"Acquari" al Teatro Trieste 34

Ultimo appuntamento con la rassegna di prosa Le voci della luna

Le voci della luna
Rassegna di teatro al femminile organizzata da PKD e Le Stagnotte

“Io credo che se ci fosse un po’ di silenzio,
 se tutti facessimo un po’ di silenzio,
forse qualcosa potremmo capire”
(dal film La voce della luna di Federico Fellini)

Ultimo appuntamento con la rassegna di prosa Le voci della luna, che chiude questa seconda edizione con un debutto: Acquari, della compagnia milanese Raffinerie Cobaiasci.
In scena un’intesa Samantha Oldani che ci farà vedere il mondo e la vita attraverso gli occhi di Esther, una donna che ha deciso di “vivere” dietro un vetro…

L’appuntamento è per SABATO 9 APRILE ore 21, al teatro Trieste 34.
Posto unico non numerato, euro 12

 

ACQUARI

di e con Samantha Oldani
luci e suoni Mauro Caminati
un ringraziamento a Renzo Bassi, Claudia Pastorini e Graziella Trecordi

Venghino, Signori, venghino
a vedere il magnifico esemplare,
una donna unica nel suo genere,
comune come tante.
Venghino, Signori, venghino
a guardare attraverso un vetro
chi di voi ha deciso di fare a meno.

Esther si è ritirata dal mondo e vive in una vasca all’interno di un acquario; qui sembra avere tutto ciò che le serve, qui scandisce la sua routine quotidiana tra “turni di lavoro” e riposo casalingo. Ha scelto di essere distaccata e protetta per sfuggire al male, per non riceverne e per non farne.
La sua è una grottesca esistenza, rintanata dietro il suo vetro sbircia e indaga il mondo diffidente e schiva, si protegge da un ricordo troppo difficile da accettare anestetizzandosi da qualsiasi contatto umano. Ma un giorno il suo “acquario” inizia a fare acqua e il “fuori” comincia a infiltrarsi prepotentemente, minacciando il vetro di protezione che allontana e deforma la realtà. Il panico si impadronisce della donna che fa di tutto per proteggere la sua “vasca”, convinta di farlo legittimamente, di esserne in qualche modo autorizzata; ma fin dove sarà disposta ad arrivare per salvare il suo microcosmo?

Lo spettacolo indaga il paradosso della vita contemporanea, vissuta in continuo e apparente contatto con il mondo intero ma da una postazione ritirata, protetta e costantemente mediata da un “mezzo”. Proprio come da una vasca di un acquario, dalle nostre case, dai monitor di tv e computer, guardiamo il mondo esterno e ci facciamo guardare, ma sempre attraverso una membrana che ci protegge. Una membrana che non permette di farci avvicinare troppo da persone e avvenimenti e, viceversa, evita di farci coinvolgere realmente assolvendoci dal “dover” intervenire.
 

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