Le Rubriche di PiacenzaSera - Camminate piacentine

Camminate Piacentine: Da Capannette di Pej ai monti Ebro e Chiappo foto

Ritornano le Camminate Piacentine con una nuova proposta della seguitissima rubrica che PiacenzaSera.it dedica agli amanti delle escursioni. E’ disponibile in edicola e nelle librerie il volume, che raccoglie le escursioni proposte lo scorso anno

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Ritornano le Camminate Piacentine con una nuovo proposta della seguitissima rubrica che PiacenzaSera.it dedica agli amanti delle escursioni. Vi ricordiamo che è disponibile in edicola e nelle librerie il volume, pubblicato da Edizioni Codex10, che raccoglie tutte e 18 le escursioni proposte lo scorso anno da PiacenzaSera.it.



Da Capannette di Pej ai monti Ebro e Chiappo

Crinali e valichi percorsi da antiche mulattiere 


Al visitatore la Val Boreca si presenta come un luogo intatto da secoli, dove la flora protetta e la fauna selvatica sono in evidenza, e dove le rare testimonianze delle attività umane come i mulini ad acqua, ormai quasi tutti abbandonati, e i villaggi, che hanno mantenuto le architetture originarie in pietra a vista, si inseriscono perfettamente nel paesaggio circostante.

Le forme impervie delle alture hanno ostacolato la formazione di insediamenti umani, ma hanno rivestito grande importanza, in epoca pre-romana, come luoghi di culto: si ritiene che sui crinali della valle le popolazioni Liguri celebrassero le loro cerimonie religiose, dedicandole in particolare alla divinità celtica del dio Pen, il cui nome è ricordato in tanti toponimi legati alla montagna (Penice, Penna, Pennula, Appennino ecc.).

Questa splendida valle è chiusa a nord da una dorsale che, con andamento est-ovest, si stacca dal monte Lesima, segna il confine tra Emilia e Lombardia, e oltre il passo del Giovà risale ai morbidi prati sommitali del monte Chiappo, su cui convergono i confini amministrativi di Piacenza, Pavia ed Alessandria; scende quindi in territorio piemontese dove supera il passo Bocca di Crenna raggiungendo la piramide verdeggiante e panoramica del monte Ebro.

I crinali della valle, poco ripidi e arrotondati, hanno da sempre unito, anziché dividere, luoghi lontani: le vie di comunicazione hanno infatti percorso per secoli non i fondovalle, scoscesi ed esposti alle piene dei fiumi, ma i solidi versanti delle montagne, seguendo vie più basse nella stagione invernale, e le più rapide dorsali spartiacque nella bella stagione.

Questi rilievi sono ancora oggi percorsi da antiche mulattiere, ben note un tempo ai mercanti che risalendo la Val Staffora attraversavano l’Appennino portando le merci provenienti dall’Oltrepò e dal Settentrione, soprattutto lane, riso, uva, vino, castagne; raggiunti i porti liguri, i commercianti si procuravano acciughe e sale, indispensabile per conciare il cuoio e conservare i cibi ma difficile da reperire lontano dal mare.

A poche centinaia di metri dai valichi che mettono in comunicazione il bacino del Boreca (e quindi del Trebbia) con quelli dello Staffora in Lombardia e del Borbera (e quindi dello Scrivia) in Piemonte, sorse anticamente in località Capannette di Pej una stazione di cambio animali e di sosta per i mulattieri, che negli anni Dieci del Novecento iniziò ad ospitare i primi turisti, provenienti anche dall’Alessandrino e dal Genovese, trasformandosi così in luogo di villeggiatura estiva. Ancora oggi i pronipoti degli originari locandieri gestiscono un albergo ristorante, ottima base logistica per le escursioni sui monti vicini.

