Ex profughi, Cugini “Niente abitazione per i protagonisti della rivolta”

Niente più alloggio e corsi di formazione per gli ex profughi protagonisti della rissa davanti agli uffici comunali di via Taverna. Lo ribadisce l’assessore al Welfare Stefano Cugini: saranno esclusi dal progetto messo in campo dall’amministrazione non solo i 4 arrestati, ma anche gli altri 4 che hanno rifiutato il corso di formazione (per piastrellisti)

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Niente più alloggio e corsi di formazione per gli ex profughi protagonisti della rissa davanti agli uffici comunali di via Taverna. Lo ribadisce l’assessore al Welfare Stefano Cugini: saranno esclusi dal progetto messo in campo dall’amministrazione non solo i 4 arrestati, ma anche gli altri 4 che hanno rifiutato il corso di formazione (per piastrellisti). “Forse per buona volontà – dice l’assessore Cugini – fin dall’inizio sono state create false aspettative, o forse queste sono diventate enormi vista la disperazione di questa gente. Purtroppo quando un progetto e le risorse per finanziarlo sono finiti, sono finiti. Se ci fosse la possibilità di avere ulteriori risorse, senza prevedere un impegno economico del Comune, ben vengano, siano queste destinate a italiani o a stranieri. Ma se qualcuno chiede al Comune di Piacenza un trattamento di favore, la risposta può essere solo no. Tutti sono uguali”. 

“Venendo alla protesta di ieri, si tratta di ex profughi (quelli dell’emergenza Nordafrica di due anni fa, ndr), per i quali era stata trovata una sistemazione in appartamento fino a settembre, con regole ben chiare: questa opportunità era subordinata alla frequenza di corsi di formazione che il Comune sarebbe riuscito ad attivare” spiega. “Per quanto riguarda i 4 arrestati, questo comporta per loro la fuoriuscita completa dal progetto, e lo stesso vale per gli altri 4 che ieri hanno protestato perché non volevano frequentare il corso da piastrellista. Io non so se ci sia una regia esterna dietro la protesta – conclude – ma questa è la sensazione che ho provato, sentendo ieri le parole un po’ sconclusionate di queste ragazzi. Affermazioni che stonano con la loro condizione”.

MIGRANTI. PIACENZA, SERVIZI SOCIALI “ASSALTATI”, POLLASTRI (FI-PDL): REGIONE SPIEGHI COSA E’ SUCCESSO

Uffici dei servizi sociali del Comune di Piacenza “assaltati”, giovedì 27 marzo 2014, da otto stranieri provenienti dall’Africa sub-sahariana, in città dal 2011 con lo status di profughi.? La notizia è ripresa dal consigliere Andrea Pollastri (Fi-Pdl) in un’interpellanza rivolta alla Giunta regionale, in cui ricorda che, “pur essendo venuto meno questo status”, molti di questi stranieri avrebbero deciso di non fare rientro in patria, anzi alcuni avrebbero “occupato abusivamente il Ferrhotel, di proprietà di Fs, presso il quale erano ospitati, da dove sono stati sgomberati lo scorso luglio”.?

“A fronte delle proteste e delle illegittime occupazioni messe in atto”, alcuni ex profughi sarebbero stati inseriti nel progetto Fer riservato ai rifugiati politici, per cui avrebbero ottenuto un alloggio fino a settembre 2014, buoni-pasto e la frequentazione di un corso di formazione professionale da effettuarsi entro giugno come piastrellisti.? E proprio il “malcontento per l’oggetto del corso (gli extracomunitari avrebbero voluto diventare saldatori e non piastrellisti) – scrive Pollastri – sembra aver creato un alterco con gli impiegati comunali”, “degenerato in una vera e propria rissa” che avrebbe coinvolto anche l’assessore e reso necessario l’intervento della Polizia e dei Vigili per lo sgombero.

Il bilancio dei tafferugli, secondo il consigliere, sarebbe stato di sei agenti aggrediti e feriti e di quattro extracomunitari arrestati, con l’accusa di violenza, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale, per cui verranno processati. ?Pollastri chiede quindi alla Giunta di chiarire quale sia l’esatta dinamica dei fatti e le ragioni della protesta, quali siano i possibili provvedimenti da assumere contro gli otto facinorosi, compresa l’estradizione, se sia possibile far ricorso alle risorse del Fondo sociale europeo per il rimpatrio degli ex-profughi nel loro Paese d’origine e, alla luce di ulteriori arrivi di profughi nel nostro territorio, quale sia il supporto che si intende dare alle istituzioni locali per la gestione della loro permanenza.

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