Oncologia e medicine non convenzionali, in un convegno l’esperienza piacentina

Il convegno, promosso dall’Ausl piacentina, si terrà giovedì 19 marzo, nella sala biblioteca del nucleo antico dell’ospedale. 250 i pazienti interessati, per l’80 per cento si tratta di donne

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“Le cure per il cancro possono finire, quella che non finisce è l’esperienza vissuta dal paziente ammalato di cancro. E’ per questo che crediamo sia utile proporre un approccio che si faccia carico non solo del corpo, ma anche della mente dei pazienti”. Così Livia Bidin, responsabile del gruppo benessere di Amop, associazione malato oncologico di Piacenza, nel presentare il convegno “Medicine non convenzionali in oncologia. Esperienza di integrazione tra terapie oncologiche convenzionali e supporto non convenzionali”.  
 
Il convegno, promosso dall’Ausl piacentina, si terrà giovedì 19 marzo, nella sala biblioteca del nucleo antico dell’ospedale piacentino. Si farà il punto rispetto all’esperienza piacentina e ai percorsi offerti dal dipartimento di oncoematologia: yoga, tai chi solo per citarne alcuni. Sono circa 250 pazienti interessati, per l’80 per cento si tratta di donne, anche nell’ultimo periodo l’interesse da parte maschile è aumentata.
 
“Nel paziente va stimolata – spiega la dottoressa Bidin, che ha presentato il convegno insieme al dirigente del dipartimento Luigi Cavanna – la voglia di prendersi cura di sé. Le terapie possono finire, ma resta il timore per una recidiva o lo sviluppo di un secondo timore, gli effetti collaterale delle cure seguite per guarire. Per questo prendiamo in prestito alcune tecniche della cultura orientale, che crede nell’unità tra mente e corpo.
 
Tra gli ospiti del convegno anche la dottoressa Sophie Ott, medico ed esperta in medicine non convenzionali, come la biopsicogenealogia. “E’ possibile integrare la medicina tradizionale – spiega – che colpisce le cellule malate e anche quelle sane, con le terapie non convenzionali, per aiutare quelle sane a recuperare. L’aspetto psicologico, inoltre, non può essere messo da parte”.
 
Prende la parola anche Maurizio Botti, promotore dell’Omeofest piacentino. “All’interno dell’evento – anticipa – organizzeremo una giornata dedicata all’alimentazione nel malato oncologico. Apprezziamo il lavoro svolto all’interno di questo reparto, perché qui ci si occuparsi della persona e non solo della malattia”. 

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