Piacenza Music Pride: intervista con i Straight on Target

L’intervista è stata pubblicata sul sito - archivio dedicato alla scena musicale piacentina

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Intervista ad Andrea Scaglia a nome del gruppo Straight On Target. Gruppo musicale di Piacenza, vincitore dell’edizione Tendenze Festival 2010 è uno dei gruppi DeathCore più quotati a livello nazionale che vanta fan in tutta Europa.  L’intervista è stata pubblicata sul sito – archivio dedicato alla scena musicale piacentina www.piacenzamusicpride.it
 
 
 
In breve, raccontaci un pò di storia del gruppo…
Gli Straight On Target si formano nel 2006 nella provincia di Piacenza partendo dall’idea di Federico (batteria) e Andrea (voce) – a cui si unirono presto Nicolò (basso) e Giulio (chitarra)- di ispirarsi alla scena hardcore americana per dare vita ad un gruppo di amici uniti oltre la musica.
L’entrata nel gruppo di Davide (seconda chitarra) e la naturale evoluzione dei gusti musicali hanno portato in seguito all’aggiunta di nuovi elementi più metal e brutali ed alla svolta verso il genere musicale Deathcore, sulla scia di gruppi come Despised Icon, Carnifex e Whitechapel.
Con questa formazione abbiamo pubblicato nel 2011 l’ep “Mediocritas”, con l’aiuto di Cristiano Sanzeri al mixer, che ha riscosso opinioni per lo più positive; grazie a questa prima release ci è stato possibile suonare in molti concerti nel Nord Italia e realizzare un mini-tour in Benelux, appena prima del quale ci fu l’entrata nei ranghi dei SOT di Daniele come sostituto di Davide alla chitarra eroica.
L’ep ha richiamato l’attenzione della casa discografica Bakerteam Records, che ci preso sotto la propria ala per la distribuzione della nostra nuova fatica, il full-length “Pharmakos”, uscita 14 Gennaio 2012. 
 
Il 14 di gennaio è uscito il vostro cd: come è stato costruito e che percorso avete fatto per la sua realizzazione?
Dopo l’uscita dell’ep “Mediocritas” non ci sentivamo ancora liberati della nostra voglia di comporre musica e ci siamo subito messi a lavorare su nuovi pezzi per un full-length. Nell’estate del 2011 abbiamo ricevuto la proposta della Bakerteam Records e per qualche mese ci siamo chiusi in sala prove a comporre e sperimentare nuove idee, sacrificando l’attività live per un po’, in modo da potere andare in studio con dei pezzi che ci soddisfacesse a pieno.
I brani sono stati poi ulteriormente lavorati durante le recording sessions insieme al fonico/produttore Cristiano Sanzeri che ci ha permesso di estrapolare il meglio dalle nostre idee e che ha aiutato a fare di Pharmakos un prodotto di cui noi tutti siamo orgogliosi. 
Abbiamo poi contattato Strychneen Studio per le grafiche e l’ottimo Alessandro Vanara per il master al fine di completare il lavoro, dandogli una foggia professionale e di qualità che permettesse a noi ed ai nostri ascoltatori di godere appieno dei nostri sforzi.
 
C’è un messaggio particolare che è filo conduttore del vostro lavoro?
Tutte le canzoni e i testi del disco sono stati pensati singolarmente e senza limiti dettati da un argomento centrale ma ci è venuto comunque naturale creare un’atmosfera che accomunasse tutti i brani di cui è composto il cd; a tal proposito il titolo “Pharmakos” è stato scelto solo a tracklist completata e ci ha visto d’accordo nella sua scelta poiché è una parola che racchiude più significati: il pharmakos è sia quell’individuo della società greca che veniva selezionato dalla comunità per essere riverito e poi cacciato come capro espiatorio di tutti i mali, sia il concetto di veleno-antidoto. In questi potenti simboli abbiamo cercato di racchiudere la forte matrice di analisi sociale che caratterizza i testi delle nostre canzoni.
 
 
 
Il cd lavoro esce con un’etichetta discografica, è una cosa importante! Come è avvenuto l’incontro tra voi e la Bakerteam Records? 
Tutto è successo dopo l’uscita di Mediocritas: per crearci un nome abbiamo provato a valorizzarlo il più possibile dando vita ad una massiccia campagna di spam e inviandolo alle case discografiche che promuovevano il nostro genere.
In seguito a questo nostro lavoro mirato sono arrivate diverse proposte e in particolare ci ha colpito quella della Bakerteam Records, etichetta gemella della più famosa Scarlet Records (madrina di band importanti come Slowmotion Apocalypse, Hatesphere e Allhelluja). Dopo vari incontri per discutere del disco e delle specifiche contrattuali abbiamo accettato la loro offerta, ben supportata dalla loro determinazione e fiducia nel progetto Straight On Target.
 
 Oltre all’Arci Taun avete altre date in programma? Sono organizzate dall’etichetta oppure arrivano per altri canali? 
La data all’Arci Taun è solo una delle date organizzate o in via di organizzazione: infatti suoneremo anche il giorno prima, venerdì 8 Febbraio, al Km0 di Tortona assieme a una band francese, i Wake The Dead, con cui divideremo il palco anche in una data a Marsiglia all’interno di un mini-tour sulla riviera francese di cui stiamo definendo i confini spazio-temporali (probabilmente sarà a Marzo).
 
