“Piacenza è troppo inquinata, la politica intervenga” L’APPELLO foto

Un gruppo di cittadini lancia un appello alle istituzioni e si prepara a dar vita ad un comitato per la qualità dell’aria. “Tocca a noi piacentini pretendere in mano la salute dei nostri figli perché le Istituzioni finora non l’hanno fatto”

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“Se la politica non mette mano alla questione inquinamento, un’altra Ilva, magari fra qualche anno, è possibile anche a Piacenza”. E’ sicuramente forte l’immagine utilizzata dal gruppo di cittadini che lancia un appello alle istituzioni e si prepara a dar vita ad un comitato per la qualità dell’aria.

I promotori hanno incontrato la stampa locale nella sede di Legambiente a Piacenza, “come semplici ospiti – spiegano -anche se in realtà avremmo preferito trovarci in Comune, visto che la tutela della salute pubblica dovrebbe essere uno degli interessi più grande per un amministrazione”.

Al centro delle preoccupazioni dei cittadini la qualità dell’aria a Piacenza: “La nostra è una delle città più inquinate d’Italia – affermano Marco Dadà e Camilla Trasciatti in rappresentanza del gruppo – per noi piacentini, rispetto ad esempio ai cittadini finlandesi, secondo un recente studio sulle Pm 2,5 la possibilità di ammalarsi e morire aumenta del 25-30%”.

Causa scatenante della mobilitazione dei cittadini è stata la concessione alla ditta Cementirossi di poter aumentare la quantità di plastica e pneumatici usati da bruciare. Decisione che secondo il comitato è stata presa “senza valutare la situazione nel suo complesso, ma solo verificando che la domanda fosse conforme ai limiti previsti dalle norme”.

“Non ce l’abbiamo con la Cementirossi – precisano – che è solamente una delle cause di inquinamento, ma l’impatto ambientale della richiesta dell’azienda deve essere valutato nel contesto dell’aria malata della nostra città, che deve sopportare un’autostrada a due passi dal centro storico, una centrale elettrica a ciclo combinato, un inceneritore e di un polo logistico tra i più grandi d’Europa.

I cittadini si aspettavano un dibattito pubblico sul tema promosso dalle istituzioni con il coinvolgimento della popolazione: in realtà – attaccano – Comune e Provincia sono rimasti muti delegano ai tecnici l’approvazione della pratica”.

Quindi il riferimento all’Ilva: “Ci siamo chiesti: a Taranto qualche anno fa la Conferenza dei Servizi avrà approvato come abbiamo fatto noi? E i cittadini l’hanno “bevuta” o semplicemente non se ne sono occupati?”. “Tocca a noi piacentini pretendere in mano la salute dei nostri figli perché le Istituzioni finora non l’hanno fatto”.

Diverse le richieste e le proposte avanzate dal comitato, che nel prossimo gennaio ha in previsione un incontro con tutti i cittadini, dall’avvio di un programma di analisi sulle fonti di inquinamento con successivo piano per la riduzione degli inquinanti, al congelamento di tutte le approvazioni relative a nuove emissioni in atmosfera, al ritiro dell’approvazione data alla Cementirossi.

“Lanciamo un appello a tutti i piacentini che credono che cambiare è possibile”. Per contattare i promotori esiste una pagina Facebook (C’è chi dice no a Cementirossi inceneritore di rifiuti speciali a Piacenza) che in pochi giorni ha raggiunto oltre 1200 membri, oltre alla mail respiriamopiacenza@gmail.com


IL TESTO DELL’APPELLO

Piacenza è una delle città più inquinate in Italia. Le centraline urbane riportano sforamenti costanti rispetto alle polveri sottili che sono inquinanti nocivi per l’uomo a qualunque dosaggio. Uno studio Europeo, pubblicato da Corriere della Sera il 9 dicembre scorso, ha messo in luce in modo drammatico e definitivo il danno che un tipo di polveri, le PM 2,5, porta alla salute delle persone.

