Tinti (Fortitudo): “Di Piacenza temo la vena realizzativa”

Il coach dei bolognesi analizza la sfida: "Dall’esterno vedo che la squadra è molto nuova, ha avuto un mese fuori Rombaldoni ed ha giocato fuori casa 4 partite su 6 e tutti sanno quanto è difficile in questo torneo vincere fuori”

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La Fortitudo nel basket è parte del patrimonio italiano. Un club che trasuda tradizione, storia, sofferenza e vittorie. Allenare la Fortitudo non può mai essere banale, qualsiasi sia la categoria in cui si partecipa. Se a poi questo si aggiunge il fatto di avere un roster ed una Società completamente nuova si acuisce decisamente di difficoltà il compito di Antonio Tinti, coach dei bolognesi.

“E’ un’esperienza completamente nuova per me, quella di essere partiti con 10 uomini nuovi e con una dirigenza completamente rinnovata. Di solito quando si arriva in una nuova Società anche se si cambia molto, qualche punto di appoggio in campo e dietro le quinte lo si trova, qui abbiamo iniziato tutto da zero. E giorno dopo giorno ci conosciamo meglio per cercare di rendere al meglio in quei 40 minuti della partita. Una vera scommessa ma che stiamo tutti affrontando con grande entusiasmo, consci del grande onore e nello stesso tempo dell’onere che tutto ciò comporta”.


Dopo un inizio complesso soprattutto in trasferta, ora la squadra viene da tre importanti e robusti successi. E’ la strada giusta?

“Difficile dirlo, certamente siamo migliorati rispetto all’inizio ma questo campionato è talmente competitivo e complesso che non possiamo permetterci nessun passo indietro dal punto di vista dell’attenzione e della concentrazione”.


A Luglio avrebbe pensato di essere cosi già competitivo nel mese di novembre con tutte le problematiche dette?

“Non avevo esperienze cosi particolari, cosi non mi ero dato obiettivi se non quello di lavorare duramente. Di certo rispetto all’inizio ho una maggiore disponibilità da parte di tutti i miei giocatori a pensare meno a se stessi, ma maggiormente alle esigenze di gruppo”.

Lei è un profondo conoscitore di queste categorie, che campionato sta vedendo fino ad ora?
“Molto molto equilibrato e certamente aumentato di livello. Con l’inserimento degli stranieri nella vecchia DNA sono diminuiti i posti per i giocatori italiani che di conseguenza sono scesi di categoria contribuendo ad aumentare la concorrenza. Meglio certamente per il livello dello spettacolo”.


Piacenza è abbastanza attardata rispetto alle attese della vigilia. Come mai secondo Lei?

“Domanda da girare al mio amico Coppeta; quello che vedo io dall’esterno è che la squadra è molto nuova, ha avuto un mese fuori Rombaldoni ed ha giocato fuori casa 4 partite su 6 e tutti sanno quanto è difficile in questo torneo vincere fuori”.

Cosa teme in particolare di questa squadra?
“La capacità di tutti di poter fare canestro. Non puoi permetterti di “battezzare” qualcuno perché tutti hanno le qualità per farti male. L’esperienza di diversi giocatori per poter giocare partite come queste e la voglia di rivalsa dopo la sconfitta di Castelfiorentino. Insomma una gara di altissima difficoltà per noi, ma che sarà certamente bellissima da vedere”.

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