dentro me o Dietro la curva del cuore). Presentano un pezzo elegante e raffinato, dall’atmosfera retrò alla Tenco, e con una melodia che ben si addice alla location.
In un mondo normale, scrive Castaldo su Repubblica, vincerebbero a mani basse.
E invece dovranno accontentarsi del premio della critica.
VOTO: 9
 
LUCA MADONIA E FRANCO BATTIATO – L’alieno
Con un mostro sacro come Battiato – e anche la Consoli accompagnata da un basso elettrico rosa shocking – a disposizione, Madonia non può e non deve fallire: un po’ come Benitez.
E invece è una canzone da lotta per la salvezza, salvata solo nel finale da quelle poche strofe recitate con classe immensa dal maestro (“Io vivo ai margini di una vita vera”)
VOTO: 6
 
MODA’ ED EMMA MARRONE – Arriverà
Come le foglie col vento d’autunno triste tu te ne andrai”: se bastasse una frase per giudicarli…
Si dice che il duetto con Emma è stato costruito per emulare quello di Elisa e Sangiorgi: d’altro canto, che i Modà si ispirino ai Negramaro non è certo un segreto.
Favoritissimi, troppo stuzzicante per il censore stroncarli senza nemmeno passare dal via.
Però si impegnano e non cantano male, e con Renga ci guadagnano.
Il brano è facile e farà presa, ma è anche scontato in modo sconcertante.
VOTO: 5
 
ANNA OXA – La mia anima d’uomo
Non si sa se peggiore è stata la sua interpretazione, inutilmente sopra le righe con quella sequenza agghiacciante di vocalizzi e di strilla, oppure il suo look alla Marylin Manson.
Nel dubbio, è un bene che sia andata a casa così presto.
VOTO: 3
 
MAX PEZZALI – Il mio secondo tempo
Se questa è la svolta epocale del Pezzali verso l’impegno sociale, allora noi si rimpiangono “gli anni dei Roy Rogers come jeans”. Introdotto – non si sa il motivo – da Jump dei Van Halen, si presenta con un look da Caritas per propinarci un pop noiosetto con un ritornello dimenticabile.
VOTO: 5
 
PATTI PRAVO – Il vento e le rose
Appare come un corpo estraneo, un ectoplasma che si aggira spaesato sul palco.
La classe non le basta per cavarsela di fronte a una canzone che non decolla mai, e anzi lei spesso inciampa nelle parole (in questo caso servivano davvero i sottotitoli, altro che De Sfroos).
VOTO: 5
 
ANNA TATANGELO – Bastardo
La sua (temporanea) esclusione ci aveva colto di sorpresa: il pezzo è potentemente ruffiano e ha tutte le carte in regola per sfondare, a Sanremo e nelle radio.
Sarà un tormentone, il seguito ideale di Vaffanculo di Masini.
Se poi cambiasse il parrucchiere…
VOTO: 4
 
TRICARICO – Tre colori
Una filastrocca patriottica – non bastava la serata celebrativa dell’Unità d’Italia con Benigni, Mameli e tutto il resto – che suona innocua (originariamente scritta per lo Zecchino d’oro) e bislacca, come nelle corde di Tricarico. Stavolta, per la verità, piuttosto stonato.
A peggiorare la situazione, un imbarazzante duetto con Cutugno.
VOTO: 5
 
DAVIDE VAN DE SFROOS – Yanez
Il cowboy del Lago di Como spegne – una volta per tutte – le patetiche polemiche sull’uso del dialetto e sulle sue presunte simpatie leghiste, interpretando (così così) Viva L’Italia di De Gregori.
Yanez è un bel folkettone dei suoi, un ritratto malinconico di stanchi eroi salgariani della riviera romagnola: “Cumincia l’eppi auar/la tigre di malesia/finiss all’usteria/cul riis in biaanch e la magnesia”.
VOTO: 7
 
ROBERTO VECCHIONI – Chiamami ancora amore
E’ così strano trovarlo tra i favoriti, il professore.
Probabilmente, non è uno dei suoi testi migliori, ma in mezzo a canzoni che non parlano di niente par di ascoltare il piu’ grande dei poeti.
Bella e sentita l’esibizione con la PFM.
“Che questa maledetta notte/dovrà pur finire,/perché la riempiremo noi da qui/di musica e di parole”
VOTO: 8
 
 
 
 
 
 

Più informazioni su

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di PiacenzaSera, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.