Diario argentino: sulla Carrettera degli Incas foto

Si trova in Argentina la comitiva da Piacenza della staffetta dell’Amicizia guidata da Pino Spaggi, ecco la quarta puntata con le foto e le impressioni da Buenos Aires di Prospero Craved. Il gruppo ha raggiunto le cascate dell’Iguazù.

Si trova in Argentina la comitiva da Piacenza della staffetta dell’Amicizia guidata da Pino Spaggi, ecco la nuova puntata con le foto e le impressioni da Buenos Aires di Prospero Cravedi (leggi le altre puntate). 

 

Mendoza,  27 gennaio 
 
Veramente straordinario il viaggio in due giorni che ci ha portato da Cafayate a Mendoza percorrendo 1100 km sulla mitica Ruta 40 una delle strade piu’ antiche dell’Argentina, che parte da Ambra Papa, vicino ai confini della Bolivia a nord, e si spinge fino alla Tierra del Fuego costeggiando le Ande Argentine per oltre 5.000 km. Per molti km abbiamo viaggiato su strada asfalta , ma come su un ottovolante per i continui saliscendi causati dai canali che arrivano dalle Ande, alcuni anche con acqua, poi alcune centinaia di km di zone desertiche con dune di sabbia, pochi i centri abitati.

L’Argentina ha grandi spazi ma pochi abitanti ormai concentrati nelle grandi citta’, quindi è possibile percorrere ore di strada senza incontrare nessuno. Finalmente arriviamo a Chilicito, una piccola citta’, cerchiamo il campeggio, lo troviamo a una decina di km sulle le rive di un piccolo fiume, verso una montagna inmerso nel verde di una fitta boscaglia con sullo sfondo le cime innevate delle Ande. Magnifico il posto, campeggio un po’ abbandonato e i servizi come al solito carenti.

Al mattino presto ripartiamo, ci aspetta una cavalcata di 600 km per raggiungere Mendoza e sappiamo che dobbiamo attraversare due passi, ma non che strade incontreremo, infatti dopo aver percorso un po’ di km su strada piatta e asfaltata, affrontiamo il pezzo di strada vecchia che ci porterà ai 2000 m del valico in una decina di km, di strapiombi da brivido, strettoie, polvere e sassi, spuntoni di roccia che sfioravano il nostro oramai mitico camper, io alla destra dell’abilssimo Zanelli, verso il burrone non vedevo tante volte la strada ma solo il fondo del precipizio, pezzi di strada che mancavano, carreggiata strettissima, non so cosa avremmo fatto se fosse arrivato un altro mezzo in senso contrario.

Arriviamo in alto, troviamo un cartello con scritto Carettera degli Incas, poi la strada si allarga, viaggiamo su di un altopiano, troviamo alcuni cantieri stradali, un pezzo di strada asfalta, ma non e’ finita. Ricomincia una altra salita ancora piu’ difficile, polvere fondo strada con buche, poi una galleria di una cinquantina di metri buia stretta, si cammina a passo d’uomo sperando di non toccare la roccia, poi la strada si apre, un lago con la diga, poi il verde con campi coltivati, finalmente dopo quattro ore di marcia un piccolo centro, con distributore, bar e finalmente persone.

Una breve sosta, poi ancora tanti km in una zona ancora semidesertica che poi, verso Mendoza, lascia posto a grandi estensioni vitivivinicole con grandi cantine, qui si produce la maggiore parte del vino di tutta l’Argentina. La nostra avventura sulla Ruta 40 finisce qui. Cosa dire? Purtroppo questa antichissima strada, come da noi la via Emilia, o altre strade, stanno per essere snaturate, con deviazioni viadotti e allargamenti: noi abbiamo avuto la fortuna di percorrerne ancora dei pezzi originali.

 
 

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di PiacenzaSera, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.