Fecondazione eterologa. Pollastri (FI): “Si valuti il divieto permanente in Emilia-Romagna”

Andrea Pollastri (FI-PdL) accoglie positivamente la decisione dell’assessore alla salute Carlo Lusenti di sospendere, almeno temporaneamente, la fecondazione eterologa presso le strutture sanitarie emiliano-romagnole, evitando la fuga in avanti della regione Toscana

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Andrea Pollastri (FI-PdL) accoglie positivamente la decisione dell’assessore alla salute Carlo Lusenti di sospendere, almeno temporaneamente, la fecondazione eterologa presso le strutture sanitarie emiliano-romagnole, evitando la fuga in avanti della regione Toscana.

L’azzurro plaude anche all’esortazione, da parte dell’assessore, affinchè il ministero detti linee guida univoche per tutto il territorio nazionale “Per assicurare la fruizione di un diritto, pertinente alla sfera della salute, in condizioni di uniformità su tutto il Paese, ed evitare il rischio di una variabilità da regione a regione”.

Pollastri ricorda di aver rivolto un invito in tal senso già due anni fa, quando, con un’interrogazione, aveva chiesto alla giunta di condividere con le altre Regioni il processo di definizione di nuove linee giuda: poco prima di cadere, infatti, il governo Berlusconi stava lavorando a questo documento, rimasto, però, incompiuto, e “messo nel cassetto” dall’esecutivo guidato da Monti. Il consigliere aveva, quindi, sollecitato la nostra Regione a prendere l’iniziativa fungendo da coordinatore.

Anche allora, nella risposta, Lusenti si era detto disponibile a fare la propria parte, ma le sentenze degli ultimi mesi hanno duramente colpito la Legge sulla fecondazione assistita, aprendo nuovi fronti interpretativi e consentendo cose, prima vietate, come l’eterologa, che suscitano dubbi ed incertezze etiche, giuridiche e scientifiche.

“I cittadini italiani – commenta Pollastri –, bocciando sonoramente un referendum nel 2005, hanno detto no alla fecondazione eterologa: l’auspicio è che il Ministero sia coerente con quel pronunciamento e confermi, malgrado il parere della corte costituzionale, il divieto ad eseguire questa pratica”.

“Spero altresì – chiosa – che anche la prossima amministrazione regionale, a prescindere dalle decisioni che prenderà il ministero, confermi comunque, qualora ci sia un margine operativo da parte delle regioni, il fermo diniego all’eterologa nelle strutture sanitarie pubbliche e convenzionate, per evitare che il diritto alla genitorialità si trasformi in un mercimonio, dai confini poco chiari, di embrioni che, è bene ricordarlo, sono a tutti gli effetti esseri umani”.

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