Più matrimoni. A Piacenza vince il comune, in provincia l’altare

In Italia le unioni diminuiscono, ma a Piacenza aumentano. Nel 2014 ben 840 coppie hanno pronunciato il fatidico "Sì, lo voglio". Parimerito tra rito civile e religioso.

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Aumentano i matrimoni a Piacenza e si assiste ad un “testa a testa” tra scelta del rito civile o religioso.

Lo spiega l’indagine pubblicata dall’Istat sotto il titolo di “quoziente di nuzialità”, analisi che prende in esame la situazione “coniugale” di tutte le province italiane. Un andamento in controtendenza rispetto alla media nazionale, che evidenzia una leggera flessione rispetto al 2013.

Nel 2014 sono 840 le coppie piacentine che hanno pronunciato il fatidico “Sì, lo voglio” (238 in città e 602 negli altri comuni del territorio locale), 38 in più rispetto all’anno precedente, pari a 2,9 persone ogni mille abitanti. Quest’ultimo dato fa guadagnare a Piacenza il secondo posto in Emilia Romagna (pari merito con Rimini) in coda solo a Ravenna.

Confrontando il quadro generale con quello registrato nel 2013, si evidenziano poche variazioni: i cittadini prediligono il matrimonio in Comune (149 in totale, 89 quelli religiosi), mentre nei comuni della Provincia il primato resta alla marcia verso l’altare (332 le nuove coppie che hanno scelto la Chiesa contro le 270 unite in rito civile).

Complessivamente sono andati in porto 421 matrimoni religiosi e 419 matrimoni civili (due anni fa i religiosi erano 408 i “per sempre” di fronte al parroco e 394 i civili). La distanza tra le due opzioni si accorcia e il risultato è ormai ex equo.

La situazione nazionale – Nel 2014 sono stati celebrati in Italia 189.765 matrimoni, circa 4.300 in meno rispetto all’anno precedente. Ancora una flessione, dunque, ma quella osservata nell’ultimo anno è la più contenuta dal 2008.

A diminuire sono soprattutto le prime nozze tra sposi di cittadinanza italiana: 142.754 celebrazioni nel 2014. Parte di questo calo è dovuto alla diminuzione dei giovani adulti causata dalla prolungata diminuzione della fecondità in atto dalla metà degli anni ’70. Diminuisce anche la propensione a sposarsi.

Nel 2014 sono stati celebrati 421 primi matrimoni per 1.000 uomini e 463 per 1.000 donne, valori inferiori rispettivamente del 18,7% e del 20,2% rispetto al 2008. Al primo matrimonio si arriva sempre più “maturi”: gli sposi hanno in media 34 anni e le spose 31.

Per quanto riguarda l’instabilità coniugale, i dati del 2013 e del 2014 rivelano che è in atto una fase di “assestamento”. Nel 2014 le separazioni sono state 89.303 e i divorzi 52.335. In media ci si separa dopo 16 anni di matrimonio, ma i matrimoni più recenti durano sempre meno. Le unioni interrotte da una separazione, dopo 10 anni di matrimonio, sono quasi raddoppiate passando dal 4,5% dei matrimoni celebrati nel 1985 all’11% osservato per le nozze del 2005.

I primi matrimoni civili di sposi entrambi italiani o le separazioni e i divorzi condividono la stessa geografia caratterizzata da alta frequenza al Nord e bassa nel Mezzogiorno. Restano ancora forti specificità territoriali anche se le distanze tra il Centro-nord e il Mezzogiorno si vanno lentamente riducendo.
 

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