Asp “pubblica”: ok in commissione. La minoranza abbadona l’aula foto

In merito alla vicenda Asp Vittorio Emanuele a Piacenza, il Comune ha inviato un comunicato di risposta alla presa di posizione delle due coop che gestiscono il servizio, Coopselios e Aurora Domus. 

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Vicenda Asp “Città di Piacenza” e reinternalizzazione dei servizi di assistenza agli anziani attualmente esternalizzati alle cooperative Coopselios e Aurora Domus. Nel pomeriggio del 25 marzo in municipio a Piacenza si è riunita la commissione consiliare affari sociali, per valutare il provvedimento licenziato dalla giunta comunale. Che prevede il ritorno a un sistema di gestione diretta dei servizi per 108 posti di assistenza al “Vittorio Emanuele”, con l’uscita di scena delle cooperative.

Presente in aula a Palazzo Mercanti anche una delegazione di lavoratrici delle cooperative, preoccupate per il proprio futuro occupazionale. Al termine di una lunga discussione, la minoranza ha contestato l’impossibilità di leggere le carte a sostegno della decisione della giunta e ha abbandonato l’aula; il provvedimento alla fine è passato con i voti a favore della maggioranza con alcune defezioni: oltre a Carlo Pallavicini e Gianluca Ceccarelli (che non si ritengono più in maggioranza), non hanno votato Sandra Ponzini (Pd) e Lucia Rocchi (Moderati).

Alla commissione 3, hanno preso parte il sindaco Paolo Dosi, l’assessore al welfare Stefano Cugini e Giorgio Prati, direttore del Vittorio Emanuele, insieme al presidente dell’ente Marco Perini. E’ stato quest’ultimo a presentare le prospettive future dell’azienda servizi alla persona (Asp) “Città di Piacenza” di cui fa parte anche il “Vittorio Emanuele”.

Da parte sua il primo cittadino Paolo Dosi ha esordito affermando che la decisione di reinternalizzare il servizio non vuole mettere in discussione l’integrazione tra pubblico e privato, ma per questo caso specifico è la soluzione migliore.

Marco Perini, amministratore unico dell’Asp ha spiegato: ‘Ora sono solo due le scelte possibili, investire o disinvestire su Asp. La prima è sicuramente perseguibile. Lo studio eseguito dall’università di Modena – Reggio va in questa direzione, i dati forniti da questa relazione, dopo un attento esame da parte del Comune e di Asp, sono stati considerati attendibili. La possibilità per una gestione futura è quella di credere nelle opportunità che questa ha, con l’efficientare la gestione, migliorare l’organizzazione, monitorare tutto con un efficace controllo di gestione, rivedere contratti per forniture e servizi, oltre alla valorizzazione del patrimonio. Una parte è già stato fatto, ma ne resta ancora: va messo a reddito nel modo migliore possibile, con nuovi progetti da realizzare e avviare nuovi servizi.

Quelli di più immediata realizzazione sono riferiti all’ala est del Vittorio Emanuele, che potrebbe essere destinata a nuovi anziani non in regime di convenzione, il progetto di 21 alloggi in via Gaspare Landi, spazi messi a disposizione dalla Fondazione (Pio Ritiro Santa Chiara), progetti di formazione per soggetti disabili. Questi sono progetti che potrebbero essere realizzati entro la fine dell’anno, più il pomo della discordia.

Le opportunità possono essere altre, questa però può essere davvero la pietra angolare per costruire una nuova Asp. È un servizio che garantirebbe delle economie di scala e sarebbe gestito meglio, oggi unendo le due strutture di assistenza sarebbe davvero un volano per la ripresa.

Quello più ambizioso è quello del pensionato – albergo, c’è una struttura dietro il Vittorio Emanuele che può essere utilizzata per diversi scopi. Nella logica di evoluzione di Asp tutto viene messo in gioco e occorre valutare anche se Asp sia la definizione giuridica più conveniente, piuttosto che diventare Fondazione o Asc (struttura di comunità) per avere vantaggi fiscali.

Bisogna fare pressione in Regione affinché vengano messi in evidenza questi problemi: equipararne il trattamento fiscale rispetto ad altri competitor. Asp non può essere lasciata da sola in questo passaggio, per questo ho chiesto sempre consiglio al sindaco, all’assessore ai dirigenti. Asp deve essere il braccio operativo del Comune e non altrimenti, il percorso di efficientemento ha subito diversi scossoni. Ora si sta creando stabilità e i frutti arrivano.