L’organizzazione dei concerti di solito avviene in maniera molto DIY, di solito siamo noi che chiediamo, spesso mettendoci d’accordo anche con gruppi locali (italiani ed esteri) al fine di condividere date, contatti, supporto, etc… ma è capitato più d’una volta che un locale o un organizzatore ci chiamasse appositamente; siamo appena agli inizi e sicuramente dovremo migliorare la nostra attività live, ma un minimo di popolarità ce la siamo conquistata!
Per tornare alla data all’Arci Taun, siamo particolarmente affezionati all’evento poiché lo consideriamo come la data di release del disco, la nostra occasione di suonare la maggior parte dei brani di “Pharmakos” davanti alle persone che ci hanno supportato per la sua realizzazione.
 
 “Nemo profeta in patria”: dopo il Festival Tendenze 2012 non vi abbiamo più sentiti suonare nei paraggi: è nostra disattenzione oppure è vero?
In realtà è vero: il nostro sguardo si pone soprattutto su altre città e paesi per potere dare un respiro maggiore al progetto Straight On Target, suonando nella maggior quantità di posti possibile davanti alla maggior quantità possibile di persone per ottenere il miglior risultato musicale ed emozionale possibile. D’altra parte una o due volte l’anno torniamo a sudare sul suolo natio per soddisfare anche i nostri amici e i nostri fan locali; in particolare negli ultimi quattro anni abbiamo sempre fatto parte della kermesse Tendenze, a riprova di quanto sia soddisfacente per noi prendere parte ad un festival che – si dica quel che si vuole – comunque lascia belle sensazioni e smuove la scena locale, troppe volte statica.
 
 Non siete profeti in patria ma avete un grande successo all’estero! È questione di promozione specifica oppure il vostro genere ha un pubblico più numeroso all’estero?
Diciamo che l’Italia spesso tende ad essere un po’ limitata (e limitante), per cui di solito troviamo più sostegno all’estero e questa cosa ovviamente incoraggia a promuovere maggiormente oltre i confini italiani, come in tutti i buoni vecchi circoli viziosi. Questo succede, probabilmente, perché negli altri stati il genere ha avuto uno sviluppo superiore e meno legato alla “moda del 2008”, quindi il pubblico è più attivo verso la nostra musica e vivono la scena e l’ambiente deathcore in maniera più personale. Comunque non buttiamo via il bambino con l’acqua sporca, esistono diversi posti in Italia dove abbiamo trovato gente aperta, supporto e professionalità!
 
Come vi sentite nei panni di quelli che vengono presi come riferimento da molti fan? Abbiamo che ci sono filmati di persone che mettono su youtubefilmati di cover di vostri pezzi! 
E’ ancora presto per considerarci dei punti di riferimento, semplicemente abbiamo la fortuna di avere dei sostenitori molto entusiasti ed appassionati: i video cover su youtube, le condivisioni o semplicemente gli apprezzamenti che ci vengono fatti (anche e soprattutto di persona) ci fanno sentire pienamente orgogliosi del nostro lavoro e della strada che abbiamo faticosamente percorso. Spesso molti musicisti dicono di suonare per sé stessi, ma l’emozione e la soddisfazione che ti dà il riscontro del pubblico è davvero senza prezzo!
 
 Indipendentemente dal vostro genere, come vedete il movimento dei gruppi musicali piacentini?
Piacenza, nonostante il pregiudizio di essere solo “chiese e caserme”, ha una scena musicale piuttosto interessante, con gruppi che hanno talento e/o potenzialità.  Il mercato della musica odierno è agguerrito ed esigente, il livellamento è sempre verso l’alto; tuttavia sicuramente alcuni possono compiere il salto di qualità e diventare una voce importante nella propria scena di riferimento: pensiamo a Dyskinesia, Kubark, Tryptamin… e questo rimanendo solo nella scena prettamente piacentina, senza aggiungere gruppi del circondariato! Discorso a parte poi per Musica x Bambini: Manuel Bongiorni e compari sono dei geni!
 
C’è qualche speranza per qualcuno di loro di poter avere un riscontro come lo state avendo voi? 
Vorremmo prima aspettare di avere riscontro maggiore perché noi non ci consideriamo ancora arrivati . La nostra esperienza è rilevante, ma altri gruppi (i sopramenzionati Kubark, i Dyskinesia, etc…) non hanno da imparare certo da noi. Ognuno fa il proprio percorso, la vita ci spinge verso direzioni diverse, ma siamo tutti gruppi rispettati che devono darsi da fare per poter sfruttare al meglio le proprie possibilità. Parafrasando un poeta dei giorni nostri “forse nella mentalità di un perdente questa è stata già una buona carriera” (José Mourinho, tra di noi c’è chi ama il calcio, ahahah!).
 
Qualche consiglio?
Non limitarsi ed essere grassi… e non limitarsi ad essere grassi.
 

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