De Micheli (Pd): "Manovra senza crescita, enti locali sempre più poveri" 

Giudizio netto quello di Paola De Micheli, parlamentare piacentina del Partito Democratico di fronte alla manovra economica che il governo sta mettendo a punto

"Nessun sostegno ai comuni virtuosi e alla crescita dell’economia, quando ogni 0,1 per cento di incremento del Pil significherebbe 1,4 miliardi di euro in meno di tagli". Giudizio netto quello di Paola De Micheli, parlamentare piacentina del Partito Democratico di fronte alla manovra economica che il governo sta mettendo a punto per decreto in queste ore. In una conferenza stampa alla sede provinciale del Pd, la deputata ha prospettato gli effetti non propriamente positivi che che potrebbero ricadere anche sul territorio piacentino.

"Il rigore e la crescita dovrebbero i fari di ogni azione di governo – ha fatto rilevare – in questa difficile congiuntura, invece sono due concetti ignorati dal governo. Per quanto riguarda gli enti locali, l’attesa dei comuni sopra i 5mila abitanti intorno alle ipotesi di allentamento del patto di stabilità, andrà delusa. La manovra parla infatti di generici criteri di virtuosità senza indicare numeri precisi e soprattutto rinvia l’applicazione dei benefici a dopo il 2013. Una scelta inaccettabile per i Comuni, come i nostri, oggi impossibilitati ad effettuare pagamenti, a sbloccare gli investimenti e anche all’utilizzo degli avanzi di amministrazione".

"Intanto questo governo concede ancora una volta uno stanziamento adhoc di ben 45 milioni al comune di Palermo, mentre sono stati azzerati i fondi nazionali per le politiche sociali e queste sono state delegate unicamente agli enti locali". "La proposta del Pd – ha aggiunto – è quella di spostare il carico del patto di stabilità sul debito pubblico, in modo che paghino gli enti locali che vanno in deficit".

Anche sul tema della crescita, molto critica la parlamentare piacentina. "In questa manovra non ci sono liberalizzazioni, salvo per i centri per l’impiego, nè alcuna misura efficace per il sostegno dell’export e della crescita: invece le aziende, come quelle del nostro territorio del comparto della meccanica, dell’edilizia, dell’energia avrebbero bisogno di ben altre politiche".

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