Il disavanzo atteso, di oltre un milione, è preoccupante. Il bilancio preventivo parla di un contenimento significativo di questa situazione. Non posso tralasciare il tema del personale: in servizi come questo sono una vera ricchezza. Non viene meno l’impegno di queste persone, se cambia il modello di gestione. Si tratta dello stesso personale che lavorava in Asp dai tempi di Copra Dimensione Sociale. Se dovesse rientrare il servizio, non vedo perché fare a meno di queste persone, anche se il pubblico pone dei paletti più severi. Da parte nostra c’è la massima esigenza di tutelare il personale. Poi la prima preoccupazione deve essere quella di erogare un servizio di qualità, deve essere l’obiettivo ultimo della nostra discussione. All’interno del Vittorio Emanuele è stato somministrato un questionario sulla qualità del servizio, e il risultato è stato molto positivo’.

La parola passa al consigliere di Piacenza Viva Marco Colosimo, il quale ha proposto che venga rinviata a un secondo momento, “per avere modo di esaminare lo studio dell’Università di Modena Reggio, reso noto solo oggi, mentre era stato consegnato all’amministrazione dal novembre scorso”.

‘Siamo passati da un regime di Asp a un regime di cooperativa – dice il consigliere della Lega Massimo Polledri -, tanto è vero che il questionario sul gradimento va benissimo. Non si può decidere del futuro di 108 persone nel giro della commissione di oggi, pensate di farci votare una cosa con possibili risvolti legali? Lo dico in base a quanto ci hanno scritto Coopselios e Aurora Domus, che parla di decisione illegittima. Qui non si sta parlando del canile municipale. Trovo questo comportamento poco rispettoso anche nei confronti della maggioranza’.

La richiesta di sospensione non passa: si oppone la maggioranza, con il sostegno di Carlo Pallavicini del Prc. astenuta Lucia Rocchi (Moderati), il consigliere Ceccarelli invece vota a favore della sospensione.

La discussione riprende con Mirta Quagliaroli (M5s), che chiede di nuovo di rimandare la discussione. ‘L’atto che dobbiamo votare non è completo, manca parte della documentazione. Io l’ho fatto presente subito al presidente del consiglio Claudio Ferrari, il quale però non ha dato ascolto alle mie richieste. Inoltre per dare un voto su questo tema era necessario una convocazione congiunta con la commissione 1, competente in materia di bilanci e forme giuridiche della società. In caso contrario questa delibera rischia di essere impugnata con ricorso al Tar’. 

‘Nessuno venga a dire che noi operiamo – replica Laura Rapacioli del Pd – contro l’interesse dei lavoratori. La prima preoccupazione dell’amministrazione è stato quello di avere ben presente che si sta parlando di un tema delicato, visto che stiamo parlando di servizi resi ai nostri cittadini più fragili. La delibera – dice – prevede che ci sia il parere tecnico del responsabile del servizio e questo c’è, insieme a quello dei revisori dei conti’.

La maggioranza si oppone, Pallavicini non partecipa al voto, Rocchi astenuta e minoranza vota a favore della pregiudiziale della consigliera Quagliaroli. Da parte del consigliere Giovanni Botti (Pdl) viene proposta un’altra sospensiva. ‘Nella nuova riunione dovrebbe partecipare chi ha redatto lo studio dell’Università, come è accaduto per la gestione dell’acqua’.

La nuova richiesta di sospensiva viene respinta e il centrodestra lascia l’aula. ‘È evidente che non volete discutere, quindi ve ne assumerete la responsabilità’ chiosa Polledri. Ma Quagliaroli e Tarquini del M5s restano in consiglio.

‘Sono così a favore della pubblicizzazione di questo servizio, che chiedo di estendere questa decisione anche ad altri: chiediamo uno studio serio sull’acqua pubblica – dice Carlo Pallavicini (Sinistra per Piacenza) -. Dobbiamo darci dei tempi medio lunghi per vederne gli effetti: non solo un anno, se no che garanzia ci possono essere per i lavoratori? Se no attraverso questo andremo a ledere il servizio, con una turnazione che pietre e pesare sugli utenti. Chiedo conferma di un dato: a livello conoscitivo vorrei sapere se Eugenio Caperchione, autore dello studio dell’Università, se fa parte o se è solo un caso di omonimia del collegio sindacale di Unicoop. In base a questo mi farò un’idea’.

