Estorsione a Castelvetro: “Pagati quasi 100mila euro”

Tre le persone arrestate: avrebbero preteso e ottenuto il denaro da un’imprenditore cremonese presso cui avevano eseguito alcuni lavori edili. Dai 40 mila euro pattuiti la cifra sarebbe indebitamente lievitata: il terzetto lamentava un ulteriore credito di 73mila euro. Indagine in corso per capire se siano legati alla criminalità organizzata. Rota Gelpi: "Denunciare queste situazioni".

Da diversi mesi si presentavano regolarmente in azienda richiedendo continue somme di denaro per alcuni lavori edili. Lavori che il committente, un imprenditore 36enne residente a Cremona, sosteneva di aver già pagato in base alla cifra pattuita. Una situazione proseguita fino alla serata di sabato, quando di fronte all’ennesima minaccia l’uomo ha chiamato i carabinieri.

Sarebbero questi i contorni della vicenda che ha portato all’arresto di tre persone residenti a Castelvetro, due fratelli di 41 e 46 anni ed una terza di 35, tutti incensurati e originari di Cutro in provincia di Crotone. I tre, titolari di una ditta edile, si erano presentati per l’ennesima volta nell’azienda dell’imprenditore, che produce serramenti, a Castelvetro Piacentino (Piacenza), pretendendo nuovamente una somma in denaro. Di fronte al rifiuto dell’uomo, presente in quel momento insieme al padre, il terzetto avrebbe iniziato a minacciarlo verbalmente per poi scaraventargli addosso una scrivania. Il 36enne era però riuscito ad allontanarsi dando l’allarme ai carabinieri di Fiorenzuola che avevano sorpreso i tre ancora sul posto. Di fronte ai militari avevano spiegato che il titolare doveva loro 73mila euro per alcuni lavori edili eseguiti e mai pagati.

Una versione in contrasto con quanto dichiarato dallo stesso imprenditore, che ha spiegato come l’iniziale cifra pattuita, circa 40mila euro, fosse indebitamente lievitata mese dopo mese, con i tre calabresi che regolarmente chiedevano nuovo denaro. Da quanto emerso il 36enne, a partire dall’agosto scorso, avrebbe versato loro tra i 90 ed i 100mila euro. Già nel settembre 2009 l’uomo aveva subìto l’incendio doloso della propria auto: un episodio mai chiarito e che potrebbe essere riconducibile alle minacce messe in atto nei suoi confronti. I tre si trovano ora in carcere con l’accusa di tentata estorsione. Gli accertamenti proseguono per capire se possano essere in qualche modo legati alla criminalità organizzata.

“Voglio rivolgere un ringraziamento all’imprenditore – ha detto il colonnello Paolo Rota Gelpi, comandante provinciale dei carabinieri – ed allo stesso tempo un appello a tutti coloro che si trovassero nella stessa situazione a rivolgersi immediatamente alle forze dell’ordine in modo da permettere di accertare eventuali responsabilità e per evitare che, a causa della connivenza o della tacita accettazione, chi delinque possa trovare terreno fertile”.