“Basta soldi ai nomadi”, Cavalli “ammonito” dal Ministero. Solidarietà dal Carroccio

"Roba da Minculpop" dice Cavalli. “Al Governo non hanno proprio altro a cui pensare” commenta il diretto interessato, che replica: “Non mi faccio intimidire

“BASTA SOLDI AI CAMPI NOMADI”. E IL LEGHISTA CAVALLI VIENE AMMONITO DA PALAZZO CHIGI. LUI: “NON MI FACCIO INTIMIDIRE”

Ha chiesto di dirottare i soldi stanziati per l’’ammodernamento dei campi nomadi’ agli anziani, ai giovani e ai cassintegrati. Prima l’associazione 21 luglio (che si oppone all’”Apartheid dei rom”) lo ha ammonito, poi si è visto recapitare un cartellino giallo addirittura da palazzo Chigi.

E’ accaduto al leghista Stefano Cavalli, consigliere regionale di Piacenza. In un comunicato diffuso nelle scorse settimane chiedeva alla Regione di stanziare il milione di euro (e oltre) destinato a rom e sinti, a favore delle vittime della crisi e del lavoro. Per tutta risposta si è beccato i rimproveri della presidenza del consiglio dei ministri che in una lettera lo accusa di utilizzare “stereotipi negativi collegati a una determinata etnia” e lo invita a “trasmettere alla collettività messaggi di diverso tenore”.

Il dipartimento per le “Pari opportunità-ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali” si è addirittura riunito per esaminare il suo caso e i contenuti dei suoi comunicati, scaricati da internet, sono stati schedati come ’caso web’, con tanto di numero di protocollo.

“Roba da Minculpop” dice Cavalli. “Al Governo non hanno proprio altro a cui pensare” commenta il diretto interessato, che replica: “Non mi faccio intimidire. La Lega Nord da sempre si batte per tutelare giovani, anziani e famiglie. Non è accettabile che i fondi pubblici vadano invece a persone che – i dati di cronaca lo dimostrano – non hanno alcuna intenzione di integrarsi. Continueremo quindi a batterci per la sicurezza dei cittadini, a difesa della nostra gente, discriminata da un Governo che guarda solo a rom e immigrati”.

SOLIDARIETÀ A CAVALLI DAL CARROCCIO PIACENTINO
PISANI: “LETTA NON LASCI PASSARE SIMILI INTIMIDAZIONI”. PARMA: “NON HANNO NIENTE A CUI PENSARE”. MALOBERTI: “FREGNACCE GOVERNATIVE”

Dopo il caso del consigliere regionale leghista Stefano Cavalli, richiamato da palazzo Chigi per aver chiesto di dirottare a giovani, anziani e cassintegrati il milione di euro oggi stanziato dalla Regione a favore dei nomadi, arriva la solidarietà della Lega Nord. Il vicepresidente della Provincia Maurizio Parma, con il segretario provinciale del Carroccio Pietro Pisani e il consigliere provinciale Giampaolo Maloberti esprimono la propria vicinanza a Cavalli, che incoraggiano a “proseguire in questa battaglia di civiltà a favore della nostra gente”.

“Quelle di Roma sono inaccettabili intimidazioni che la dicono lunga sulle priorità del Governo – contesta Pisani -. In questo momento in cui il Paese sta cadendo a pezzi e non si sa come uscire dall’impasse in cui ci hanno costretto questi politicanti, i dirigenti romani non hanno altro di meglio da fare che riunirsi per mettere all’indice le opinioni politiche di un esponente della Lega Nord, opinioni che, in quanto tali, sono garantite e salvaguardate dalla Costituzione”.  “Intanto la gente perde il lavoro e le tasse continuano ad aumentare, nell’indifferenza dell’esecutivo”. “Ci aspettiamo che Letta richiami all’ordine il ’suo’ organismo (l’ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali) che ha intimato a Cavalli di mutar pensiero e che simili fatti non avvengano più”.

“Il caso di Cavalli è la chiara dimostrazione di come a Roma perdano tempo e buttino soldi in organismi e iniziative inutili, mentre il Paese vive ben altre emergenze. Come se il governo, in questi tempi di crisi, non abbia altre priorità di cui occuparsi”, contesta Parma.

“Letta e i suoi continuano a dire che i loro punti fissi sono lavoro e occupazione, poi se ne escono con simili ‘fregnacce’ – protesta Maloberti -. Chiusi nei palazzi romani questi governanti sono totalmente svincolati dalla realtà e dai problemi concreti dei cittadini, lo dimostra anche il fatto che hanno recentemente aumentato da 185 a 207 i prefetti, in barba a tagli e ristrettezze economiche. E intanto il Paese reale lentamente muore, vittima dell’inerzia di questi politicanti”.