Ciclisti in divieto in via XX Settembre. Garetti (Sveglia): “Rispetto delle regole”

Pubblichiamo la testimonianza di Paolo Garetti (Sveglia Movimento Civico) sul mancato rispetto delle regole stradali in via XX settembre

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Pubblichiamo la testimonianza di Paolo Garetti (Sveglia Movimento Civico) sul mancato rispetto delle regole stradali in via XX settembre. “In una via XX Settembre invasa di bambini che corrono come solo i bambini sanno fare, senza schemi, senza attenzioni, senza freni, pensando solo a correre – spiega – a fare da padroni arroganti erano troppi ciclisti che ben consci del divieto sfrecciavano per l’unica via esclusivamente pedonale di Piacenza”.

LA TESTIMONIANZA

“Quando un progetto non funziona, può essere il caso di abbandonarlo. Quando un progetto non riesce a funzionare perché chi lo ha ideato è il primo a non crederci, quanto meno deve essere rivisto e modificato.

Queste mie considerazioni sono chiaramente provocatorie, ma purtroppo fondate. Mi riferisco a tutti quei divieti, a tutte quelle norme, a tutti quei regolamenti che sono stati varati e mai rispettati e/o fatti rispettare. Ieri sera, in un centro storico animato e con Piazza Duomo punto di arrivo di tante famiglie, in una via XX Settembre invasa di bambini che corrono come solo i bambini sanno fare, senza schemi, senza attenzioni, senza freni, pensando solo a correre, a fare da padroni arroganti erano troppi ciclisti che ben consci del divieto sfrecciavano per l’unica via esclusivamente pedonale di Piacenza.

All’ennesimo mio richiamo mi sono sentito rispondere un inequivocabile “IO FACCIO QUELLO CHE VOGLIO” condito da coloriti ma irripetibili insulti.

Mi sono sentito ferito ed esausto. Assolutamente non per l’apostrofo poco gentile fatto alla mai persona, ma per quel “IO FACCIO QUELLO CHE VOGLIO”. Ferito per la mia stupidità a volere insistere nel rispettare le regole, esausto, per la fatica senza risultati al mio tentativo di farle seguire agli altri, senza averne tra l’altro alcun titolo.

E da qui la mia considerazione iniziale: se a nessuno interessa che “Via Venti” sia solo pedonale e non ciclabile, togliamo il divieto. Lo si sa e anche in quel tratto si tengano i bambini per mano. Se a nessuno interessa che i cani non possano entrare nei parchi giochi, si tolga il divieto e libero accesso. Se a nessuno interessa che nei soliti posti e ai soliti orari si possa parcheggiare sulle piste ciclabili o si possano rompere bottiglie o lasciare sporcizia e disordine, si dica esplicitamente che tutto ciò è permesso e si raddoppi, con costi annessi, il passaggio della nettezza urbana o, nel peggiore dei casi, delle ambulanze per ciclisti investiti.

Ci si pensi seriamente: se non si hanno le forze per fare rispettare determinate regole, le si tolgano. E sia ben chiaro, la forza deriva dalla convinzione che si ha nella bontà e opportunità delle regole stesse.

E’ chiaro che sarà quindi normale che la gente, non le persone, si senta nel diritto di dire “IO FACCIO QUELLO CHE VOGLIO” dal momento che se una regola non viene rispettata, sarà tolta.

D’altra parte questa è la città dove non è mai colpa di nessuno qualsiasi cosa succede, da gestioni discutibili di enti di interesse pubblico a inaccessibilità per la “gente comune” a determinate e precise zone; questa è la città dove la “rivoluzione culturale” parte dal togliere efficacia ad una norma basilare del codice della strada come il “senso unico” per le biciclette. E se ci si riflette un attimo, si prende atto che la bicicletta è il primo mezzo guidato da una persona e la prima regola che gli viene data è: “qui la regola universale del “senso unico” non vale”.

Paolo Garetti – Sveglia Movimento Civico

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