Diario argentino: Salta, “la bella” ai piedi delle Ande foto

Si trova in Argentina la comitiva da Piacenza della staffetta dell’Amicizia guidata da Pino Spaggi, ecco la quarta puntata con le foto e le impressioni da Buenos Aires di Prospero Craved. Il gruppo ha raggiunto le cascate dell’Iguazù.

Si trova in Argentina la comitiva da Piacenza della staffetta dell’Amicizia guidata da Pino Spaggi, ecco la nuova puntata con le foto e le impressioni da Buenos Aires di Prospero Cravedi (leggi la prima puntataleggi la seconda puntata leggi la terza puntataleggi la quarta puntata leggi la quinta puntataleggi la sesta puntata – leggi la settima puntata – leggi l’ottava puntata – leggi la nona puntata).  

Rute 16 verso Salta, la bella, 22 gennaio

 
Una linea bianca tratteggiata, lunga piu’ di cinquecento km segna un parte del nostro percorso per raggiungere Salta la Linda, la Bella, un panorama che non cambia, campi di girasole lunghi decine di km, ogni tanto qualche casa, qualche persona a cavallo, poi solo noi con il nostro camperino a rompere il silenzio, dopo tre ore di marcia il cartello ci indica Salta a 269 km, sempre diritto impossibile sbagliare.

Giorgio Zanelli, conosciuto geometra di Ponte che guida con grande abilita’ il camper comincia dare segni d’insofferenza stradale, anche per il fatto che l’asfalto non è perfetto, fa continuamente sobbalzare il camper. Di buono c’è che la temperatura, dopo il nubifragio di ieri, si è notevolmente abbassata, il silenzio e’ interrotto ogni tanto dal nostro clacson quando passiamo davanti ai numerosi santuari sul ciglio della strada, circondati da bandiere rosse e offerte votive.

Le cappelle son dedicate a Gauchito Gil vissuto verso la fine dell ottocento e considerato il Robin Hood argentino, che dopo una vita avveturosa fu impiccato e poi decapitato. La leggenda racconta che Gil prima di morire disse al suo uccisore che se non lo avesse sepolto, il figlio si sarebbe ammalato e poi morto. Il boia, tornato a casa, trovo’ il figlio ammalato, ritorno’ allora sul luogo dell’esecuzione e seppelì Gauchito Gil e il figlio guarì. Fu considerato un miracolo e la voce si sparse rapidamente, dando vita alla leggenda, e anche alla costruzione di tante cappelle che contengono offerte di ogni genere da parte di coloro che credono nel miracolo del gaucho.

Ora quando si passa davanti a una di questa cappelle, che sorgono lungo la strada è tradizione suonare con un colpo di clacson se non si vuole andare incontro a un viaggio disastroso o non arrivare mai. Più avanti a rompere il silenzio, vicino alla ferrovia in uno spazio immenso vediamo radunati un enormita’ di mucche, saranno alcune decine di migliaia, non si vede la fine, dove arrivano. Ci fermiamo per fare alcune foto, uno spettacolo impressionante, si sente un lamento sottile, sono convinto che loro sanno di andare a morire, come sono convinto che per molto tempo non mangerò più carne: il lamento mi ha fortamente impressionato.

Ora siamo a pochi km da Salta una citta’ di 500mila abitanti, adagiata ai piedi delle Ande, speriamo di potere visitare l’importante museo di Arquelogia di alta montagna dove sono esposte le mummie di tre fanciulli Inca trovate in alta montagna, un’altra leggenda argentina.

 
 
 

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