Acqua, l’assessore Pozzi: “Rilanciare il negoziato col Brugneto”

L’assessore provinciale all’Agricoltura: "La trattativa non è un tabù"

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“Il rilascio straordinario di un milione di metri cubi d’acqua dalla diga del Brugneto ha mostrato come la trattativa per ottenere maggiore risorsa idrica non sia un tabù. Per questo oggi è necessario rilanciare con forza la richiesta di rinegoziare con Genova i volumi del rilascio”.
Lo ha detto l’altra sera l’assessore provinciale all’agricoltura, Filippo Pozzi, incontrando i cittadini nell’ambito dei martedì rivergaresi, ciclo di incontri organizzato dalla sezione locale della Lega Nord.
Dopo il braccio di ferro sul Deflusso minimo vitale tra Regione e Consorzio di bonifica, Pozzi ha auspicato un cambiamento di approccio, in vista della prossima estate. “Più che litigare a emergenza in corso – ha detto – serve mettere in campo preventivamente tutte le iniziative per lo stoccaggio dell’acqua e per renderla disponibile in tempi di crisi idrica”. La trattativa col Brugneto è la prima delle strade indicate dall’assessore per una risposta immediata al fabbisogno, stimato, di dieci milioni di metri cubi d’acqua. “Un’intesa con Genova consentirebbe di mettere sulla carta una disponibilità di milioni di metri cubi in tempi rapidi, senza mettere mano a nuove infrastrutture e con costi nulli o, comunque, limitati”.
Il segretario provinciale della Lega Nord Pietro Pisani ha sottolineato che “a Piacenza il potere negoziale nei confronti di Genova non manca, dal momento che, se è vero che il Trebbia nasce in territorio ligure, è anche vero che lo sbarramento del Brugneto si frappone al decorso naturale del fiume e, pertanto, sottrae risorsa idrica alla provincia piacentina. Sotto questo profilo è Genova ad essere debitrice nei nostri confronti”.
Pozzi ha inoltre annunciato che quest’anno la Regione riaprirà il bando per la creazione di infrastrutture dedicate al miglior utilizzo delle acque, mettendo a disposizione 10milioni di euro (6 di avanzo dell’anno scorso più quattro di risorse ‘fresche’). Novità di quest’anno: non saranno più necessari maxiconsorzi di scopo da 20 aziende (la ragione delle mancate assegnazioni dei fondi dello scorso anno), ma ne basteranno la metà. “Sarà un’opportunità per il nostro territorio, con criteri più realistici. Per questo auspico che le aziende piacentine convergano su progetti e si candidino all’acquisizione di risorse”. Tanti i contributi emersi nel corso della serata. Del territorio rivergarese ha parlato, nella sua introduzione, il segretario di sezione Giampaolo Maloberti. “Grazie ai contributi portati in sede di discussione sulla variante al Piae è stato scongiurato il rischio di un laghetto a Roveleto Landi che sarebbe stato problematico per la viabilità e la vicinanza alle case” ha detto Maloberti, citando il documento pianificatorio di imminente approdo in consiglio. “Al suo posto – ha spiegato – si prevede la conversione a bacino aziendale o interaziendale della cava di Ponte Vangaro, al confine di Rivergaro (venendo da Piacenza) una posizione con un minor impatto viabilistico e che possiede requisiti più adatti e, per questo, più adeguata a un’opera di questo tipo”.
Tra gli elementi giudicati più significativi del nuovo piano cave anche: la ricollocazione di tutti i laghetti ‘in posizione idonea’ per impatto viabilistico, approvvigionamento, capacità di stoccaggio e rilascio ‘naturali’ (senza l’impiego di energia), la prevista impermeabilizzazione dei bacini, con l’impiego di un ‘materasso’ di bentonite (argilla). Plauso anche all’introduzione del limite di due anni per l’attuazione delle previsioni per privati e pubbliche amministrazioni, al di fuori dei quali le stesse previsioni decadono (e i volumi tornano ‘in gioco’).

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