Moto e quad sui sentieri, il Cai contro la Regione: “Escursionisti a rischio”

Motivo del contendere l’articolo 4 all’interno della nuova legge che tra le altre cose prevede la possibile fruizione dei sentieri con mezzi motorizzati. "Nessuna certezza per chi si muove a piedi, gravi danni per l’ambiente e per il fondo dei sentieri"

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“Una pessima legge, forse la peggiore tra quelle in vigore nelle altre regioni”. Il riferimento è alla nuova legge regionale sulla rete escursionistica (primo firmatario il consigliere regionale Pd Marco Barbieri) approvata nei giorni scorsi dall’Assemblea legislativa e a parlare è Vinicio Ruggeri, presidente del Club Alpino Italiano dell’Emilia Romagna. Motivo del contendere l’articolo 4 all’interno del testo che tra le altre cose prevede la possibile fruizione dei sentieri con mezzi motorizzati (moto e quad). “Con questa legge – sottolinea il Cai – Sono i Comuni ad avere la facoltà di interdire anche parzialmente il transito motorizzato, declassando le prescrizioni della Polizia Forestale da norme vincolanti a semplici principi discrezionalmente utilizzabili”. Risultato? Per Ruggeri “nessuna certezza per chi si muove a piedi, che si troverà ad essere l’utente debole anche sui sentieri, gravi danni per l’ambiente, dovuti a rumori e gas di scarico, e per il fondo dei sentieri che i volontari Cai mantengono faticosamente e senza oneri pubblici”. E proprio su quest’ultimo aspetto il Cai minaccia di sospendere le varie attività di volontariato. “Nel caso migliore – aggiunge poi il presidente del club regionale al “Corriere della Sera” –  verrà fuori una situazione a macchia di leopardo. Anche perché molti sindaci, soprattutto nel parmense e nel piacentino, si sono apertamente schierati con i motociclisti”.

E forti critiche arrivano anche da Legambiente: “Enduristi e appassionati di quad – attaccano – hanno montato una polemica per mantenere uno status quo che in molti casi, soprattutto nell’appennino Parmense e Piacentino, va ben oltre la legalità. E’ ben nota la situazioni di diffusa illegalità esistente sul nostro appennino, dove le prescrizioni di massima forestale vengono normalmente ignorate e molti comuni autorizzano gare e percorsi su sentieri e mulattiere, sempre vietati dalla legge”. “E’ inoltre noto che sia attività episodiche che motoraduni lasciano troppo spesso in un grave stato di degrado sentieri, mulattiere, pascoli e aree boschive , andando ad aumentare, a spese della collettività, lo stato di dissesto idrogeologico della nostra già fragile montagna, recando inoltre grave disturbo alla fauna ed alla vegetazione”.

“Non sarebbe stato più corretto – si chiedono – scindere la rete escursionistica e la sua valorizzazione dal concetto più generale di turismo e valorizzazione della montagna in cui inserire eventualmente la pratica del fuoristrada e la possibilità di individuare percorsi separati per l’esercizio di questa pratica, in aree non vietate dalla legge?”.

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