Finti carabinieri, l’appello alle vittime: “Fatevi avanti” foto

"Chiunque fosse stato vittima di estorsioni e dovesse riconoscere le tre persone arrestate si presenti per sporgere denuncia". E’ l’appello lanciato dai carabinieri dopo la conclusione dell’operazione che ha chiuso il cerchio attorno alla banda di cui faceva parte Stefano, il padre delle gemelline che vivevano in auto. L’uomo era a Piacenza già da quattro mesi

“Chiunque fosse stato vittima di estorsioni e dovesse riconoscere nelle fotografie le tre persone arrestate si presenti per sporgere denuncia”. E’ l’appello lanciato dai carabinieri dopo la conclusione dell’operazione grazie alla quale è stato chiuso il cerchio attorno alla banda di finti carabinieri che minacciava le proprie vittime facendosi consegnare del denaro.

Tra di loro, come ormai noto, anche Stefano M., padre delle gemelline costrette a vivere in auto. Per gli inquirenti era proprio lui il capo del gruppo. Secondo quanto ricostruito l’uomo era a Piacenza già da quattro mesi; nella nostra città si appoggiava ad alcune conoscenze che risalivano al suo periodo di detenzione in carcere a Milano. E proprio insieme a due piacentini, un 29enne di Rottofreno ed un 42enne di Fiorenzuola, aveva messo in piedi la banda. Almeno quattro le estorsioni messe in atto, di cui tre riuscite, più un furto in abitazione nell’arco di una quindicina di giorni. Ma il sospetto è che il gruppo abbia colpito altre volte: da qui l’appello lanciato a tutte le possibili vittime a farsi avanti. Con finte pistole, paletta e tesserino dell’Arma si fingevano carabinieri chiedendo soldi per evitare fantomatiche denunce. I tre sono stati rintracciati al termine delle indagini condotte dai carabinieri della stazione di Piacenza Principale, che hanno ricevuto gli elogi da parte del sostituto procuratore Emilio Pisante.

Nell’abitazione occupata abusivamente in via Abbondanza a Piacenza è stato ritrovato denaro e refurtiva provento delle loro azioni, insieme alle finte pistole, una delle quali nascosta nella culla delle due gemelline. Particolare curioso: la perquisizione è avvenuta solamente poche ore prima della partecipazione di Stefano al programma Mediaset “Pomeriggio Cinque” durante il quale il 38enne aveva raccontato la sua storia alla conduttrice Barbara D’Urso. Una vicenda che aveva commosso tante persone con numerose offerte di auto giunte alla famiglia.

CAVALLI (LN): “PLAUSO AL LAVORO DELL’ARMA. LA FIDUCIA DEI PIACENTINI NON SI CONQUISTA COL PIETISMO”

“Non basta un po’ di pietismo e una favoletta raccontata alla tv per guadagnarsi l’attenzione dei piacentini. Grazie all’encomiabile lavoro dei carabinieri è stato svelato in poco tempo l’ inganno di chi voleva speculare sui sentimenti e la buona fede della gente”. 

Così il consigliere regionale della Lega Nord Stefano Cavalli commenta l’ultima operazione dell’Arma dei carabinieri che hanno smascherato il doppio volto del padre-estorsore, la cui storia – nei giorni scorsi – era addirittura finita su Canale 5.

“Ci congratuliamo con i carabinieri per il successo dell’operazione – dice Cavalli -. Serva da monito a chiunque pensi che basti commuovere per raggirare la gente. Ringraziamo i tanti volontari e operatori che hanno prestato soccorso e che si stanno prendendo cura delle due gemelline. Il loro impegno è il lieto finale di una brutta storia”.

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