Piacenza piange il cardinal Tonini. Aveva da poco compiuto 99 anni foto

Il cardinale Ersilio Tonini è morto la scorsa notte, verso le 2, all’Opera Santa Teresa di Ravenna, dove alloggiava da molti anni. Il decesso è sopravvenuto per complicazioni nelle ultime ore alle sue condizioni. Aveva compiuto 99 anni il 20 luglio. Il cordoglio della Diocesi e delle istituzioni

La scorsa notte a Ravenna, dove da tempo aveva la residenza, all’età di 99 anni, è morto il cardinale piacentino Ersilio Tonini, decano del Collegio Cardinalizio. I funerali sono stati annunciati per martedì prossimo, 30 luglio, nella cattedrale di Ravenna. La diocesi di Piacenza-Bobbio, che ha sempre avuto con il cardinal Tonini stretti rapporti, ha accolto la notizia con profondo dolore, espresso questa mattina dal vicario generale mons. Giuseppe Illica, essendo il vescovo mons. Gianni Ambrosio in Brasile per la GMG presieduta da Papa Francesco.

LA VITA – Nato il 20 luglio 1914 a Centovera in provincia di Piacenza, Ersilio, era il terzo figlio dei cinque di Celestina e Cesare Tonini, capobifolco di una grande cascina di 300 ettari. Il cardinale non ha mai mancato di rammentare con affetto e gratitudine quella infanzia e quei genitori. Il padre, benvoluto e stimato, di cui andava orgoglioso; la madre che insegnava ai figli, insieme alle preghiere.

Compie gli studi presso il seminario vescovile, vincendo diverse difficoltà economiche e di salute, ma già imponendosi per la sue capacità al punto che il Vescovo gli conferisce l’incarico di vicerettore, nonostante fosse ancora diacono. Dopo la prima messa viene inviato a Roma per perfezionare la propria preparazione:  studia diritto canonico e civile alla Pontificia Università Lateranense, ma non completa gli studi. Rientrato in diocesi il Vescovo lo assegna come insegnante (tiene le cattedre di italiano, latino e greco) al seminario urbano. Nel dopoguerra il giovane sacerdote si impegnò anche nella redazione del settimanale diocesano “Il Nuovo Giornale” di cui fu pure direttore responsabile dal 1947 al 1953, subentrando a monsignor Amedeo Ghizzoni.

Dal 1946 don Tonini fu prima viceassistente e poi assistente della Federazione degli universitari cattolici (Fuci), seguì pure l’attività dei laureati cattolici, fu assistente ecclesiastico fin dalle origini dell’Unione degli insegnanti medi (Uciim), fondò il Club Cineforum che si impegnò a diffondere sia in città sia nei centri della diocesi.
Oltre al cineforum il sacerdote in questi anni é attivo anche in un’iniziativa indicata come “il giornale parlato”, incontri in cui i partecipanti si ispirano al giornalismo.
Prima di proseguire nella sua scheda biografica é necessaria una nuova citazione di carattere familiare. Il Cardinale non perde occasione per ricordare quanto ha avuto dalla sua famiglia ed in particolare dai suoi genitori. E spesso lo fa citando le loro parole in dialetto, che meglio di altre sottolineano i valori morali di cui erano portatori. Famoso un insegnamento ricevuto dai genitori che citava regolarmente dialetto: “Un tocc ad pan, vurìss bein e la cusciinza nëtta” (Un pezzo di pane, volersi bene e la coscienza pulita).

Nel 1953 gli fu affidata la parrocchia di San Vitale in Salsomaggiore. Qui affrontò diversi problemi tra i quali la realizzazione di un moderno oratorio per i giovani dedicato a San Giovanni Bosco. Si impegnò anche nella costruzione della nuova chiesa parrocchiale. Nel 1968, pur restando parroco di Salsomaggiore, giunge la nomina a rettore del seminario urbano; l’anno successivo il papa Paolo VI lo eleva alla dignità episcopale affidandogli le diocesi di Macerata e Tolentino e l’amministrazione apostolica di Treia e di Cingoli.

È il 17 dicembre 1975 quando l’arcivescovo Ersilio Tonini sale sulla Cattedra di Sant’Apollinare per dare inizio, su esplicita indicazione di Paolo VI, all’opera di riunificazione della Chiesa Ravennate, resa necessaria – si leggeva in una  nota biografica vaticana – dai forti contrasti seguiti all’annuncio delle novità conciliari, per ridare fiducia e per incitare tutti a guardare sempre avanti, per riuscire ad accogliere preparati i grandi mutamenti in atto nella società. Con un gesto che colpì profondamente i suoi nuovi concittadini, lasciò il suo appartamento nello splendido palazzo arcivescovile a un nucleo di tossicodipendenti in cerca di salvezza. Si ritirò nell’Istituto Santa Teresa, vero cuore della Romagna, fondato da don Angelo Lolli, dove da allora vive a fianco dei malati più gravi che la Provvidenza ha affidato alla carità dei romagnoli.

