Protocollo antimafia, aderiscono Piacenza, Cadeo, Asl e Acer foto

Protocollo antimafia, aderiscono i Comuni di Piacenza e Cadeo, oltre all’Asl e all’Acer. Oggi davanti al prefetto Antonino Puglisi è stato siglato il documento, che si prefigge di sconfiggere le infiltrazioni mafiose negli appalti pubblici. 

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Protocollo antimafia, aderiscono i Comuni di Piacenza e Cadeo, oltre all’Asl e all’Acer. Oggi davanti al prefetto Antonino Puglisi è stato siglato il documento, che si prefigge di sconfiggere le infiltrazioni mafiose negli appalti pubblici. 

“Oggi viene compiuto un passo avanti molto importante – sottolinea il prefetto Puglisi – perché il Comune di Piacenza rappresenta una delle stazioni appaltanti più importanti del territorio”.

“Vogliamo fare squadra, perché la criminalità si sconfigge restando uniti – aggiunge il sindaco di Piacenza Roberto Reggi -, intensificando i controlli anche tra i subappaltatori. E’ necessario trovare un’omogeneità d’intenti, ed è positiva l’adesione di Acer e Asl, che spesso si occupano di appalti edili, settore dove le infiltrazioni mafiose trovano maggior spazio”. 

“Abbiano aderito perché crediamo che sia necessario anche il nostro contributo – osserva Marco Bricconi, primo cittadino di Cadeo -, nonostante questo rappresenti, per un Comune piccolo come il nostro, un aggravio di lavoro per i tecnici”. 

Presenti alla firma anche un rappresentante Asl e Flavio Antelmi, presidente Acer. 

Il protocollo è una diretta conseguenza di norme di legge che esistono già in materia di lotta alla mafia negli appalti pubblici. La novità principale risiede nell’abbassamento della cifra dalla quale sarà possibili far partire i controlli: se la legge prevede che la cifra minima da cui si possono fa partire i controlli è di 5 milioni di euro per i lavori e di 200mila euro per le forniture e servizi, con il nuovo protocollo la cifra sui lavori si abbassa a 250mila euro mentre rimane invariata quella su forniture e servizi. Maggiore controllo anche sui servizi “sensibili”, come trasporto rifiuti e prodotti di scarico, dove le aziende vincitrici saranno obbligate a comunicare ogni due mesi alla Prefettura tutte le informazioni relative alle ditte coinvolte nei lavori.

Il protocollo regolamenterà in modo particolare i subappalti, da sempre maggiormente esposti al rischio di possibili infiltrazioni della criminalità organizzata. Oltre all’avvio dei controlli antimafia ai subappalti a partire da 50mila euro, le aziende che hanno già partecipato alle gare di appalto non potranno partecipare al successivo subappalto. Rimane l’obbligo per le aziende vincitrici dell’appalto di comunicare alla Prefettura tutte le informazioni sulle ditte che parteciperanno al subappalto. 

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