Dall’Acuto a PcSera: Social network, la regressione

Prosegue con questo articolo la collaborazione tra L’Acuto online (http://acuto.wordpress.com) e PiacenzaSera.it. L’Acuto è il giornale del liceo Gioia di Piacenza che da qualche tempo ha un’appendice telematica, un po’ blog e un po’ giornale. Noi abbiamo deciso di aprirgli uno spazio... leggere per credere.

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Prosegue con questo articolo la collaborazione tra L’Acuto online (http://acuto.wordpress.com) e PiacenzaSera.it. L’Acuto è il giornale del liceo Gioia di Piacenza che da qualche tempo ha un’appendice telematica, un po’ blog e un po’ giornale. Noi abbiamo deciso di aprirgli uno spazio… leggere per credere l’articolo qui sotto.

Ormai non mi stupisco più dell’ignoranza che dilaga nei social network, in cui quasi la totalità della nostra generazione vaga per ore senza uno scopo preciso. Sia chiaro, non sono un’amante delle polemiche fini a se stesse, ma credo che la situazione stia ormai degenerando al punto che non si può più tacere facendo finta di niente.

Siamo giovani, è giusto non dedicare il proprio tempo esclusivamente a discorsi seri ed impegnati, però anche gli argomenti più leggeri hanno modo e modo di venire trattati. Nessuno infatti vuole denigrare la comunicazione online, che può presentare diversi lati positivi, quali le maggiori possibilità di confronto, la condivisione e divulgazione di idee, la più ampia gamma di conoscenze, la corrispondenza in tempo reale, la più veloce e agevole trasmissione di notizie,l’accessibilità a quasi tutte le classe sociali, ma sembra che tutti questi aspetti non interessino gran parte degli utenti, almeno per quanto riguarda la nostra generazione, e le preoccupazioni maggiori restano la pubblicazione di foto o “stati” che hanno come fine quello di riscuotere il maggior numero di “mi piace” e di richieste d’amicizia.

Se ne vedono davvero di ogni:l’ ignoranza sempre più frequente e preoccupante delle regole grammaticali, che arriva ormai a sfiorare i livelli dell’analfabetismo,la superficialità e l’ ipocrisia dilaganti in merito a qualunque argomento, la noia talmente alta da spingere alla pubblicazione di pensieri insignificanti,la mancanza di coscienza dei limiti del pudore, che porta talvolta ad un’ imbarazzante pubblicizzazione di se stessi, la svalutazione della cultura, che vede spesso citazioni celebri di cui non si conosce neanche l’autore, la nascita di pubbliche discussioni in merito ad avvenimenti insulsi, dando così vita a diverbi inutili, privi di critiche costruttive o di pareri interessanti.

La logica della massa agisce sempre alla perfezione, non si riesce più ad evitare la conformazione, perché o ci si adegua all’andamento generale, o si disapprova rimanendo in silenzio, dato che è inutile fare della polemica contro chi non ne comprende le ragioni.

Stiamo regredendo, in un clima globale che necessiterebbe di menti fresche, attive, dinamiche e versatili, noi sprechiamo il nostro tempo in preda alla dipendenza di quella che ormai sta diventando, in termini neanche troppo iperbolici, una vera e propria forma di controllo. Ci offendiamo quando in televisione e sui giornali ci etichettano come “ la generazione perduta”, ma, ahimè, se siamo obbiettivi risulta difficile confutare questo appellativo.

Normalmente la mia indole ottimista mi spingerebbe a concludere questo articolo con una speranza di redenzione o , almeno, con un invito alla riflessione. Purtroppo, stavolta nemmeno io riesco ad intravedere una luce in fondo al tunnel, anzi, mi sembra che le cose vadano sempre peggio.

Social Network, mi arrendo, stavolta avete vinto voi.

(Camilla Sacca)

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