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Economix: Quanto costano i dirigenti bancari

Nel 2011 le principali otto banche italiane, hanno sborsato circa 134 milioni di euro in compensi ai propri consiglieri, sindaci e dirigenti. In testa alla classifica c’è Intesa San Paolo che ha speso circa 28,3 milioni di euro, seguita da Mediobanca con 20,8 milioni e Unicredit con 18,7

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QUANTO COSTANO I DIRIGENTI BANCARI

Ignazio Visco, Governatore di Bankitalia, assieme a Giuseppe Mussari, Presidente dell’ABI (Associazione Bancaria Italiana), ha inoltrato un appello ai politici italiani, perché, in caso di un ritorno ad un Governo di derivazione partitica, non rendano vane le strategie adottate da Monti per il rilancio del Paese; lotte agli spechi incluse.

In un’ottica bipartisan, essendo Visco ben consapevole della privilegiata posizione occupata dal sistema bancario in Italia, a differenza di imprese e privati cittadini, ha invitato le banche a tagliare stipendi e bonus.

Nel 2011, infatti, le principali otto banche italiane, hanno sborsato circa 134 milioni di euro in compensi ai propri consiglieri, sindaci e dirigenti. In testa alla classifica c’è Intesa San Paolo che ha speso circa 28,3 milioni di euro, seguita da Mediobanca con 20,8 milioni, Unicredit con 18,7, il Banco Popolare con 18,2, Ubi Banca con 13,4, Mps con 13,2, Bpm con 11,1 ed infine Bper con 10,7 milioni.


La partita più ghiotta è quella della buonuscita
, che vede in testa alla classifica Antonio Vigni, ex direttore generale di Mps, con 5,4 milioni di euro (4 come TFR, che nel 2010 occupava il 15° posto nella classifica degli stipendi d’oro con un compenso annuo di 1,9 milioni di euro). Seguono l’attuale Ministro dello Sviluppo Economico, Corrado Passera con 3,5 milioni di euro, ex CEO di Intesa San Paolo (che ha incassato solo il TFR rinunciando alla buonuscita, e che nel 2010 occupava il 9° posto nella classifica degli stipendi d’oro con un compenso annuo di 3,8 milioni di euro)). Lo stesso importo è spettato all’ex DG di Bpm, Fiorenzo Dalu. Mimmo Guidotti, ex direttore Bper, ha percepito la somma di 3,3 milioni di euro. Mediobanca ha speso (escluse le fuoruscite) 2,6 milioni di euro per il Presidente del CDA, Renato Pagliaro, e 2,47 milioni di euro per l’AD Alberto Nagel (che nel 2010 occupava il 14° posto nella classifica degli stipendi d’oro con un compenso annuo di 2,5 milioni di euro).

Si evidenzia inoltre che hanno ricevuto compensi in qualità di membri di Consigli d’Amministrazione: Elsa Fornero,  attuale Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali (332 mila euro da Intesa San Paolo), Piero Giarda, attuale Ministro per i rapporti con il Parlamento (101 mila euro da Banco Popolare) e Piero Gnudi, attuale Ministro per il Turismo e per lo Sport (117 mila euro da Unicredit).

Due considerazioni finali: 1. visti gli stipendi milionari dei personaggi sopraccitati, rinunciare alla buonuscita non credo vada ad incidere significativamente sull’ammontare dei loro patrimoni; 2. se per un top-manager possono essere giustificati compensi milionari, la domanda che ci si pone è: quali contributi fondamentali, tali da giustificare somme così importanti, possono apportare membri di Consigli di Amministrazione che nella vita quotidiana siedono almeno in una decina di “scranni consiliari” e affini ?

Andrea Lodi (economix@piaacenzasera.it)

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