Morto Aldo Braibanti, artista e partigiano. Subì un processo storico

E’ stato celebrato stamani in forma strettamente privata a Fiorenzuola d’Arda (Piacenza) il funerale di Aldo Braibanti, 91 anni, scomparso per un attacco cardiaco nella sua casa di Castell’Arquato. La notizia della sua morte, per sua esplicità volontà, è stata resa nota a due giorni dal decesso.

Ex partigiano, filosofo, artista, omosessuale dichiarato, Braibanti, figlio di un medico condotto, era nato a Fiorenzuola d’Adda il 17 settembre 1922. Aveva studiato a Firenze dove nel 1940 aveva aderito ai movimenti partigiani di Giustizia e Libertà e poi al Partito Comunista. Arrestato due volte e torturato dalla Banda Carità, nel 1947 inizia l’esperienza comunitaria del torrione Farnese di Castell’Arquato, un laboratorio artistico con Renzo Bussotti e Sylvano Bussotti, Roberto Salvadori, Fiorenzo Giorgi e altri, che per sei anni diviene uno studio ceramistico e polivalente. Le opere del torrione Farnese sono state esposte in varie mostre in molte città americane ed europee, tra cui una massiccia partecipazione alla triennale di Milano

IL PROCESSO PER PLAGIO – Trasferitosi a Roma nel 1962, divenne protagonista di uno dei processi più clamorosi dell’epoca: venne accusato di aver “plagiato” un giovane che lo aveva accompagnato nela Capitale. La sua condanna a nove anni dopo 4 anni di processo è rimasta l’unica nella storia repubblicana per questo tipo di reato, introdotto nel codice penale durante il fascismo.

La condanna suscitò ampia eco in tutta Italia, a favore di Braibanti si mobilitarono Alberto Moravia, Umberto Eco, Pier Paolo Pasolini, Marco Bellocchio, Adolfo Gatti, Giuseppe Chiarie e numerosi altri intellettuali e uomini di cultura.