Confronto Imu-Tasi, a Piacenza il conto è più salato          

E’ tempo di confronti tra Imu e Tasi, ovvero tra la vecchia imposizione sugli immobili e la nuova formula in vigore da quest’anno. A proporre il paragone i media nazionali, tra cui "Panorama" con un ampio servizio sulla base delle stime di Confedilizia, e il "Corriere della Sera" 

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E’ tempo di confronti tra Imu e Tasi, ovvero tra la vecchia imposizione sugli immobili e la nuova formula in vigore da quest’anno. A proporre il paragone i media nazionali, tra cui “Panorama” con un ampio servizio uscito sul numero in edicola da ieri sulla base delle stime di Confedilizia, e il “Corriere della Sera” con un articolo in pagina nell’edizione odierna. 

Il “Corriere” fa notare che dalla lettura dei dati presenti sul sito del ministero delle Finanze e aggiornati a ieri risulta che hanno messo on line le tariffe 6.641 amministrazioni municipali; mancherebbero quindi all’appello ancora 1.416 degli 8.057 comuni italiani. La pubblicazione non è solo un atto formale ma un adempimento decisivo; la delibera senza inserimento sul sito del ministero delle Finanze non è infatti applicabile. Il termine ultimo di scadenza per la pubblicazione è il 18 settembre.

L’aliquota base della Tasi è lo 0,1%, calcolata sulla medesima base imponibile dell’Imu, per le abitazioni principali (sono quelle in cui il possessore ha residenza e domicilio abituale e che non appartengano alle categorie catastali A/1, A/8 e A/9) e assimilati e che sono esentate dall’Imu. I comuni possono portare l’aliquota fino allo 0,25% senza nessun obbligo di riconoscere detrazioni, oppure fino allo 0,33% ma prevedendo facilitazioni.

E’ quest’ultimo il caso del Comune di Piacenza, che ha portato la Tasi alla soglia massima del 3,3 per cento (con la possibilità di detrazioni): secondo le stime di Confedilizia il conto da pagare per un contribuente piacentino senza figli con abitazione principale in categoria A2 e rendita catastale di 800 euro è pari a 443,52 euro.

Il confronto con l’Imu a Piacenza: penalizzate le case di valore più basso

Il “Corriere della Sera” ha provato a mettere a paragone il tributo per l’abitazione principale in una cinquantina di comuni capoluogo che hanno deliberato le aliquote con l’Imu 2012, su due tipologie di abitazione: una casa di medio livello da 70 metri quadrati e una signorile da 120. Il risultato è quello che suggerisce la logica: siccome l’aliquota è più bassa di quella dell’Imu (che lo ricordiamo per le abitazioni principali poteva andare fino allo 0,6%) ma sono anche più basse le detrazioni (per l’Imu c’era 200 euro ad abitazione più 50 per ogni figlio convivente) la Tasi penalizza le case di valore più basso e risulta conveniente per quelle di maggior pregio.

Anche a Piacenza – sulla base dei calcoli del “Corriere” – chi possiede un’abitazione di 70 mq pagava 11 euro di Imu e pagherà 25 di Tasi, per chi possiede una casa da 120 mq l’aggravio è minore, da 232 euro di Imu a 237 di Tasi (+ 5 euro). 

Per gli altri immobili l’aliquota base sarebbe dello 0,1% ma va calcolata anche tenendo conto dell’Imu: la somma Imu+Tasi non può superare lo 0,6% per le abitazioni principali di lusso e non può andare oltre l’1,06% per gli altri immobili. Se però il comune stabilisce detrazioni per le abitazioni principali e non prevede per queste un’aliquota superiore allo 0,25% la somma Tasi più Imu può arrivare all’1,14%. Un meccanismo che eufemisticamente si potrebbe definire farraginoso.

In circa 2.000 comuni italiani, quelli che avevano pubblicato entro fine maggio le aliquote, si è pagata la prima rata della Tasi lo scorso 16 giugno. I contribuenti che hanno svolto questo adempimento dovranno effettuare il saldo il 16 dicembre.

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