Tra gli altri impegni ricordiamo che Paolo VI lo ha voluto nel 1978 presidente del Consiglio di Amministrazione della NEI, la società editrice di «Avvenire». Nell’ottobre sempre del 1987 ha preso parte alla sesta assemblea generale del Sinodo dei vescovi. Nel febbraio 1991 viene chiamato dal Santo Padre a predicare gli esercizi spirituali per la Curia Romana, sul tema: «La Chiesa della speranza per questo nostro tempo». Nello stesso anno anima, insieme con Enzo Biagi, la trasmissione televisiva «I dieci Comandamenti» che è a tutt’oggi un esempio di moderna catechesi che si avvale del mezzo e del linguaggio televisivo. Nel gennaio 1992 torna in Brasile, a Roraima, per partecipare al congresso dei capi tribù indios. Nel 1994, ancora una volta Giovanni Paolo II lo  chiama a partecipare all’Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi. A coronamento di questo frenetico impegno nell’evangelizzazione giunge la Porpora cardinalizia. Da Giovanni Paolo II viene creato cardinale nel Concistoro del 26 novembre 1994 con il  titolo del SS. Redentore a Val Melaina. 

Oratore instancabile, numerose le sue tappe a Piacenza con incontri pubblici sempre caratterizzati da una grande affluenza di ascoltatori. Si è spesso mostrato attento anche ai problemi del mondo giovanile. Nella sua scheda biografica è ancora da ricordare che nel 1993 ha ricevuto l’Antonino d’oro nella basilica del patrono di Piacenza dove è stato canonico negli anni del dopoguerra; era membro di questo Capitolo come canonico onorario. Il 4 luglio 2004, al termine del solenne rito presieduto nella basilica di Sant’Antonino, rito promosso in suo onore per festeggiare il novantesimo compleanno, il vescovo mons. Luciano Monari gli ha consegnato un “Sant’Antonino d’argento”  con il quale la diocesi ha voluto manifestare  “affetto, stima e  riconoscenza” ad  un figlio illustre della terra piacentina. Lo stesso Porporato ha ribadito questo legame: “Voglio testimoniare  davanti a voi prima di morire che a questa comunità devo tutto, non perché mia madre e mio padre mi hanno generato qui, ma perché questa comunità mi ha generato. A Novant’anni questo lo si può affermare senza retorica”.

La sua piacentinità, di cui è sempre stato fiero, è stata sottolineata anche nel febbraio del 1996 quando la Famiglia Piasinteina gli ha conferito il titolo di “Piacentino benemerito”; tra i riconoscimenti ricevuti anche l’Angil dal Dom della Fondazione di Piacenza e Vigevano. Anche questi riconoscimenti sottolineano il forte legame che il Cardinale ha avuto con la terra piacentina verso la quale ha sempre nutrito un profondo amore di figlio; d’altra parte i piacentini non hanno mai fatto mistero della stima che hanno avuto per il loro Cardinale.

“Grazie” è l’unica parola che lo rappresenta, la gratitudine l’unico sentimento che prova , aveva detto in una delle sue ultime interviste pubbliche. Grato a tutti e di tutto, alla famiglia, ai maestri dell’infanzia, perfino allo stato ma, e sopratutto, a Dio e al grande dono della vita”. Tonini aveva sempre parole di incoraggiamento. Non bisogna temere la vecchiaia nè tantomeno la morte, la prima è soltanto una prova ed un premio, “è il tempo in cui mi sembra di conoscere di più, di saper valutare, di essere più libero. È come se oggi, interiormente, avessi un saggio, che mi guida. È bello: la vecchiaia è un premio, in questa libertà. Come dicevano gli antichi greci, è un diventare ciò che siamo”. La seconda invece sarà solo “il passaggio ad una nuova condizione, una felicità ineguagliabile, riunirsi nell’abbraccio di Cristo, dove potremo vedere la nostra storia, tutta intera”.


Dosi: “Figura straordinaria”
Il sindaco Paolo Dosi esprime il cordoglio dell’Amministrazione comunale e dell’intera comunità piacentina per la scomparsa di monsignor Ersilio Tonini. “Una figura straordinaria – commenta Dosi – che all’altissima statura morale e intellettuale ha sempre unito la semplicità e l’immediatezza nelle relazioni umane. Con il linguaggio universale della fede e dell’amore, riusciva a farsi comprendere da tutti e sapeva, nel suo ruolo di pastore e guida spirituale, aiutarci immancabilmente a riflettere, con il suo sguardo lucido e profondo, sulla realtà. Le sue doti di naturale, grande comunicatore lo hanno reso un punto di riferimento per la Chiesa e per la società nel suo complesso, così come l’entusiasmo coinvolgente e  l’autenticità con cui sapeva farsi interprete e testimone di carità, solidarietà, apertura al prossimo. I piacentini lo ricorderanno sempre con stima e affetto sincero”.

