Irlanda in musica, sabato chiusura con Lou Dalfin  foto

Sarà un live tutto da ballare alla riscoperta delle radici che accomunano la musica europea.

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Quattro serate di festa per quattro concerti completamente diversi tra loro, in Piazza San Colombano si è passati dalle sonorità medioevale dei Rondeau de Fauvel, all’Irish Traditional Music del FullSet alla celtica elettronica dei The SIDH e si chiude questo sabato, 26 luglio, con un live molto atteso: dopo oltre trent’anni di carriera, una dozzina di album pubblicati, oltre un migliaio di spettacoli nei festival di tutt’Europa, finalmente anche ad Irlanda in Musica arrivano i Lou Dalfin.

Organizzata dal Comune di Bobbio con la direzione artistica di Fedro, la kermesse bobbiese chiude con un concerto evento che porterà in Valtrebbia i padri del folk occitano per l’Italia. Fondati nel 1982 da Sergio Berardo, che aveva il chiaro intendo di dare nuova voce alla musica tradizionale occitana, i Lou Dalfin sono diventati gli ambasciatori di tale cultura a tutto tondo. Le vallate occitane piemontesi a partire dagli anni ’70 sono state teatro di un notevole fermento culturale: produzione letteraria e poetica, periodici in lingua d’Oc, attività politica occitanista più e meno fortunata e, soprattutto un crescente interesse verso quelle che sono considerate le più spontanee e connotative forme di espressione di un popolo: la musica, il canto e la danza. È proprio in questo contesto che Sergio Berardo ha dato vita al progetto Dalfin: grazie a lui ed al folto gruppo di musicisti che negli anni gli sono passati accanto, la musica occitana ha riacquistato la dignità che le spettava, diventando un fenomeno di costume anche ben al di fuori dei confini della regione.

Il loro intento di rivisitare in chiave contemporanea la musica tradizionale occitana, porta i Lou Dalfin a cantare in Langue d’Oc, ma nel loro repertorio non compaiono soltanto pezzi storici, la loro produzione autografa è vastissima e specialmente negli ultimi anni predominante. Alla line up acustica dei primi anni, composta da ghironda, fisarmoniche, violino, plettri, clarinetto, flauti, ben presto i Lou Dalfin hanno incorporato basso, batteria, chitarra e tastiere. E’ il nuovo suono della band di Berardo, che cela un ideale e un fine esplicito: rendere la tradizione occitana fruibile dal maggior numero di persone, perché le radici culturali di pochi divengano patrimonio di tutti. Sergio riunisce attorno a sé vari musicisti delle più diverse estrazioni musicali – folk, jazz e rock e realizza l’album della rinascita dei Lou Dalfin: W Jan d’l’Eiretto, il disco testimone del nuovo corso.

Siamo nel pieno degli anni ’90 ed in Italia si assiste al boom della musica indipendente, quella che, salvo rare eccezioni, fino ad allora era rimasta relegata nelle cantine e nei piccoli locali di musica live. Le major finalmente si accorgono che esiste una musica “altra” e alcuni generi fino ad allora elitari possono raggiungere una nuova visibilità. Lou Dalfin si colloca a pieno diritto in questo filone e pubblica una manciata di album di grandissimo successo.

Nel 2001 il gruppo dà alle stampe il suo primo best of, La Flor de Lo Dalfin ma uno dei momenti più importanti dell’intera storia di Lou Dalfin arriva nel 2004 con l’uscita de L’Oste del Diau che ottiene la Targa Tenco per il miglior album in dialetto, lo stesso premio assegnato per la prima volta a Fabrizio De André con Crêuza de mä. E’ l’inizio di un ulteriore nuovo corso che vede Berardo e soci prestare una maggiore attenzione alla canzone d’autore pur senza abbandonare la consueta energia.

Nel 2007 i Lou Dalfin festeggiano i 25 anni di attività con l’album I Virasolelhs, secondo capitolo di quella che si potrà definire una trilogia. Del 2008 è forse l’esperimento più azzardato di Sergio Berardo: i Lou Dalfin aprono le porte alla Feel Good Productions per rivisitare in chiave dancefloor alcuni dei loro più recenti brani, l’ennesima riuscitissima contaminazione tra antico e (molto) moderno.

A fine 2011 è uscito il nuovo disco di inediti Cavalier Faidit che è andato a chiudere la trilogia iniziata nel 2004. Il disco vanta anche collaborazioni importanti con artisti italiani e internazionali, a creare a livello musicale una straordinaria varietà di atmosfere, quasi che la ghironda di Berardo incontrando ospiti e storie possa generare di volta in volta un universo sonoro originale e intenso: Bunna degli Africa Unite, Roy Paci, Moussu T del Massilia Sound System, Vicio, bassista dei Subsonica, le Yavanna, a conferma dell’importanza che i Lou Dalfin hanno anche nel panorama internazionale della world Music, dove sono sempre fra i più apprezzati protagonisti dei maggiori festival europei.

Freschi dei festeggiamenti per i loro trent’anni, i Lou Dalfin sono ora nella fase di maturità artistica: l’alchimia raggiunta tra gli strumenti tradizionali e moderni si esprime con uno straordinario linguaggio musicale, personale e rispettoso del proprio nobile passato, in cui convivono melodie millenarie, riff di chitarre, echi di canzone d’autore, rap e raggae…

Il live dei Lou Dalfin ad Irlanda in Musica prenderà il via intorno alle 21.30, ma l’accesso a Piazza San Colombano sarà possibile a partire delle ore 19.30, quando apriranno al pubblico gli stand gastronomici gestiti dal ristorante La Vaca Loca. Franco e Max proporranno leccornie a base di carne alla brace, specialità del loro locale, ma anche alternative vegetariane. 

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