Forza Italia, Palmizio: “Così rilanceremo una classe dirigente forte”

Molti degli oltre duecento tra eletti di centrodestra del nostro territorio e rappresentanti dei circoli nei consigli comunali si sono riuniti questa mattina in occasione della visita a Piacenza del senatore Massimo Palmizio, coordinatore regionale del movimento di Forza Italia, affiancato al tavolo dal consigliere regionale Andrea Pollastri. Quattro i punti cardine trattati da Palmizio

Rilanciare una classe dirigente forte, seria e responsabile che permetta di conquistare i 34 Comuni piacentini che si apprestano al rinnovo di maggio, di eleggere almeno un rappresentante nel parlamento europeo e preparare il terreno ad una campagna elettorale che garantisca il successo. Sono gli obiettivi che vedono impegnati i duecento tra eletti di centrodestra del nostro territorio e i rappresentanti dei circoli nei consigli comunali, molti dei quali si sono riuniti questa mattina in occasione della visita a Piacenza del senatore Massimo Palmizio, coordinatore regionale del movimento di Forza Italia, affiancato al tavolo dal consigliere regionale Andrea Pollastri. Quattro i punti cardine trattati da Palmizio.

•    IL MOVIMENTO – Forza Italia torna ad avere una struttura snella e leggera come nel ’94, ai suoi esordi. E’ costituito da un Comitato Regionale con un presidente e 4 vicepresidenti (attualmente ancora da nominare) che si occupano rispettivamente di rapporti con gli Enti locali; reperimento delle risorse (found raising); organizzazione dei Club e contenuti dei Club. Una struttura che sarà replicata a livello provinciale. Al vertice, il Comitato Nazionale costituito da 36 persone e uno operativo al suo fianco costituito da una dozzina di persone (gestito dal consigliere politico di Forza Italia Giovanni Toti).

•    LE AMMINISTRATIVE – Il movimento si presenta alla prossima tornata amministrativa con una lista unica che si opponga agli avversari del Centrosinistra e che sostenga il proprio sindaco se ricandidabile. Forza Italia, come da richiesta del presidente Berlusconi, non ritiene necessario ricorrere allo strumento delle primarie per la scelta dei propri candidati. Ai sindaci uscenti al secondo mandato viene chiesto di occupare il posto di capolista a sostegno del candidato. Alte le chance di vittoria nei 34 Comuni piacentini, meno probabile l’elezione di un rappresentante al Parlamento europeo. Il collegio ampio – Emilia Romagna e Triveneto – fa sì che dal 2000 Forza Italia non abbia più un rappresentante emiliano a Bruxelles.

•    IL GOVERNO – La mancata fiducia a Letta viene spiegata dal senatore Palmizio con tre motivazioni essenziali. La discrepanza tra le promesse e i fatti del Governo Letta (tasse, sviluppo del Paese e lavoro); la decadenza “retroattiva” del presidente Berlusconi per motivi politici e non giudiziali attraverso lo strumento del voto palese (mai utilizzato per questioni personali dal 1948); le scissioni interne del movimento, in particolare l’ultimo “tradimento” del segretario Alfano in uno dei momenti più difficili per il presidente Berlusconi.  “Oggi – sottolinea Palmizio ad una platea attenta e piena di aspettative – Berlusconi è più in pista che mai, soprattutto grazie all’aiuto involontario di Grillo che, chiudendosi al dialogo, ha favorito il rapporto tra Renzi e il nostro presidente, unico vero interlocutore rimasto. Ora ci prepariamo alla  riforma della legge elettorale (11 febbraio), a quella del Senato e alla riforma importante del titolo V”.

•    I CLUB – I Club di Forza Italia – attualmente 23 in Emilia Romagna, con l’obiettivo di raggiungere quota 50, 12mila in tutta Italia – sono organismi autonomi, con un presidente e 4 vicepresidenti iscritti al movimento politico. Ai Club si chiede l’impegno in tre settori: la copertura delle sezioni elettorali; i temi sociali; gli amici a quattrozampe (argomento introdotto da Berlusconi, in difesa dei diritti degli animali). Entro aprile è previsto l’incontro con i circa 250 presidenti di Club.

A termine dell’incontro il sindaco di Caorso Fabio Callori, al secondo mandato, prossimo capolista per le elezioni di maggio, ha sottolineato come “nel nostro territorio, i sindaci hanno dimostrato di saper amministrare portando avanti programmi di sviluppo. La professionalità e la serietà dei nostri eletti ci aiuterà ad ottenere migliori risultati a livello politico. Certo, per raggiungere l’obiettivo non solo di confermare i nostri amministratori ma di conquistare quelli degli avversari (sempre più spaccati in casa PD) serve unità e chiarezza. Noi siamo pronti a fare la nostra parte”. E mentre si commenta sul destino delle Province, il senatore Palmizio non ha dubbi: “Se non passa in Senato, dove i numeri sono più ballerini, la soluzione del sindaco metropolitano, in attesa di abolire le Province con legge costituzionale, gli attuali presidenti resteranno in qualità di commissari straordinari”. 

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