Il ricordo di Trespidi: “Forte la vicinanza con la nostra terra”
Il presidente della Provincia di Piacenza Massimo Trespidi esprime, anche a nome della Sua Giunta e di tutto il Consiglio provinciale, profondo cordoglio per la scomparsa del cardinale Ersilio Tonini. “E’ con enorme dispiacere – dice il presidente Trespidi – che apprendo la notizia della scomparsa del cardinale Tonini, persona di grande umanità e spessore morale. Ricordo di Lui la forte vicinanza dimostrata verso la nostra terra e i suoi abitanti e il costante impegno nel sostegno morale della comunità piacentina. Mi hanno sempre colpito la dedizione spesa dal cardinale Tonini a favore dei giovani e la passione verso la cultura e la formazione continua, impegni mai abbandonati anche in tarda età. A Tonini va il ringraziamento, più volte espresso, per un operato sincero, attivo e sempre rivolto al bene della comunità. Il suo ricordo rimarrà indelebile nei nostri animi”.

Alle parole di Trespidi si uniscono quelle di Enzo Varani, consigliere provinciale di San Giorgio. “Con la morte del Cardinal Ersilio Tonini, la comunità piacentina, subisce una grave perdita, spirituale e culturale. Un un’uomo che ha insegnato alla nostra comunità l’importanza della sobrietà, e tuttinoi ricordiamo il particolare amore e la grande gioia con cui trattava i bambini che si accingevano a ricevere i sacramenti. Un grande comunicatore. Un uomo di Centovera, nato in una corte agricola, in tempi in cui questo significava ancora  essere in condizioni economiche difficili, che grazie alla sua intelligenza ma ancor di più al suo spirito, è arrivato ai più grandi livelli di carriera a cui un prelato può aspirare. La sua storia le sue parole e i suoi scritti fanno onore a Centovera, San Giorgio e a tutti i piacentini. Propongo che comune di San Giorgio in collaborazione con la provincia, organizzino, proprio a Centovera un museo a lui dedicato. Sincere condoglianze vanno ai sui parenti e a tutta la comunità di
Salsomaggiore e Ravennate”.


Foti (Fd’I): “Piacentino autentico, prete vero”

“E’ andato ad abbracciare il Signore il cardinale Ersilio Tonini, uomo di Fede che seppe portare la parola di Dio anche tra gli ultimi. Piacentino autentico, interprete mirabile dei valori eterni, non si era mai sentito un “principe” della Chiesa, volendo essere solo un prete vero” cosi Tommaso Foti, coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia commenta la morte del cardinale Ersilio Tonini


Il cordoglio di Errani: “Ci ha indicato la strada, la sua voce mancherà a molti”

Il presidente della Regione Emilia-Romagna Vasco Errani ha espresso il cordoglio suo e della Giunta regionale per la morte del cardinale Ersilio Tonini.
“La morte di monsignor Tonini ci addolora e ci riempie di tristezza. Le sue parole buone ci sono sempre state vicine, hanno accompagnato e dato forza a chi crede nei valori della solidarietà e dell’uguaglianza e si impegna a costruire una società più giusta. Uomo di fede, immerso nella realtà ma sempre attento ai significati più veri dell’esistenza, il suo ministero ci ha offerto occasioni di riflessione alta e ci ha indicato la strada. Per questo la sua voce mancherà a molti”.


Graziani (Cisl): “Un apostolo attento, coraggioso, con una grande sensibilità per il sociale, per le problematiche del lavoro”

“Ho conosciuto il Cardinal Tonini fin da quando ero ragazzino e da subito sono stato colpito dalla sua semplicità, dalla sua capacità di essere uno di noi con chiunque avesse di fronte. Un vescovo che stava in mezzo alla gente, che sapeva comunicare, aperto al mondo”. E’ il ricordo di Ersilio Tonini fatto da Giorgio Graziani, segretario generale Cisl Emilia Romagna: “Una guida vera, positiva, un grande uomo, un apostolo che ha avvicinato la Chiesa ai nostri tempi. Attento, coraggioso, con una grande sensibilità per il sociale, per le problematiche del lavoro. Ci mancherà! Mancherà alla Chiesa, mancherà ai ravennati, mancherà a tutte le comunità che credono nel rispetto, nell’uomo e nella responsabilità. Ma sono anche certo che continuerà a guidarci e a pregare per noi”. “A nome mio e di tutta la Cisl dell’Emilia Romagna esprimo il cordoglio per la scomparsa di questa grande figura che ha fatto del servizio, dell’inclusione e della comunicazione trasparente e positiva una ragione di vita, una testimonianza apostolica che ha illuminato chi lo ha incontrato. Grazie, Eminenza, non la dimenticheremo”.


IL VIDEO DI TONINI di qualche anno fa, sulla vecchiaia (da Youtube)

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di PiacenzaSera, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.