Per ogni aumento di 5 microgrammi per metro cubo, il rischio di morire prematuramente aumenta del 7%. A Piacenza la media stabile è tra 25 e 35.5 microgrammi per metro cubo (in alcuni mesi, come quelli correnti, si viaggia oltre i 50) questo si traduce in un aumento della possibilità di ammalarsi e di morire per noi piacentini rispetto ai cittadini, per esempio, finlandesi, del 25-30%.

In questo contesto l’azienda Cementirossi ha chiesto di poter aumentare la quantità di plastiche e pneumatici usati da bruciare. A distanza di qualche mese è arrivata l’approvazione da parte dei soggetti che amministrano questa città e questa provincia. L’approvazione non è stata data valutando la situazione nel suo complesso, ma solo verificando che la domanda fosse conforme ai limiti previsti dalle norme.

Ciò che è anche più grave, l’azienda, per la sua natura industriale, non è neppure tenuta al rispetto della più stringente normativa sulle emissioni che gli inceneritori sono invece tenuti a rispettare. Riteniamo, viceversa, che l’impatto ambientale della richiesta “Cementirossi” debba essere valutato non in sé, ma necessariamente nel contesto dell’aria malata della nostra città che deve sopportare la presenza:
di un’autostrada a pochi passi dal centro storico;
di una centrale elettrica a ciclo combinato a cui è stata rilasciata un’autorizzazione per l’ incremento delle emissioni;
di un inceneritore;
di un polo logistico di 3 milioni di mq. tra i più grandi d’Europa.

Pensiamo non solo a Cementirossi, quindi, ma a tutte le grandi fonti di inquinamento del nostro territorio, per la semplice e decisiva ragione che questi dati si traducono inevitabilmente in malattia, dolore, tumori, morte.

Di fronte a questa situazione, ci saremmo aspettati un grande dibattito pubblico che vedesse mobilitate le forze politiche e che coinvolgesse la cittadinanza. Niente di tutto questo: i nostri rappresentanti in Comune e Provincia, invece di preoccuparsi della situazione e di avviare politiche di miglioramento della situazione, sono rimasti muti e hanno delegato ai tecnici presenti nella conferenza dei servizi l’approvazione della pratica.
Questo fatto ci ha lasciati delusi e amareggiati.

Abbiamo pensato: qualche anno fa a Taranto, quando l’Ilva ha cominciato ad avvelenare le vite degli abitanti, la Conferenza dei Servizi della città avrà approvato come abbiamo fatto noi? E i cittadini l’hanno “bevuta” o semplicemente non se ne sono occupati come stiamo facendo noi? Ci siamo resi conto che tocca a noi piacentini: madri, padri, nonni, di questa città prendere in mano la salute dei nostri figli perché le Istituzioni finora non lo hanno fatto. Per questo, come semplici cittadini, ci sentiamo spinti a prendere una posizione che nessuno dei nostri rappresentanti ha preso finora.


Chiediamo che venga avviato un programma di analisi serio e partecipato delle fonti di inquinamento della città di Piacenza
.
Chiediamo che alla fine di questa analisi, che deve risolversi entro pochi mesi, venga avviato un piano d’azione con obiettivi vincolanti per la riduzione a breve termine dei principali inquinanti della nostra aria.

Chiediamo che, fino a che non saranno raggiunti i primi obiettivi previsti dal piano, vengano congelate tutte le approvazioni in corso relative a nuove emissioni in atmosfera nella città di Piacenza.

Chiediamo che, contemporaneamente, venga ritirata l’approvazione già data a Cementirossi per l’aumento dei quantitativi di plastica e pneumatici da bruciare e che la stessa autorizzazione venga rivista in futuro, dopo l’applicazione del piano di cui sopra.

Pensiamo a chi, come molti di noi, ha figli piccoli. Non vogliamo più trovarci a pensare: oggi è un buon giorno per fare una passeggiata con mio figlio perché piove (e quindi la concentrazione di inquinanti è ridotta) mentre è preferibile rimanere a casa quando c’è il sole.  Per questo lanciamo un appello a tutti i piacentini che credono ancora che cambiare è possibile: costruiamo insieme un comitato di cittadini che possa far valere le semplici ragioni della tutela della salute di tutti. Non vogliamo finire passivamente sul registro delle statistiche oncologiche di questa città senza prima dare battaglia.

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