All’Avila gli studenti incontrano i professionisti del bere responsabile

Gli studenti degli istituti alberghieri hanno incontrato all'Avila i barmen AIBES  per il forum su "I Giovani ed il bere responsabile", organizzato all'interno del 35° concorso regionale dell'Associazione Italiana Barmen e sostenitori.

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Già la disposizione dei divani fa capire che non si tratta del solito convegno frontale. Gli studenti degli istituti alberghieri e i barmen AIBES sono disposti in cerchio, tutti allo stesso livello, per il forum su "I Giovani ed il bere responsabile", organizzato all’interno del 35° concorso regionale dell’Associazione Italiana Barmen e sostenitori.
In attesa della sfida dei professionisti in pedana, in una meravigliosa Avila già allestita per la gara e con il corner dedicato alle aziende di settore, i professionisti attuali del bere bene e responsabilmente incontrano i professionisti del futuro: "Voi siete qui in una duplice veste – come utenti e come professionisti. Il vostro ruolo è quindi fondamentale per trasferire la cultura del bere, che è molto diversa dalla cultura imperante dello sballo", introduce Angelo Borrillo, vice Presidente nazionale di AIBES. Insieme a lui ci sono Gianluca Brizzolesi, barman AIBES piacentino, Daniele Bergami, docente dell’Istituto Alberghiero Serramazzoni, e Emanuele Brianti, Responsabile vendite Canale notturno di DIGEO Italia.
Brevissima introduzione ed i microfoni passano immediatamente ai ragazzi, per un incontro di ascolto, prima che di divulgazione. Parlano tutti, esprimendo posizioni differenti. La maggior parte dei ragazzi e delle ragazze presenti sono frequentatori abituali delle discoteche. Dalle loro parole emerge una consapevolezza probabilmente superiore a quella dei coetanei: sono giovani formati negli istituti alberghieri, che conoscono il panorama liquoristico perchè gli viene insegnato sui banchi di scuola e che cercano di portare all’interno del gruppo di amici la moderazione nel bere: "Vado molto spesso in discoteca, per divertirmi, e bevo un cocktail a sera. Cerco di fermare i miei amici quando vedo che esagerano", racconta A., studentessa diciassettenne dello IAL Serramazzoni. La moderazione è un risultato che costa impegno ("Bevo uno o due cocktail – racconta un compagno di classe di A. – e mi fermo, anche se a volte non è proprio facile!") ma la cultura che viene trasmessa a scuola dà evidentemente i suoi frutti. Il Professor Bergami, infatti, racconta che alcune sue lezioni sono dedicate all’assaggio dei prodotti del panorama liquoristico "ovviamente con un cucchiaino: non si può pensare di impartire una conoscenza soltanto teorica, soprattutto se si vuole far distinguere la qualità dei diversi liquori".

Concorda con Bergami Angelo Borrillo, anch’egli docente, oltre che vice Presidente AIBES, che dichiara di essere stato osteggiato per aver sostenuto questa posizione in alcuni contesti istituzionali. L’educazione passa dalla condivisione della conoscenza, ma anche dall’esperienza diretta e controllata. Il bere bene significa scegliere prodotti di qualità e miscelati senza eccedere con l’alcol: "Quando vedete che i barmen delle discoteche esagerano con le quantità di alcol, non abbiate timore a dirgli che sapete come si fa un cocktail e che quelle non sono le dosi giuste: vedrete che anche i vostri amici vi ringrazieranno, perchè berranno un cocktail molto più buono" racconta un barmen presente nel pubblico: "ho lavorato in discoteca per molti anni. Ho toccato con mano la differenza tra liquori di qualità e prodotti scadenti".

Uno dei ragazzi chiede che anche i barmen siano responsabili, smettendo di somministrare alcolici a clienti in evidente stato di alterazione. A quelli che – ci dice la studentessa accanto – "bevono per mettersi in evidenza, per far vedere che reggono meglio l’alcol e che, quindi, sono più forti. Ma noi possiamo cambiare questa cultura dello sballo, bevendo con moderazione e invitando anche i nostri amici a fare lo stesso. Il divertimento non è legato all’alcol. Io e i miei amici beviamo poco e ci divertiamo molto!". Poi, c’è anche M., studente musulmano: "Io non posso bere, per la mia religione, anche se ogni tanto mi capita di trasgredire… ma raramente!".
Un altro intervento di un partecipante del pubblico presente ad Avila per il Concorso Regionale AIBES sottolinea il ruolo educativo della famiglia, portando la sua esperienza personale di barmen e padre di un ragazzo di 18 anni: "Mio figlio conosce tutti i liquori, assaggiati in quantità piccolissime sotto la mia guida. Tra di noi c’è un rapporto di fiducia totale. Dopo avergli trasmesso la giusta conoscenza so e vedo che si comporta in modo consapevole e responsabile".
"Infatti – conclude il vice Presidente AIBES – gli alcolici anticamente erano dei medicinali. Questo vuol dire che l’alcol può essere sia un amico che un nemico: dipende da noi farne il giusto uso". 
 
Dalle 15.30 di oggi pomeriggio e fino alle 20.00, gli ottanta concorrenti iscritti al Concorso saranno in pedana, ognuno con una ricetta originale, per vincere questa prestigiosa competizione, "la Formula1 di barman e barlady", l’ha definita Massimiliano Bagni, Fiduciario AIBES per l’Emilia Romagna e la Repubblica di San Marino. Molte dei cocktail che verranno sottoposti alla Giuria tecnica sono a base di frutta e a basso tenore alcolico: tra i barman formati all’interno di AIBES, la consapevolezza e la cultura sono elementi da cui non si può prescindere. Lo dimostrano anche le ricette in concorso.
 
 

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