Replica dell’assessore Stefano Cugini. ‘Non si può dire che dietro a certe affermazioni non ci siano illazioni, su questa richiesta specifica mi informerò. Sono la stessa persona? Non lo so. Sono stanco però di queste continue illazioni, che possono essere oggetto di querela. Ma torniamo all’argomento di oggi. L’amministrazione in questo passaggio delicatissimo ha deciso, avvalorata da questo studio, di non ritenere di spendere altre cifre importanti per richiedere un nuovo studio, e abbiamo deciso di approfondire quello fatto da professionisti seri. La scelta di oggi è convinta, da qui a un anno non si andrà a una struttura gestita da Asp a una struttura gestita da una cooperativa. Non è un escamotage per cambiare soggetto gestore, e passare a un altro privato. La nostra linea è di andare verso un accreditamento quinquennale. È obbligo di questa amministrazione valutare se a livello di forma gestionale conviene cambiare soggetto giudico, per ridurre il disavanzo. Per quanto riguarda sostenibilità economica, non si vuole impattare sulla qualità del servizio. Tra le soluzioni previste c’è l’Asc, azienda speciale comunale’.

‘La qualità dipende dal cappello che si mette sopra la gestione o dipende dai dipendenti? Si parla di carenze del servizio, mi farebbe piacere che queste venissero esplicitate in maniera un po’ più chiara – dice Barbara Tarquini del M5s -. Inoltre non costava niente a nessuno allegare subito, alla convocazione, lo studio redatto dall’università. Dalla discussione abbiamo capito che l’unica ad averlo avuto, perché lo ha richiesto, è stata la consigliera Sandra Ponzini. Quindi ci viene richiesto di esprimere un voto su una delibera motivata da uno studio che quasi nessuno ha letto. Vorrei inoltre vorrei sapere, come ha chiesto il consigliere Pallavicini, se l’autore dello studio ha avuto incarichi presso la cooperativa Unicoop, che a sua volta aveva partecipato al bando per la gestione di Asp’. Quagliaroli e Tarquini hanno quindi lasciato l’aula.

‘Tutto nasce dal fatto che dobbiamo fare una scelta, o tutto pubblico o tutto privato. Per me – dice Guglielmo Zucconi (gruppo misto) – è meglio la gestione pubblica, perché il risparmio è evidente. Io mi auguro che la giunta prenda provvedimenti nei confronti di chi semina paura tra i dipendenti attraverso comunicati. Far fronte al disavanzo dovremmo mettere mano al nostro bilancio, e non è il momento di farlo, capisco che le cooperative debbano guadagnare, ma non possono farlo a discapito del servizio e del Comune. Una volta che abbiamo l’occasione per stabilizzare il personale, non capisco perché non approfittarne’.

Prende ancora la parola l’assessore Cugini. ‘Nelle nostre linee di mandato vogliamo valorizzare il privato sociale, come ad esempio stiamo facendo con i nidi. In questo caso è la stessa cosa. Il punto di vista economico non è trascurabile: lo studio indica un risparmio potenziale di 700 mila euro. La commissione poteva tenersi insieme alla uno, però il tema è di stretta competenza della 3, ossia il riordino dei servizi sociali. Oggi forse non abbiamo dato prova di grande capacità politica, ringrazio invece la maggioranza che è rimasta compatta’.

‘Questa è una presa di responsabilità – interviene Giovanni Castagnetti, dei Piacentini per Dosi – di una situazione che andava sanata. La nostra decisione di restare in aula e di votare è un atto dovuto alle situazioni di fragilità di cui il Comune deve farsi carico. Abbandonare l’aula non è una buona cosa. Non possiamo esimerci dal prendere una decisione. Questo dovrà essere un voto unanime e decisivo’.

