L’ultimo saluto a Suor Paolina, “anima” della Pellegrina foto

I funerali sono stati celebrati dal Vescovo Ambrosio nella Cappella dell’istituto religioso Figlie di S. Anna. 

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“L’amore vale più della vita”. In queste parole – appese sull’altare a caratteri cubitali – è riassunto il modo di sentire e di vivere l’apostolato di suor Paolina Voltini, come ha ricordato la Provinciale delle Figlie di Sant’Anna, suor Anna Silvia Perri, al termine della messa celebrata per l’ultimo saluto all’amata consorella.

In tanti hanno partecipato alla funzione nella chiesa, al primo piano dell’istituto sullo Stradone Farnese:  accanto ai parenti e alle religiose, amici, operatori e volontari dell’associazione “La Ricerca”, dove ha operato per più di vent’anni nella casa accoglienza per malati di aids “Don Venturini”, della Caritas,  ospiti della struttura, e il presidente della Provincia di Piacenza, Massimo Trespidi, che è sempre stato particolarmente vicino a questa Opera di Carità.

“Le abbiamo voluto molto bene e lei, lo so, ne ha voluto tanto a noi” ha detto don Giorgio Bosini con la voce spezzata dalla commozione. Con suor Paolina, il sacerdote ha condiviso più di trent’anni di cammino, fin dalla fondazione della “Ricerca”. L’attuale presidente, Daniela Scrollavezza, le ha rivolto parole di gratitudine per il determinante impegno e sostegno alle persone sofferenti, ai familiari e agli operatori dell’associazione.

Presieduta dal vescovo, la messa è stata concelebrata da nove sacerdoti, tra cui don Bosini, il vicario mons. Giuseppe Illica, don Franco Capelli (referente spirituale di casa “Don Venturini”), don Igino Barani, don Giuseppe Basini, assistiti dai diaconi Giuseppe Chiodaroli  (che ha espresso parole di gratitudine a suor Paolina anche a nome della Caritas diocesana, di cui è direttore) e Roberto Porcari.

“La vita di suor Paolina – ha detto mons. Ambrosio nell’omelia – è stata una vigile attesa verso l’incontro con il suo Sposo, Dio: ha vissuto il proprio pellegrinaggio su questa Terra con grande operosità, dedicandosi pienamente al suo servizio, rispondendo così al suo desiderio di vivere per Dio, facendo della sua vita testimonianza concreta del suo Amore. Con entusiasmo ha risposto sì alla chiamata nella casa “Don Venturini”, un impegno che l’ha vista operare con dedizione totale e tenacia. Un impegno grande, difficile, che ha affrontato con profonda umanità e con la preghiera.

“Ho pianto tanto – diceva – ma ho anche pregato tantissimo”. Qui – ripeteva – mi sento protagonista e sento di svolgere al meglio la missione della guida del mio ordine madre Rosa Gattorno, che è quella di consolare, di tendere una mano a chi ha realmente bisogno, di sentirmi coinvolta in questo servizio nella sofferenza, di dare un aiuto concreto”. Nel salone della casa accoglienza della Pellegrina – ha annunciato don Giorgio Bosini – sarà posta un’immagine di suor Paolina Voltini accanto a quella di don Giuseppe Venturini, il sacerdote a cui è intitolata l’Opera di Carità di cui è stato principale fautore.

Il ricordo

“Ho servito chi soffre. Ho amato. Tutto qui”. In queste poche parole c’era tutto lo stupore di suor Paolina Voltini per aver ricevuto un riconoscimento – il Premio solidarietà per la vita nel 2007 – a un’esistenza interamente dedicata ai sofferenti. La religiosa delle Figlie di Sant’Anna ha vissuto per più di vent’anni al fianco di persone malate di aids nella casa accoglienza della Diocesi “Don Giuseppe Venturini”, alla Pellegrina.

E così come ha vissuto donandosi agli altri nella naturalezza e umiltà di una fede appassionata e praticata, si è spenta serenamente all’età di ottant’anni. La sua scomparsa lascia un grande vuoto non solo tra le consorelle dello storico istituto religioso fondato da Madre Rosa Gattorno, ma anche nella grande famiglia dell’associazione “La Ricerca” (che gestisce la Pellegrina) e tra i tanti piacentini che nella struttura di accoglienza hanno prestato attività di volontariato.

Donna energica, instancabile, religiosa di una vocazione costantemente sospinta dall’urgenza del fare del bene, suor Paolina, cremonese di origine, ha dato sostegno non solo a centinaia di persone malate, ma anche a tante famiglie e agli operatori di comunità che hanno avuto la fortuna di lavorare al suo fianco. Come infermiera caposala aveva prestato la sua opera in diversi ospedali d’Italia, fino ad approdare a Piacenza nei primi anni Ottanta in concomitanza con la nascita del Ceis-La Ricerca.

Con il fondatore dell’associazione, don Giorgio Bosini, aveva frequentato a Roma i primi corsi di formazione del metodo terapeutico “Progetto Uomo” per aiutare i giovani tossicodipendenti a liberarsi dalla schiavitù della droga. Tra loro un legame che è andato consolidandosi nel tempo, poi arricchito dall’amicizia con Daniela Scrollavezza, attuale presidente della “Ricerca”, con cui nel ’93 aveva avviato la casa per malati di aids, e via via con operatori e responsabili della struttura che sono succeduti nel tempo (Gianna Vitali, Ingrid Salinas, Donatella Peroni, Francesca Sali…).

Nella casa accoglienza della Pellegrina, dove prestava assistenza giorno e notte, è rimasta fino a pochi mesi fa, quando l’aggravarsi di alcuni problemi di salute l’hanno costretta a ritirarsi. Ed è nella Casa Madre dell’istituto Figlie di Sant’Anna, sullo Stradone Farnese, che si è spenta mercoledì sera, amorevolmente assistita dalle consorelle.

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