Mais alle stelle, la denuncia di Confagricoltura Piacenza

l mais ha raggiunto quotazioni altissime e se da un lato la notizia è salutata positivamente da chi si dedica alle colture industriali, dall’altro, porta in sofferenza le aziende zootecniche. Filippo Gasparini – Presidente della Sezione di Prodotto lattiero-casearia di Confagricoltura Piacenza – punta il dito contro la mancanza di una strategia.  

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MAIS ALLE STELLE: LA ZOOTECNIA STENTA A TENERE IL PASSO
Gasparini: troppi vincoli, servono tavoli di studio e una strategia – comunicato stampa
 
Il mais ha raggiunto quotazioni altissime e se da un lato la notizia è salutata positivamente da chi si dedica alle colture industriali, dall’altro, porta in sofferenza le aziende zootecniche. Filippo Gasparini – Presidente della Sezione di Prodotto lattiero-casearia di Confagricoltura Piacenza – punta il dito contro la mancanza di una strategia.  “Le speculazioni – spiega Gasparini – fanno parte delle attività di un mercato libero in cui dobbiamo per forza fare i conti anche le manovre di chi sposta grandi masse di derrate in funzione del prezzo e viceversa. Non è prendendosela con i mercati che si trovano le soluzioni: le derrate sono oggetto, come tutti gli altri beni, della logica della domanda e dell’offerta ed i grandi gruppi oggi spostano le produzioni agricole al pari delle altre commodities. L’agricoltura, semmai, deve riorganizzare meglio i propri equilibri, deve occuparsi di tecnica, di miglioramento rese e di equilibrio tra food e feed”. Confagricoltura non punta il dito sulle dinamiche dell’economia, dunque, per quanto sia evidente che le tensioni in corso possano generare difficoltà alle aziende, lo sforzo dell’associazione è concentrato sull’individuazione di soluzioni, politiche di miglioramento ed azioni sindacali di denuncia contro inutili e gravosi orpelli che mettono le aziende in condizioni di non poter competere ad armi pari con quelle degli altri Paesi.  Le derrate che apportano amido agli allevamenti sono in tensione, com’è in tensione il mercato dell’energia, ma prendersela con la borsa è follia – sottolinea l’Associazione degli Imprenditori agricoli – Manca semmai una politica a livello nazionale che consenta di rendere più facile la coltivazione del mais modificando le restrizioni tecniche oggi presenti e garantendo un più facile accesso alla risorsa irrigua indispensabile per questa coltura; in prospettiva, si devono individuare soluzioni per trovare un equilibrio tra food e feed. “Quello che fa scandalo – precisa Gasparini – è che non si tolgano i lacci che la coltura ha: limitazioni di natura ambientalista slegate dal supporto di studi scientifici. Mi riferisco all’impossibilità di utilizzare gli OGM, al divieto dei neonicotinoidi, alla mancanza di piani per gestire meglio la risorsa irrigua. Un‘agricoltura serie dovrebbe avere un programma di gestione, con il quale, probabilmente, non si riuscirebbero in ogni caso fare i numeri che si vogliono, ma che consentirebbe di gestire i rapporti. Gli impianti di biogas, ad esempio, hanno bisogno di ottimo mais ed i campi con peggiori performance rischiano di andare nel sistema di alimentazione animale.  Il biogas fatto in questi termini non è compatibile con l’attività zootecnica, non c’è terra a sufficienza se consideriamo anche la competizione dell’urbanizzazione e delle infrastrutture. Una classica strategia di difesa contro le turbolenze dei mercati è sempre stata quella di utilizzare le produzioni aziendali, ma la nostra agricoltura non riesce ad aumentare le rese perché l’innovazione è bloccata e, senza certe tecniche, la strada della monosuccessione è interdetta. Le OP francesi del massiccio centrale delle vacche nutrici, stanno trasformando i loro allevamenti perché non investono più sul mercato italiano considerando il mercato dei vitelloni “morto”: loro sono state in grado di fare un’analisi sul nostro mercato prima di noi, anche da noi servono i tavoli di studio e serve una politica”. 
 

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