Sciopero logistica, Prc: “A fianco dei facchini”

"Siamo solidali - si legge in una nota - con una lotta per la dignità operaia che ha prodotto il blocco delle principali piattaforme logistiche del paese: siamo con i facchini che hanno fermato l’interporto di Bologna, quello di Padova, di Verona, delle filiere di Roma, di Piacenza

Il Partito di Rifondazione Comunista di Piacenza esprime “soddisfazione per la riuscita dello sciopero nazionale del settore merci, trasporto e logistica promosso unitariamente da S.I. Cobas, A.D.L. Cobas e Confederazione Cobas per rivendicare un contratto nazionale che contempli diritti, significativi aumenti salariali, democrazia nei luoghi di lavoro”.

“Siamo solidali – si legge in una nota – con una lotta per la dignità operaia che ha prodotto il blocco delle principali piattaforme logistiche del paese: siamo con i facchini che hanno fermato l’interporto di Bologna, quello di Padova, di Verona, delle filiere di Roma, di Piacenza, dove i lavoratori ancora una volta hanno picchettato il magazzino centrale di IKEA, di Milano ove un blocco fermo e determinato ha esteso la protesta anche alla mobilitazione in risposta al licenziamento di un attivista sindacale della SDA”.

“Facchini e camionisti rivendicano il mantenimento dei diritti acquisiti sempre messi in discussione ogni volta che, con un gioco di scatole cinesi, si cambiano gli appaltatori, pretendono uguale trattamento per chi svolge le medesime mansioni, chiedono 150 euro di aumenti salariali uguali per tutti, vogliono democrazia sindacale nei luoghi di lavoro: assemblee retribuite e diritto ad essere rappresentati anche da organizzazioni sindacali non firmatarie del CCNL; facchini e camionisti parlano il linguaggio moderno del conflitto come strumento per ottenere un futuro migliore e nel loro piccolo ci stanno riuscendo”.

“Questo segmento di movimento operaio della logistica  – concludono – è un esempio per l’insieme del movimento dei lavoratori del nostro paese; non sono rassegnati e non delegano, affrontano i padroni con la forza dell’unità e della loro dignità, oggi i comunisti si sentono tutti molto facchini”.