“Più sussidiarietà per ridurre il debito pubblico e mantenere i servizi” foto

"Iniettare" più sussidiarietà nell'azione di governo, ovvero più responsabilità rispetto alla cosa pubblica e più collaborazione tra pubblico e privato. E' stato presentato nel corso di un'iniziativa pubblica, organizzata dall'associazione Ingenua Baldanza

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“Iniettare” più sussidiarietà nell’azione di governo, ovvero più responsabilità rispetto alla cosa pubblica e più collaborazione tra pubblico e privato. E’ stato presentato nel corso di un’iniziativa pubblica, organizzata dall’associazione Ingenua Baldanza agli Amici dell’Arte, il rapporto 2014/2015 sulla sussidiarietà redatto da illustri studiosi per conto dell’omonima Fondazione nazionale e dedicato alla spesa pubblica.

Ad illustrarne i contenuti davanti a una folta platea, presenti il sindaco di Piacenza Paolo Dosi e il presidente della Provincia Francesco Rolleri, il presidente nazionale della Fondazione Giorgio Vittadini. A moderare il dibattito, introdotto da Massimo Trespidi di Ingenua Baldanza, Mauro Ferri, direttore di PiacenzaSera.it che ha supportato l’iniziativa.

Massimo Trespidi ha introdotto la serata richiamando la questione fondamentale dell’approccio culturale al tema della sussidiarietà. “Il rapporto sulla sussidiarietà non lo sentiamo come estraneo, ma un po’ come anche nostro, legato all’attività che abbiamo messo in campo in questi anni. Purtroppo constatiamo che su temi importanti legati al vivere civile è sempre più difficile confrontarsi, nel confronto e nel dialogo teso a comprendere le ragioni di chi incontri, è possibile fare esperienza che l’altro è un bene. Per questo vogliamo creare luoghi dove l’Io sia realizzato, un Io personale ma anche comunitario. Questo dedicato alla sussidiarietà con Giorgio Vittadini è uno degli appuntamenti culturali che Ingenua Baldanzan ha inteso promuovere, come già in passato la mostra su Peguy, e la mostra sui 150 anni dall’Unità nazionale e la sussidiarietà”.

Giorgio Vittadini nella sua presentazione del rapporto ha fornito alcune indicazioni puntuali per una riforma dello Stato capace di aggredire in maniera strutturale il problema della spesa pubblica. Intanto mettendo in guardia da un ritorno ad una centralizzazione della spesa, dopo la mancata riforma federalista: “Il rischio è quello di diventare schizofrenici, assecondare oggi le pulsioni contro le autonomie e la mala gestione a livello locale può rivelarsi illusorio. In realtà c’è più bisogno di sussidiarietà verticale, ovvero di responsabilità nella gestione delle risorse sui territori. Il modello per un Paese ricco di diversità e di specificità come l’Italia può essere quello di un federalismo differenziato, non uguale per tutti, favorendo i comuni e le realtà locali dove il governo è virtuoso.  

“In questi anni in cui non si è deciso di intervenire, tutti i casi sono stati trattati in maniera indisitinta, ma tutti gli enti locali sono uguali? – si è chiesto Vittadini – Perché ci sono aziende sanitarie in alcune zone del nostro paese dove ci sono 4 volte i parti cesarei di altre? La realtà è che esistono enti locali inefficienti, ed esistono enti locali efficienti. Occorre andare a vedere caso per caso. La sussidiarietà non sta in piedi se non c’è la responsabilità virtuosa. Serve pertanto più sussidiarietà verticale e orizzontale, la forza dinamica dal basso che porta una ricchezza, questo se costruito bene non è una debolezza, ma è una forza”. 

Vittadini ha analizzato anche la dinamica della spesa pubblica con il picco dopo il dopoguerra, “poi tra il 1970 e il 1990 abbiamo avuto l’illusione che dilatando la spesa pubblica avremmo risolto i problemi”. “Anche oggi noi non stiamo diminuendo il debito pubblico, semplicemente ne conteniamo la crescita. Senza una coscienza di spesa, senza aver chiaro come puoi risolvere problemi strutturali, avremo i figli che si portano dietro l’eredità di padri che hanno fatto i debiti. Occorre avere il coraggio di mettere mano alla struttura della spesa pubblica, anche con una maggiore sussidiarietà orizzontale, valorizzando le partnership con privato – sociale, oggi il modello è un modello di collaborazione. Cosa vuol dire sussidiarietà? è la responsabilità, che significa sapere dove ogni singolo euro va a finire, perchè ogni spreco sarà a spese della vita di qualcuno, non sarà a costo zero”.

 

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