Piacenza Music Pride: incontro con Alberto Callegari di Elfo Studio

Nuovo appuntamento con PiacenzaMusic Pride, il primo portale di musica interamente dedicato a Piacenza. Di seguito pubblichiamo l’intervista di Sara Marenghi a Alberto Callegari dell’Elfo Studio

Nuovo appuntamento con PiacenzaMusic Pride, il primo portale di musica interamente dedicato a Piacenza. Di seguito pubblichiamo l’intervista di Sara Marenghi a Alberto Callegari dell’Elfo Studio

Passando sulla strada lo vedi, proprio non puoi non notarlo: è un “punto” coloratissimo in mezzo alla campagna. Anche la sua struttura non è delle più comuni e sembra una “casa” nata direttamente dalla penna di Andersen o da uno dei fratelli Grimm. E poi entri e scopri che il posto è davvero magico: magica è l’idea di partenza, magici sono gli spazi interni, magica è la luce che si espande nell’atrio e soprattutto magico è lui, Alberto Callegari.
 
L’Elfo Studio compie 11 anni (o li ha già compiuti?) e non risente minimamente dell’età. Nato come una scommessa, a tutt’oggi è uno degli studi di registrazioni più frequentato sia dai musicisti locali, sia dai “grandi” che trovano nella pace e nelle quiete della nostra campagna l’atmosfera ideale per la produzione e la registrazione dei loro successi.
 
È Alberto, voce pacata e un pochino roca, l’ideatore di tutto e mi spiega che l’Elfo Studio è la realizzazione del suo sogno e la “liberazione – finalmente – del salotto buono dei miei genitori!”. Mi fa visitare lo studio mentre mi spiega l’idea, la struttura, la sua infanzia, la sua passione per la musica, la devozione per l’orchestra a plettro di Agazzano… e mi racconta tutto con tanto entusiasmo che mi dimentico pure di prendere appunti e lo fisso attenta per non perdere una sola parola. 
 
Cercando di mettere ordine nel racconto, cominciamo dal presente: la struttura dello Studio. Innanzitutto alla prima impressione sembra un labirinto e tutto ruota attorno alla piramide rovesciata di vetro che troneggia nell’ampio e luminoso atrio. Angoli adibiti a salottini, tavoli, fotografie, vecchi strumenti (e l’immancabile macchinetta del caffè!)… tutto molto accogliente e rilassante e mentre si aspetta il proprio turno per la registrazione l’occhio può spaziare nella verde campagna attraverso vetrate meravigliose. “Tutto quello che si vede non è solo bello esteticamente – mi spiega – ma è frutto di uno studio accurato e funzionale per la migliore uscita del suono. L’uso dei materiali, la disposizione dei pieni e dei vuoti, gli angoli e persino l’arredo è tutto rigorosamente razionale e pratico”.
 
L’Elfo è nato dopo più di tre anni di studio e progettazione a cura dell’architetto Romolo Stanco che ha saputo coniugare l’aspetto puramente estetico a quello funzionale. “E il risultato è un ambiente vivo, ricco di aria vibrante diffusa, piuttosto che di frequenze intrappolate artificialmente. Anche la scelta dei materiali non è casuale: legno, vetro, pietra vulcanica, ferro e cemento sono stati utilizzati in funzione del suono che risulta così essere più modellabile e controllabile creando un effetto più naturale e meno asettico o asciutto. I musicisti in questo modo possono sperimentare anche combinazioni acustiche dalle sfumature irriproducibili virtualmente”.
Le sale di registrazione sono due, una piccola e una grande, capace di ospitare un’intera orchestra. Ma non si differenziano solo per l’ampiezza ma anche per la strumentazione “oltre alle tecnologie più avanzate, ho mantenuto alcune macchine di registrazione più vecchie che creano un effetto vintage molto reale. Certo per affidarsi a queste ultime devi essere davvero capace di suonare e devi essere in grado di dire … buona la prima!”
Una curiosità, quanto incide la tua presenza con il risultato della registrazione?
“Dipende. Come in tutti i mestieri a contatto con il pubblico, bisogna essere un po’ psicologi. Mi spiego meglio: ci sono alcuni musicisti che hanno già le idee ben chiare di quello che vogliono ottenere, quindi io mi metto al servizio di questi dando la mia massima disponibilità in termini di tecnologie e competenze per arrivare al risultato a cui mirano. Ci sono altri che invece chiedono (a volte anche inconsciamente) di essere guidati, consigliati e in questo caso la mia presenza incide maggiormente. Cito un nome fra tutti (a me molto cara): Linda Sutti. Ha una voce strepitosa ma pure una timidezza frenante. Ho capito che la cosa migliore era lasciarla in studio da sola, come se fosse nella sua cameretta. Ho avviato la registrazione e sono uscito. Quello che è risultato poi, è stato davvero strepitoso. Non a caso ho deciso di produrle il Cd. Altro esempio recente è la collaborazione con i Warm Morning con i quali sono stato a Londra a registrare… una bellissima esperienza”.
Facciamo un passo indietro, dal salotto dei tuoi genitori ad uno studio costruito ad hoc…
“Fin da piccolo ho avuto sempre la passione per la musica. Suono, anche. Suonavo, meglio precisare! Qui ad Agazzano tutti i giovani venivano reclutati da Severino per entrare nell’orchestra, e quindi la musica la inizi a masticare da subito. Però al contrario dei miei coetanei io ero più attratto dal dietro del palco. Con i primi registratori cercavo di produrre dei suoni e sperimentavo qualsiasi tipo di rumore abbinando anche diversi registratori simultaneamente! Un delirio. Poi come premio per la licenza media invece che il motorino, ho chiesto che mi venisse comprato un registratore a quattro piste. Ho iniziato così nella mia camera a registrare per gli amici, poi sono arrivati gli amici degli amici e mi sono spostato nel salotto – con sgomento dei miei genitori. Dal salotto al garage è stata la naturale conseguenza, fino a che poi il giro è diventato talmente ampio che ho dovuto cercarmi una sede. La costruzione dell’Elfo è stata casuale: ho trovato un terreno e l’amico/architetto Romolo mi ha convinto… et-voilà: il mio sogno eccolo qua”
Cosa consigli ad un giovane che vuole intrapprendere questo mestiere?
“Io sono autodidatta. Ho sempre avuto la passione per la fisica e soprattutto per il suono. Mi sono sempre informato attraverso, anche riviste specializzate (allora erano solo in inglese!!) e contatti con altri studi. Oggi la tecnologia offre un bacino di spunti e di informazioni decisamente molto ampio. C’è anche una scuola molto valida (SAE) che consiglio, ma poi più di tutto vale la passione e l’umiltà di imparare, sempre.
E il nome da cosa deriva? 
“Niente di speciale… quando mi hanno detto che per aprire una partita Iva dovevo inventare un nome, ho preso il primo libro che mi è capitato tra le mani… parlava di elfi!”
Sara Marenghi
 

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