Economia, nel 2012 ci aspetta “una lunga marcia nel deserto”

Il 2012 che ci aspetta sembra dipingersi di tinte fosche, per quanto riguarda l’economia provinciale. In Camera di Commercio è stata presentata, dal presidente Giuseppe Parenti e da Massimo Guagnini di Prometeia, l’indagine relativa agli scenari propspettati per il nostro territorio per il prossimo triennio. E se il 2011 sembra chiudersi senza particolari criticità, ma comunque con una crescita minore rispetto a quella ipotizzata, il prossimo anno rischia di rappresentare "una lunga marcia nel deserto".

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Piacenza – Il 2012 che ci aspetta sembra dipingersi di tinte fosche, per quanto riguarda l’economia provinciale. In Camera di Commercio è stata presentata, dal presidente Giuseppe Parenti e da Massimo Guagnini di Prometeia (a fondo pagina l’allegato con l’analisi completa), l’indagine relativa agli scenari propspettati per il nostro territorio per il prossimo triennio. E se il 2011 sembra chiudersi senza particolari criticità, ma comunque con una crescita minore rispetto a quella ipotizzata, il prossimo anno rischia di rappresentare “una lunga marcia nel deserto”.

Tra i settori in maggiore difficoltà risultano essere le costruzioni e la meccanica industriale, bene i servizi che vedranno però una battuta d’arresto proprio nel 2012. Nel 2013 sono attesi segnali di timida ricrescita. La battuta d’arresto è dovuta, spiega all’entrata in vigore delle misure previste dalla manovra, una situazione che dovrebbe poi stabilizzarsi nell’anno successivo. Tuttavia per recuperare il gap della crisi del 2009, e tornare a quei livelli di crescita, dovremo aspettare almeno una decina d’anni.

Perché le previsioni ottimistiche non si sono avverate

“In fondamentali dell’economia italiana sono cambiati di poco – dice Guagnini – ma da metà luglio è venuta meno, a livello internazionale, la fiducia nel Governo italiano, condizionando così l’andamento in Borsa con ripercussioni sulle nostre banche, che pure hanno meno problemi di quelle francesi e tedesche. Anche nel mondo delle imprese i fondamentali sono favorevoli, abbiamo saputo reggere, insieme alla Germania, la concorrenza rispetto alla Cina per quanto riguarda le esportazioni, a differenza ad esempio di Francia e Spagna, che puntano sul mercato interno”.

Situazione a Piacenza

Il numero delle imprese registrate alla fine di settembre è pressoché invariato rispetto al 2010: 31860. La cassa integrazione è in calo, mentre resiste quella in deroga. “Le aziende – dice Parenti – hanno problemi di liquidità, ma sono calati i fallimenti e i protesti. Si trovano in difficoltà le costruzioni e la meccanica, come Camera di Commercio è necessario fare un’azione di informazione e formazione rivolta alle famiglie: i percorsi di studio che consentono di trovare subito lavoro sono quelli tecnici. Qui mancano le professionalità. Chi invece vuole andare all’università e iscriversi a filosofia o a sociologia avranno difficoltà, perché lavoro per tutti non ce n’é. Il terziario per il momento va bene, sotto il profilo occupazionale. Ma se non c’é produzione, diventa difficile sostenerlo”.

L’analisi economica di Prometeia

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