Rapetti “Non lasciamo che la Zolla diventi una vetrina muta del nostro territorio”

Intervento di Elisabetta Rapetti, assessore al Commercio del Comune di Gossolengo, in merito al futuro della “zolla” di Piacenza. 

Per mesi ha rappresentato Piacenza a Expo2015, ora che la fiera milanese ha chiuso i battenti in molti si chiedono «la Zolla dove la metto?». Mentre si tratta per mantenerla a Milano come ipotetico strumento di promozione delle valli piacentine nel cuore della Lombardia – strumento a dire la verità senza voce, poiché la Zolla sì rimarrebbe in loco, ma senza il nome di Piacenza – imperversa la polemica sui costi di un suo possibile ritorno a casa. Ritorno per cui si stima una spesa di circa 100mila euro. 

Tra chi si indigna e chi ripete “te l’avevo detto!”, Elisabetta Rapetti, assessore al Commercio del Comune di Gossolengo, cerca il bandolo della matassa. 

«Da sempre sono fra coloro che hanno sostenuto il maxi evento, anche se sulla carta non sono così evidenti i benefici riflessi sul nostro territorio. Ritengo che quel turismo che tutti si aspettavano da Expo non appartenga ne apparterrà mai alla nostra città, ma questo è un altro argomento. Quello che di estremamente positivo si è avuto, sono i numerosi tavoli di lavoro che hanno coinvolto tutte le categorie economiche, sociali e commerciali della nostra città. Momenti di confronto e di dialogo senza precedenti, che nelle altre città limitrofe alla nostra sono mancati. Dopo i primi mesi d’impasse e qualche ritocchino alla struttura, si è preso coraggio e molte realtà piacentine hanno presenziato collaudando modalità e forme di rottura. Un bilancio, quindi, positivo. Ma veniamo alla Zolla così tanto criticata allora e ora nell’occhio del ciclone per quei 100mila euro che potrebbero uscire dalle casse dell’Amministrazione nel caso si dovesse provvedere a riportala a casa. Di questa struttura l’operazione più riuscita è stata la squadra di giovani architetti supportata da più noti professionisti della nostra città che hanno cercato di interpretare nel migliore dei modi la nostra terra utilizzando, sinergicamente, tutte le loro competenze. In corso d opera sono state fatte modifiche che l’hanno potenziata d’iniziative meno multimediali, ma più concrete ed accattivanti per il pubblico. Indubbiamente in mezzo a quello tsunami di gente degli ultimi mesi la Zolla piacentina non avrà lasciato un ricordo indelebile, ma ha rappresentato per Piacenza un momento di condivisione in un evento che è stato un’importante vetrina mondiale». 

«Purtroppo il difetto di noi piacentini è che siamo molto bravi a non valorizzare quello che arriva da casa nostra. Il problema di dover investire altri soldi in un’operazione che ha già comportato degli investimenti esiste se avviene senza strategia o progettualità. Io mi auguro davvero che la Zolla non torni a Piacenza per trasformarsi in un amarcord dell’Expo 2015 all’interno di qualche “cortile” piacentino. Mi auguro invece che possa essere al centro di una più lungimirante operazione di marketing territoriale sulla quale investire delle risorse per rendere produttivo l’investimento che Piacenza ha fatto. Perché, allora mi chiedo, non posizionarla in una location metropolitana, anche fuori dall’Italia, con un alta presenza turistica. Perché non rendere questa vetrina di Piacenza e delle sue meraviglie un punto di informazioni vivo con un operatore qualificato che promuove il nostro territorio? Metto queste domande sul tavolo. Chissà se troverò delle risposte».

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