Studenti in piazza contro il "Bologna Process" foto

Anche a Piacenza gli studenti sono scesi in piazza contro il “Bologna Process”. Il corteo è partito alle 9 dal liceo Respighi e ha attraversato il centro storico fino al liceo Gioia. La manifestazione è stata organizzata dal Network Antagonista Piacentino e dal Collettivo Intifada.

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Anche a Piacenza gli studenti sono scesi in piazza contro il “Bologna Process”. Il corteo è partito alle 9 dal liceo Respighi e ha attraversato il centro storico fino al liceo Gioia. La manifestazione è stata organizzata dal Network Antagonista Piacentino e dal Collettivo Intifada.

Ecco il comunicato stampa inviato dal Network Antagonista Piacentino e dal Collettivo Intifada relativo alla manifestazione di oggi.

Giovedì 24 marzo, ricorre infatti la giornata europea contro il “Bologna Process”, ovvero il processo di smantellamento dell’istruzione pubblica deciso dall’Unione Europea per uniformare al ribasso i sistemi educativi dei paesi membri. Il modello è quello americano, in cui pochi istituiti raccolgono il meglio dal punto di vista della qualità (strutture, docenza) facendolo pagare a cifre inaccessibili per la stragrande maggioranza della popolazione. Il resto che si arrangi nelle spoglie di quel che rimane del settore pubblico! Come si mantiene un’istruzione elitaria? Con i soldi delle rette, certo, ma anche con i finanziamenti delle aziende private che in cambio pretendono (e ottengono) di orientare la didattica e la ricerca sui loro interessi particolari.

E’ proprio quello che viene imposto dalla “riforma” Gelmini, che al furto di soldi al settore pubblico associa l’apertura ai privati nei “consigli di amministrazione” delle università.
La storia europea e italiana, però, ci parla d’altro. Ci parla di un diritto all’istruzione per tutti conquistato al prezzo di tante lotte e tanto sangue versato. Lotte perché anche il figlio dell’operaio potesse divenire dottore.

Sebbene da due anni a questa parte un movimento di opposizione si sia battuto generosamente contro questo processo, la sordità del governo e del parlamento ha prodotto comunque l’approvazione della riforma. Ma essa deve essere tradotta in fatti attraverso i decreti applicativi, e rimane quindi il tempo per provare ancora una volta a far valere il peso dei numeri e della forza dal basso.

Quella stessa forza costituente che in autunno ha paralizzato il paese con i blocchi di strade e autostrade e con la contestazione del parlamento del bunga bunga a Roma.
Una forza che solo attraverso la pratica degli obiettivi e del conflitto può rimettere in discussione gli assiomi neoliberisti che banche e istituzioni vorrebbero trasferire nel sistema formativo. Non a caso, la giornata del 24 sarà dedicata in tutto il continente alla critica degli istituti bancari che hanno prodotto la crisi ma che, scaricandone i costi sulle fasce popolari sotto forma di austerity e tagli all’istruzione, pretendono di trarre profitto dalla stessa.

In una fase storica come questa, esserci e lottare uniti non è importante: E’ FONDAMENTALE! Contro un sistema in crisi irreversibile, ormai totalmente delegittimato, ancora una volta in piazza per urlare QUE SE VAYAN TODOS!

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