Da Capannette di Pej quindi si parte, a 1440 mt slm e a 71.3 km da Piacenza.
L’itinerario ha uno sviluppo lineare di circa 10,5 km, di cui 1,2 km su strada asfaltata ed il resto su sentieri parzialmente segnati dal CAI e dalla FIE.
Il dislivello complessivo della gita è di circa 480 mt, di cui 150 mt vengono affrontati nella ascesa dalla Bocca di Crenna alla vetta del m. Ebro, altrettanti per la salita dal medesimo passo alla cima del m. Chiappo; entrambe le montagne sono alte mt 1700 slm, e questa rappresenta quindi la quota massima raggiunta.

L’escursione è priva di tratti pericolosi o esposti e può essere percorsa in circa 3 ore (al netto delle soste), ma le quote a cui si sviluppa il tracciato lo rendono spesso innevato in inverno. La presenza di un rifugio (aperto da maggio a settembre, verificare eventuali altre aperture nei fine settimana) rende l’escursione particolarmente adatta anche ai bambini.


DESCRIZIONE

Da Capannette si raggiunge, in un quarto d’ora di strada asfaltata, il valico di Capanne di Cosola. Qui si lascia l’asfalto, che prosegue in territorio piemontese, e si imbocca verso nord-ovest una strada sterrata che dopo alcune abitazioni, diventa un comodo stradello immerso nella faggeta.
In continuo saliscendi si prosegue seguendo i segnavia (CAI e FIE) fino ad uscire allo scoperto, tra i pascoli, da dove appare lo spettacolare versante sud del monte Ebro, completamente rivestito dai prati; la vista spazia anche verso la Val Borbera e i crinali che la delimitano verso l’alto.

Tagliando in leggera salita ampi pendii erbosi, in estate frequentati da mandrie di bovini e di cavalli, si raggiunge la Bocca di Crenna, sella posta tra le due montagne meta di questa passeggiata: il m. Ebro ed il m. Chiappo.
Procedendo dapprima verso ovest si raggiunge, dopo una ripida salita lungo il crinale, la vetta dell’Ebro, da cui si gode un panorama veramente unico: una lunga serie di dorsali si spingono, ad occidente, fino alle Langhe e al Monferrato e a meridione fino al mar Ligure, di cui è possibile, nelle giornate serene, scorgere un buon tratto. Ai piedi del rilievo si distende la Val Borbera, separata dalla Val Boreca dallo spartiacque che, attraverso i monti Cavalmurone, Legnà e Carmo, arriva fino all’Antola.

Verso oriente il vicino monte Chiappo, e dietro di questo la vetta del monte Lesima; a sud-est la maestosa piramide dell’Alfeo. In lontananza è possibile individuare le montagne che coronano la Val Nure, mentre a nord-est, oltre il crinale che culmina nel monte Penice, si intravede la lontanissima la Pietra Parcellara.
Ridiscesi alla sella si affronta l’ascesa al monte Chiappo, meno impegnativa perché spezzata dal traguardo intermedio del monte Prenardo.
Sulla vetta, identificata dalla bianca statua di S. Giuseppe falegname, e punto di incontro di Emilia, Lombardia e Piemonte, sorge un rifugio aperto da maggio a settembre.
Anche da qui la vista spazia a 360°; in evidenza, ad ovest il monte Ebro, appena raggiunto, e ad est l’intera fiancata del monte Lesima; verso sud si ammira la profonda incisione boscata della Val Boreca.

Lungo le piste da sci alpino si scende fino alla stazione intermedia della seggiovia che sale da Pian del Poggio, poi un comodo stradello riporta alla strada asfaltata e, in breve, al ristorante.


Achille Menzani

NOTIZIE UTILI

Alla partenza si trova l’albergo ristorante Capannette di Pej (tel. 0523-935129) www.capannette.it e una fontana.
A Capanne di Cosola ci sono l’omonimo albergo ristorante (tel. 0143-999126) www.capannedicosola.it e una fontana.
Sulla vetta del monte Chiappo sorge un rifugio (tel. 335-6430819 – 349- 1659937) www.rifugiomontechiappo.it

La mappa

La scheda

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