Moratoria sul nucleare, gli interventi di De Micheli (Pd), Cgil, Idv

Gli interventi di De Micheli (Pd), Cgil, Idv

Moratoria sul nucleare, Paola De Micheli (Pd): “Il Partito Democratico aveva ragione, respiro di sollievo per Caorso. Ora il piano energetico nazionale”

“La decisione del consiglio dei ministri è il riconoscimento delle ragioni che il Partito Democratico sta portando avanti da mesi, contro un nucleare non ancora sicuro ed antieconomico e scelte centraliste ed inaccettabili, che si volevano imporre ai territori”. E’ il commento della parlamentare piacentina del Partito Democratico Paola De Micheli alla decisione del governo relativa alla moratoria di un anno per il ritorno dell’Italia al nucleare, ufficializzata durante la riunione dell’esecutivo. “La battaglia che il Partito Democratico ha condotto era fondata su buone ragioni – sottolinea – ed è iniziata in tempi non sospetti, ben prima dell’emozione suscitata in tutto il mondo dal disastro giapponese. Noi ci siamo opposti con fermezza alla tecnologia nucleare che il governo avrebbe voluto importare nel nostro paese perché la riteniamo ancora legata a troppe incognite sulla sicurezza e soprattutto antieconomica. Inoltre questo governo ha utilizzato fin dall’inizio un metodo di imposizione delle proprie scelte ai territori locali assolutamente inaccettabile, fondato da una logica centralista tutta tesa a scavalcare la concertazione e il confronto con Regioni e comuni. Anche l’Emilia Romagna e Caorso, che molto probabilmente sarebbe stata compresa nella lista dei possibili siti per l’insediamento dei nuovi impianti, possono tirare un respiro si sollievo. Tuttavia la partita non è ancora chiusa: ora l’auspicio è che il governo faccia buon uso del tempo che si è dato, mutando strada e soprattutto mettendo a punto un piano energetico nazionale in grado di definire scelte precise, collocate nel contesto europeo. Le scelte non possono che essere quelle delle fonti rinnovabili, del riordino e del rilancio degli incentivi; e naturalmente la scelta di proseguire nelle politiche di risparmio e nella ricerca tecnologica”.  

Segreteria Camera del Lavoro di Piacenza: “No a questo nucleare”

La scelta della Cgil contrastare il piano del Governo per riportare il nucleare in Italia è antecedente alla tragedia in corso in Giappone ed è conseguente ad un giudizio di merito sul piano stesso. Quello che sta avvenendo introduce un ulteriore elemento di riflessione che riguarda il mondo intero.
Diversi Governi europei hanno correttamente avviato una fase di approfondimento delle tematiche legate all’utilizzo dell’energia atomica nella produzione energetica, riteniamo che anche il Governo italiano dovrebbe fare altrettanto. Ora più che mai occorre riflettere sul futuro modello energetico del Paese, certamente ribadendo la scelta dello sviluppo delle energie rinnovabili, del risparmio e dell’efficienza energetica e per questo confermiamo la nostra opposizione al Decreto Legislativo del Governo approvato il 3 Marzo u.s. che modifica unilateralmente gli incentivi economici per lo sviluppo delle rinnovabili, ma al tempo stesso occorre misurarsi con uno scenario che assicuri l’energia necessaria allo sviluppo del Paese che, con ogni evidenza, non può essere basato sulla tecnologia nucleare oggi disponibile.
Occorre rimettere mano alla revisione del Piano Energetico Nazionale mobilitando tutte le risorse intellettuali e tecnologiche allo scopo di assicurare, nel rispetto delle compatibilità ambientale e della sostenibilità economica, il fabbisogno energetico del Paese.

Segreteria Camera del Lavoro
territoriale di Piacenza
Paolo Lanna
Paolo Chiappa
Stefania Bollati
Gianluca Zilocchi
Mattea Cambria
 
Intervento di Idv Piacenza

Egregio direttore,
sul ritorno al nucleare è scattata la moratoria di un anno; lo ha deciso il Consiglio dei Ministri nell’ultima seduta dopo i tentennamenti di questi giorni. La manovra è dovuta al crescente timore del Governo per il referendum abrogativo contro il nucleare in programma il 12 giugno e alla preoccupazione che sale ancor più inesorabilmente con l’avvicinarsi delle amministrative. Non è bastato infatti il mancato election day (cioè l’accorpamento di amministrative e referendum) che fa sprecare la "modica" cifra di 350 milioni di euro di soldi pubblici con lo scopo di depotenziare lo strumento referendario, il Governo si è voluto spingere oltre. E’, insomma, la classica scelta di convenzienza fatta per non perdere consensi. D’altronde gli italiani il nucleare proprio non lo vogliono. Un recente sondaggio  rivela che tre cittadini su quattro sono contrari alla costruzione di centrali in Italia e il 70% del campione è disposto ad andare a votare al prossimo referendum. Lo stratagemma della moratoria non servirà però ad invalidare il quesito referendario; ciò potrà avvenire solo nel caso del ritiro della legge sul ritorno all’atomo voluta fortemente dal Governo, ammettendo quindi il fallimento della strategia perseguita per farci ritornare ad un’energia obsoleta dove a riempirsi le tasche è  la solita cricca. L’Italia dei Valori auspica invece che l’Esecutivo ascolti le parole del Presidente Napolitano, tornato a ribadire con un messaggio l’importanza degli investimenti in energie rinnovabili.
MARCO MONTANARI – responsabile provinciale ambiente Italia dei Valori

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