‘Non partecipo al voto’ dice Pallavicini. Idem per la consigliera Lucia Rocchi, che deve prendere visione di quanto detto dal presidente Perini. ‘Abbiamo avuto modo di leggere lo studio perché ci è stato consegnato durante le nostre riunioni di maggioranza. Questo studio era disponibile da novembre, ma a noi è stato dato solo poco tempo fa. L’assessore ci ha detto che era il tempo necessario per approfondirlo, noi abbiamo dovuto studiarlo in due settimane. Credo che anche la minoranza dovrebbe avere diritto di leggerlo, perché rappresentano una parte importante dei cittadini. Così come dovrebbe essere stato allegato anche il piano presentato dal presidente Perini. Dico però che in questo consiglio non c’è bisogno di una maggioranza che comunque voterà, ma è necessario rispondere ai chiarimenti che vengono richiesti’.

OK A MAGGIORANZA – Senza opposizione la maggioranza ha avuto gioco facile nel far passare il provvedimento. Alla fine della seduta alcune lavoratrici si sono avvicinate ai consiglieri chiedendo di trascorrere con loro almeno un turno di lavoro, per capire come funziona davvero il servizio.

In merito alla vicenda Asp Vittorio Emanuele a Piacenza, il Comune ha inviato un comunicato di risposta alla presa di posizione delle due coop che gestiscono il servizio, Coopselios e Aurora Domus. Di seguito anche il comunicato dell’assessore regionale alla Sanità Sergio Venturi.

Con riferimento al comunicato stampa diffuso ieri dalle cooperative Aurora Domus e Coopselios, in merito alla Casa di Residenza per Anziani Vittorio Emanuele, l’Amministrazione comunale precisa quanto segue.

La gestione della struttura è stata affidata alle due cooperative attraverso una procedura di accreditamento provvisorio per la durata di un anno, con scadenza il 31 maggio prossimo, tramite avviso pubblico, manifestazione di interesse e selezione ristretta, in conformità con quanto stabilito dalla normativa regionale. La durata annuale era esplicitata chiaramente sia nel bando di selezione del Comune, sia nel contratto stipulato dalle cooperative con la Asp “Città di Piacenza”, rendendo Aurora Domus e Coopselios consapevoli della possibilità che il rapporto cessasse alla sua naturale scadenza.

Nel quadro del programma di riordino delle forme di gestione pubblica, previsto dalla legge regionale 12/2013, la scelta discrezionale dell’Amministrazione di collocare in capo ad Asp la gestione del servizio è da ricondurre ai già noti motivi di ordine economico-finanziario che, da quest’anno, gravano direttamente sul bilancio comunale. Si tratta di una decisione avvalorata scientificamente dallo studio dell’Università di Reggio Emilia e Modena, commissionato da Asp: una ricerca che il Comune ha sottoposto a una analisi tecnica rigorosa e approfondita, verificando la piena fondatezza delle conclusioni cui si perviene.

Per questa ragione, non è parso opportuno commissionare ulteriori studi analitici che, verosimilmente, sarebbero giunti al medesimo risultato. Per quanto riguarda il personale attualmente impiegato presso la struttura, se è vero che la Asp “Città di Piacenza” non potrà esimersi dal bandire un concorso pubblico, il Comune di Piacenza si impegnerà ad assicurare che, nell’ambito di tale selezione, siano valorizzate al massimo le professionalità specifiche maturate nei servizi analoghi.

Accreditamento dei servizi sociosanitari a Piacenza, l’Assessore regionale Venturi: “Ruoli e responsabilità dei diversi soggetti istituzionali sono definiti chiaramente dalle norme regionali”

Bologna – “Sul tema relativo al percorso di accreditamento dei servizi sociosanitari, voglio precisare che le norme regionali identificano in modo chiaro i diversi ruoli e responsabilità che fanno capo alla Regione e agli Enti Locali”.
L’Assessore alle Politiche per la salute Sergio Venturi interviene così sulle scelte operate in materia di accreditamento dal Comune di Piacenza, per quanto riguarda l’internazionalizzazione dei servizi della casa protetta piacentina “Vittorio Emanuele”.

“In particolare  – prosegue Venturi – la Regione assicura la definizione del quadro normativo generale, dei requisiti e delle procedure, del sistema di remunerazione e la formazione degli esperti valutatori che verificano il possesso dei requisiti di accreditamento”.
“In questo ambito – conclude l’assessore – il Comune valuta in piena autonomia e responsabilità i piani relativi all’accreditamento provvisorio e definitivo, compresa la scelta del soggetto gestore”.

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