Progetto Kamlalaf, tre giovani in partenza per Bujumbura

Ormai è tutto pronto per la partenza del progetto Kamlalaf: tre settimane nella capitale del Burundi, Bujumbura, per “conoscere in modo approfondito una cultura diversa dalla nostra”.

Ormai è tutto pronto per la partenza del progetto Kamlalaf: tre settimane nella capitale del Burundi, Bujumbura, per “conoscere in modo approfondito una cultura diversa dalla nostra”. Questo l’obiettivo dell’iniziativa nelle parole dell’Assessore al Futuro del Comune di Piacenza, Giovanni Castagnetti, durante la conferenza stampa che si è svolta questa mattina nella sala consiliare del Comune.

Come negli anni scorsi infatti un gruppo di ragazzi piacentini sarà “viaggiatore” (non semplice turista) in paesi e realtà diverse dalla nostra, e in particolare questo giovedì, alle ore 16.30, partirà il viaggio per Bujumbura, cui prenderanno parte le giovani Cecilia Campione, Stefania Albertazzi e Costanza Rizzi. Durante la loro permanenza in Africa le partecipanti contribuiranno, assieme alla popolazione locale, alla fabbricazione di mattoni e case; parteciperanno inoltre a numerosi dibattiti ed incontri culturali, inerenti gravi problematiche locali come guerre, ambiente, aids…

Le tre viaggiatrici si sono dette contente ed emozionate di partecipare a questa esperienza:  “Ci aspettiamo di ritornare a Piacenza con un bagaglio di nuove esperienze, nuove conoscenze e differenti modi di pensare”, dice Costanza; dello stesso avviso anche le altre ragazze, anche se Cecilia specifica: “Non ci sentiamo portatrici di una carità pietosa, unilaterale: piuttosto vogliamo collaborare con il popolo burundese sapendo che l’aiuto sarà reciproco”.

E’ intervenuto poi Giacomo Cantù, che l’hanno scorso ha visitato l’Uganda grazie al progetto Kamlalaf: “Il viaggio mi ha coinvolto a tal punto che anche quest’anno, autonomamente, ho deciso di andare in Kenya presso il villaggio della dottoressa piacentina Francesca Lipeti. Durante il mio viaggio ho scoperto che tutte le competenze di noi “occidentali” possono essere preziosissime per il continente africano, e ho inoltre sperimentato una sorta di “discriminazione al contrario”: osservando le persone che mi inveivano contro, per strada, ho scoperto quanto sia crudele il razzismo che purtroppo imperversa anche nel nostro Paese”.

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