Estorsioni e furti, arrestato il capo della “gang” di piazza Cittadella

Era considerato il capo di un gruppo di giovani che si muovevano nella zona del centro cittadino, in particolare in piazza Cittadella. Una vera e propria gang, che si è resa responsabile di una serie di aggressioni e furti. Il ragazzo, un 19enne marocchino, è stato arrestato al termine di un’indagine condotta dai carabinieri del nucleo investigativo

Era considerato il capo di un gruppo di giovani che si muovevano nella zona del centro cittadino, in particolare in piazza Cittadella. Una vera e propria gang, che in poche settimane si è resa responsabile di una serie di aggressioni e furti. Il ragazzo, un 19enne di origine marocchina, è stato arrestato al termine di un’indagine condotta dai carabinieri del nucleo investigativo e coordinata dalla Procura della Repubblica. Gravi le accuse nei suoi confronti: rapina estorsione e furto.

Il gruppo di cui era il leader, composto da una decina di ragazzi italiani e stranieri, fra cui anche alcuni minorenni, era da tempo oggetto di numerose segnalazioni, in particolare giunte da commercianti della zona e arrivate anche nelle scorse settimane sul tavolo del Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica. Le loro vittime preferite erano giovanissimi studenti, anche di 13 e 14 anni, che sotto minacce venivano costretti a consegnare soldi e telefoni cellulari. Veri e propri episodi di bullismo, degenerati in qualche caso anche in violente aggressioni. “In un episodio avvenuto alla vigilia dello scorso Natale – ha spiegato il comandante Rocco Papaleo, comandante del nucleo investigativo – la gang aveva aggredito un gruppo di ragazzi; uno di loro in particolare era stato ferito da una bottigliata in testa e la sua fidanzata derubata”.

Il 19enne, già indagato in passato dalla Procura dei Minori per uno scippo ai danni di una ragazza, dovrà rispondere di sette distinti episodi commessi tra il giugno ed il dicembre scorsi. L’ordinanza di custodia cautelare nei suoi confronti è arrivata al termine di un’attività investigativa condotta anche attraverso pedinamenti e appostamenti e dopo aver acquisito una serie di testimonianze. Operazione quest’ultima resa difficile, come ha sottolineato Papaleo, “dalla nomea che il ragazzo si era creato a seguito delle minacce e delle vessazione messe in atto”. Al marocchino sono stati concessi gli arresti domiciliari, mentre la posizione di altri ragazzi risulta al momento al vaglio. Dalla Procura arriva l’invito a chi fosse stato vittima di episodi analoghi a rivolgersi alle forze dell’ordine.  L’intervista al capitano Papaleo