Economix: Cronaca dall’Emilia ferita

I cosiddetti territori della “bassa”, che comprendono le province di Modena, Mantova e Ferrara, sono stati colpiti da un devastante terremoto che oltre a vittime, ha lasciato sul territorio carcasse di capannoni, case e chiese. Ma la cosa che colpisce maggiormente, in mezzo a tanta desolazione, è la forza della gente. C’è voglia di fare, di ricominciare.

Cronaca dall’Emilia ferita

 
Ogni sera, verso le 21,30, mia moglie, mia figlia ed io, ci prepariamo per raggiungere il nostro giardino, davanti casa, a misura di sicurezza, per trovare riparo, ad una notte spesso insonne e fredda, all’interno di una tenda.

Durante il giorno la casa viene utilizzata: si cucina, ci si lava, si utilizza il bagno e, raramente, si accende la televisione. Durante il giorno si trova il coraggio di entrare, perché il giorno, con la frenesia delle attività, assorbe i movimenti della terra, i movimenti dell’anima.

La notte no. La notte, con i suoi silenzi, con l’oscurità che tutto avvolge e che amplifica le fragilità e le insicurezze, non è il momento di entrare in casa, si dorme fuori.

I vigili del fuoco hanno detto che la casa è “fruibile”, e ne siamo ben contenti, ma la tensione che giorno dopo giorno si accumula, non ci consente di rientrare in un regime di normalità.

Il territorio è “invaso” da un esercito di soccorritori. Ad un paio di chilometri da casa nostra, c’è il campo base dei vigili del fuoco: un numero impressionante di mezzi di soccorso di varia natura, militarmente ordinati su un grande spiazzo. Lo spiazzo dove ogni estate, in agosto, si organizza quella che una volta si chiamava la “Festa dell’Unità”.

Quanto sopra descritto potrebbe anche essere l’inizio di un racconto, o di un romanzo; purtroppo è realtà.

I cosiddetti territori della “bassa”, che comprendono le province di Modena, Mantova e Ferrara, sono stati colpiti da un devastante terremoto che oltre a vittime, ha lasciato sul territorio carcasse di capannoni, case e chiese; quest’ultime particolarmente colpite.

Girando per paesi come Cavezzo e Mirandola, si ha l’impressione di vivere sul set di un film del genere catastrofico, ma purtroppo è realtà. Palazzi di recente costruzione non hanno retto al movimento della terra ed hanno ceduto, polverizzando in pochi attimi intere vite di sacrifici per costruirsi una casa. Una casa che è stata sostituita, temporaneamente, da una tenda blu messa a disposizione dalla “Protezione civile”, dove si convive con altri la medesima sorte, con il pensiero rivolto continuamente ad un futuro incerto. “Se almeno le scosse finissero”, si sente spesso dire, come una continua litania. Una sorta di preghiera rivolta al “mostro” che plachi la sua ira.

“Almeno ho mantenuto il lavoro”, dice una signora alla quale è stato comunicato che non potrà mai più rientrare nella sua casa, perché presto verrà demolita. Già il lavoro, perché invece altri, tanti, troppi, l’hanno perso. Si parla di circa 20.000 persone senza lavoro.

Ma la cosa che colpisce maggiormente, in mezzo a tanta desolazione, è la forza della gente. C’è voglia di fare, di ricominciare. Con le ferite ancora aperte ci si rialza e si guarda verso il futuro.

“E se lo Stato non dovesse risarcire i danni ?” domando. “Non ha importanza, in qualche modo faremo; l’importante è poter riprendere al più presto il lavoro”.

Già il lavoro. In questo piccolo buco d’Italia si produce circa il 2% del PIL nazionale. Qui di lavoro ce n’è sempre stato. Per tutti. Anche se la crisi economica si è fatta comunque sentire.

Il Governo, in seduta straordinaria del 30 maggio scorso, ha emesso un Decreto per gestire sia l’emergenza che la ricostruzione e la ripresa del lavoro; il Decreto Legge prevede, tra l’altro la concessione di contributi a fondo perduto per: la ricostruzione e riparazione delle abitazioni danneggiate dal sisma; la ricostruzione e la messa in funzione dei servizi pubblici (in particolare le scuole); per gli indennizzi alle imprese; per gli interventi su beni artistici e culturali.

Oltre al numero di telefono 45500 attivo per donare 2 euro da destinare a “emergenza terremoto in Emilia”, varie anche le iniziative “dal basso” pro terremotati, tra le quali:

www.teniamobotta.com – Radio Bruno ha organizzato una iniziativa di raccolta fondi con l’acquisto di una T-SHIRT con impresso il logo dell’iniziativa;

www.facciamoadesso.it – Iniziativa creata da alcuni professionisti di sostegno alle imprese colpite dal terremoto, offrendo in aiuto, in sostanza: disponibilità all’acquisto di materie prime e prodotti; immobili; manodopera; servizi professionali;

www.savethechildren.it – Un team di operatori specializzati è al lavoro in diversi campi di accoglienza per coinvolgere i bambini in attività ludico-educative orientate ad aiutarli a superare il trauma del terremoto;

www.oipa.org – L’Organizzazione Internazionale Protezione Animali è presente sul territorio per portare assistenza agli operatori locali per la ricerca ed il ricovero di animali domestici smarriti, o comunque che non possono soggiornare nelle tende della Protezione Civile con i loro padroni (http://www.oipa.org/italia/2012/randagismo/terremoto.html);

www.enpa.it – L’Ente Nazionale Protezione Animali, ha messo a disposizione Isotta, un’autoambulanza attrezzata per prestare soccorso agli animali da affezione e piccoli selvatici.

Oltre alle numerose iniziative economiche, sportive, artistiche, ludiche e gastronomiche per la raccolta di fondi e beni da destinare alle popolazioni colpite dal terremoto.

 
Andrea Lodi (economix@piacenzasera.it)

Link utili:

Primi provvedimenti del Governo – http://www.cittalia.it/index.php?option=com_content&view=article&id=4008:terremoto-in-emilia-i-primi-provvedimenti-del-governo-e-le-iniziative-dellanci&catid=1:documenti-cittalia