“Una messa in scena per attirare l’attenzione”  foto

"Una messa in scena da parte di una ragazza che aveva una grande necessità di attenzione". Lo ha spiegato il comandante provinciale dei carabinieri Corrado Scattaretico, che ha definitivamente chiarito la vicenda della minore trovata nel pomeriggio di mercoledì lungo l'argine del Po a Piacenza

LA CONFERENZA DEI CARABINIERI – “Una messa in scena, da parte di una ragazza che aveva una grande necessità di attenzione”. Lo ha spiegato il comandante provinciale dei carabinieri di Piacenza Corrado Scattaretico, nel corso di una conferenza stampa che ha definitivamente chiarito la vicenda della minore trovata nel pomeriggio di ieri lungo l’argine del Po. 

“Voglio tranquillizzare la città – ha aggiunto – non c’è nessuna banda che va in giro a rapire le ragazzine”. “Noi sin dall’inizio ci siamo accorti che la storia raccontata – ha proseguito – dalla ragazza era inverosimile, ma nell’immediatezza non si può mai dire. Le nostre indagini sono state eseguite come se ci fosse stata davvero la violenza, con tanto di controllo dei cellulari nella zona”. 

La ragazza è crollata durante il colloquio con la psicologa. La finta violenza e in realtà una richiesta di aiuto, maturata in seguito al grande disagio che spesso caratterizza l’età adolescenziale, anche in contesti, come in questo caso, in cui la famiglia d’origine non ha problemi particolari. 

“Ringraziamo la stampa locale per come ha trattato l’argomento, con tutte le cautele del caso. Visti i fatti di Colonia – continua Scattaretico, insieme al maggiore Barbaglia e il tenente Dellevedove – e l’iniziale descrizione fornita dalla ragazza dei fatti, con un sequestro sotto casa, la notizia avrebbe potuto scatenare un battage non da poco. Per noi adesso è importante rassicurare la città e chi abitualmente frequenta l’argine che non c’è un branco in azione”. 

La giovane, vista la particolare situazione di disagio psicologico emersa durante le indagini e la giovane età, non rischia alcuna denuncia. 

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GLI SVILUPPI DEL 28 GENNAIO – Fisicamente sta bene e non presenta segni di violenza la 16enne soccorsa nel tardo pomeriggio del 27 gennaio lungo l’argine del Po di Piacenza, nella zona compresa tra la chiesa di Camposanto Vecchio e l’area militare del Genio Pontieri. Una prima notizia rassicurante su una vicenda dai contorni molto oscuri e su cui sono tuttora in corso accertamenti ed indagini dei carabinieri.

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Due gli elementi finora certi e il primo riguarda l’allarme lanciato dalla stessa vittima. La giovane, con indosso solo gli indumenti intimi, sporca di fango e visibilmente spaventata, intorno alle 18 di ieri ha chiesto aiuto ad un uomo che stava facendo jogging lungo l’argine. Sul posto sono arrivati i famigliari della 16enne, e l’ambulanza della Croce Rossa che l’ha immediatamente condotta all’ospedale per sottoporla agli esami del caso.

La seconda certezza è data dalle condizioni fisiche della ragazza, che fortunatamente hanno escluso l’ipotesi dello stupro: la minore non presentava ferite e le sue condizioni fisiche sono state giudicate buone.

Ieri sera le forze dell’ordine, con l’ausilio delle fotoelettriche dei vigili del fuoco, sono rimaste fino a tardi sul posto, perlustrando la boscaglia lungo l’argine, alla ricerca di elementi. Lì hanno trovato gli indumenti della 16enne, dello scotch e del fil di ferro. Gli approfondimenti sono proseguiti nella mattinata di oggi, quando gli investigatori hanno raggiunto nuovamente l’argine per setacciarlo alla ricerca di indizi. Sul caso sono impegnate la Procura di Piacenza e la Procura dei Minori di Bologna.

Come prevede la prassi, in caso di minori di 18 anni, la giovane ha avuto un colloquio con lo psicologo infantile, in cui ha potuto fornire la propria versione dei fatti. La ragazza aveva reso solo alcune spontanee dichiarazioni, ma probabilmente anche a causa del suo forte stato di agitazione, il racconto è risultato molto nebuloso.
 
 

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