Da Piacenza al Munster jazzfestival. Intervista a Mattia Cigalini

Prosegue la collaborazione tra Piacenza Music Pride e PiacenzaSera.it

Prosegue la collaborazione tra PiacenzaSera.it e Piacenza Music Pride. Ecco una nuova intervista. 

Lasciamo passare qualche giorno dal suo rientro a Piacenza dal Munster international jazzfestival. Non vogliamo rompergli le scatole subito, siamo anche un po’ timorosi a dire il vero. Pensiamo di passare attraverso il suo manager ma poi tentiamo lo stesso. Mattia Cigalini ci spiazza. Non solo è un grande musicista ma è una persona squisita che ci dedica tutto il tempo possibile per soddisfare le nostre curiosità.

Ciao, ci siamo sentiti appena prima della tua partenza con un augurio, raccontaci dai
E’ andata davvero bene, forse anche voi mi avete portato fortuna

Abbiamo visto foto e filmati della tua esibizione, non si può certo dire che sul palco ti risparmi?
E’ la musica che mi trasporta, la sento, la vivo ed è impossibile quindi rimanere neutri, freddi, perchè è non si può tenere chiusa una passione così forte, bisogna esprimerla anche con il corpo e l’espressività.

Una rassegna così prestigiosa comporta anche una buona dose di sangue freddo per affrontarla, non ti tremavano le gambe prima di salire sul palco?
La tensione è fondamentale per dare il massimo. Guai se non ci fosse! quando ti senti rilassato è la volta che fai fiasco. In ogni spettacolo la tremarella, quella positiva, ti accompagna, ma è lì che ti senti più in sintonia con il pubblico e, per lui, dai il massimo.
Riuscire a tramutare lo stress, che può vincolarti, in forza espressiva, è quello che cerco di fare. Certo è, però, che il Munster Theatre mette in soggezione! Il fatto di suonare in un teatro dà qualcosa in più. Hai il pubblico che ti avvolge e ogni imperfezione, purtroppo, venire esaltata. Ho suonato in spazi aperti, anche davanti a tantissime persone in più, ma suonare in teatro è davvero diverso.

Come sei approdato a questa manifestazione?
Un giornalista tedesco che scrive per la rivista “Jazz Thing” si era interessato alla mia musica e mi ha chiesto un’intervista. Ha parlato di me alla direzione artistica del festival che, incuriosita, si è informata della mia musica e così…. sono arrivato sul palco.

Incuriosita?
Si, rispetto alla percorso che sto facendo. Cercando cioè di interpretare in modo jazz alcuni pezzi attuali da Shakira a Jennifer Lopez, passando per Rihanna, Black Eyed Peas, Katy Perry e Lady Gaga. Mi intriga questo percorso. Lo vedo anche un modo per avvicinare i ragazzi al Jazz. Pezzi orecchiabili che si conoscono, nei quali lascio, volutamente, la linea melodica, ma nei quali concedo anche ampio spazio all’improvvisazione. Così che chi li ascolta possa dire: “ma che bello il jazz!”

Intendi dire,quindi, che questo è un modo per non mettere dei paletti troppo vincolanti al jazz?
Si proprio così, ed è un pò quello che cerco di fare nel mio percorso artistico. Non rimanere dentro a schemi che potrebbero limitare la mia espressione musicale o la mia vena creativa. Vivere alla giornata, che potrebbe sembrare una espressione negativa, permette di cogliere le emozioni e la creatività di quel momento. Se non ne approfittassi sarebbe come togliermi, da solo, una buona parte di musica. No, voglio essere libero di sperimentare.

Quali sono i tuoi progetti?
Sto progettando un nuovo disco con una line-up di soli musicisti americani. Il disco uscirà sempre con etichetta CAM-Records.

E uno sguardo al passato?
Posso raccontare alcuni aneddoti tra i quali anche un trascorso in un gruppo metal creato con alcuni miei compagni di classe del nicolini: suonavo batteria e cantavo!!!! Ma la mia musica è legata al mio strumento che mi è stato consigliato per “uso omeopatico” per curare l’asma della quale soffrivo, e da cui sono guarito anche grazie al sax. Non l’ho più lasciato! ho quindi cominciato molto presto a suonare e conoscere la musica. E’ stata la mia fortuna. Alcuni anni fa, infatti, il sax aveva un riscontro maggiore nei gruppi e, saper leggere la musica, mi permetteva di inserirmi in gruppi e band. E, così, é molto tempo che suono in pubblico, e, anche se sono giovane, ho tanti anni di musica dal vivo alle spalle.

Particolari ringraziamenti?
In questo momento vorrei ringraziare lo staff della Yamaha che mi ha messo a disposizione degli strumenti nuovi che ho inaugurato a Munster. Ero timoroso ma lo staff è stato davvero grande a sostenermi e collaborare per mettere a punto lo strumento che è davvero un gran bel sax!!

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