La giornata della memoria alla Scuola Primaria Don Minzoni

Gli studenti hanno riflettuto su importanti tematiche: sulle parole rispetto e giusti, sugli oggetti della cultura ebraica, sulle leggi razziali, sui libri "PapàWeidt", "In una notte di temporale", la canzone "Il mondo che vorrei", la poesia "Grantemporale"

Si è tenuta, nella mattinata di sabato 2 febbraio alla Scuola Primaria Don Minzoni la giornata della memoria. Presenti gli studenti, i docenti e l’assessore comunale alle politiche giovanili Paola Beltrani. I ragazzi hanno riflettuto sulla giornata della memoria, sulle parole rispetto e giusti, sugli oggetti della cultura ebraica; ancora: sulle leggi razziali, sui libri “PapàWeidt”, “In una notte di temporale”, la canzone “Il mondo che vorrei”, la poesia “Grantemporale”. Infine hanno eseguito danze israeliane, guidate dai ballerini di Danzinfesta.

IL DISCORSO DELLA DIRIGENTE SCOLASTICA SABRINA MANTINI

Oggi ricordiamo … la Shoah e celebriamo insieme il giorno della memoria, ma che cosa è questa memoria di cui dobbiamo avere cura e che dobbiamo celebrare?  Sono state organizzate in onore di essa manifestazioni, spettacoli, film, incontri di ogni tipo e si sono raccontati i tristi fatti accaduti durante uno degli stermini più devastanti che l’uomo abbia messo in pratica.

Si è ricordato e raccontato ciò che una razza autodefinitasi superiore ha perpetrato nei confronti di una popolazione da essa considerata diversa e sbagliata, quindi da perseguitare, distruggere e, soprattutto, dimenticare.

Si è raccontato perché, alcuni anni fa, è stata forte la tentazione di lasciarsi tutto alle spalle per non pensare.

Sono enormi gli errori compiuti dall’umanità ed è un peccato che alla memoria sia dedicato un solo giorno, anzi probabilmente è inadeguato anche il termine “giorno della memoria”, in quanto non bisogna solo meditare sugli errori, ma è indispensabile che si lavori per non commetterli ancora. La Shoah non è il passato, poiché le cause che hanno portato ad essa esistono ancora: la violenza, l’odio, il consumismo che giustifica lo sfruttamento, l’ignoranza e il non rispetto.

La discriminazione razziale non si è di certo attenuata e l’odio di cinquant’anni fa è stato tramandato fino ad oggi, assumendo molte altre facce. Il termine diverso spaventa ancora e le culture differenti sono temute, respinte, ignorate.

Soltanto i bambini che non conoscono ancora la paura, la superbia, possono costruire un mondo migliore. Perché anche loro sono stati coinvolti per ricordare una storia così triste?

Perché è nostro dovere di educatori farli riflettere, già in dalle prime classi della Scuola Primaria, su ciò che è bello e giusto e porta cose positive al mondo intero e ciò che è sbagliato e porta solo cose negative e male. Dobbiamo far nascere in loro la convinzione che sia necessario conoscere tutte le culture diverse per poter mettere in atto una vera convivenza civile e pacifica in un mondo sempre più popolato e sempre più tendenzialmente conflittuale. E insieme al ricordo abbiamo tutti il dovere di agire perché si affermino gli alti valori della libertà, del rispetto, dell’integrazione e dell’amore dell’altro. Dobbiamo far vincere la vita sulla morte e far capire loro quanto sia negativo l’odio.

Questo è il valore della commemorazione culturale di oggi … comprendere noi stessi e far comprendere che il ricordo nasce dalla conoscenza e, soprattutto, dall’amore per le mille diversità umane e che un uomo incapace di rispettare l’altro è un uomo che “non ha ancora amato abbastanza”.